Roma riserva sempre nuove sorprese. Quando sembra che sia stato detto tutto, ci si accorge che c’è ancora qualcosa in più da scoprire. E’ il caso delle Terme di Diocleziano, le più grandiose e meglio conservate dell’antichità, iniziate dall’imperatore Massimiano nel 298 d. C. , che rivelano altre sale oltre quelle aperte e conosciute. Sono spazi rimasti chiusi per anni, diventati a mano a mano depositi di materiale non più in uso. Eppure nel 1911 queste maestose aule hanno vissuto il loro momento di gloria ospitando in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario dell’Unità d’Italia la mostra dedicata all’archeologia. Dopo di allora l’oblio fino alla riapertura di oggi con affaccio sul giardino verso Santa Maria degli Angeli.
L’eccellente collaborazione tra Italia e Grecia
Riaprono per un grande evento che vede impegnate Grecia e Italia, due paesi cardine dell’identità europea, testimoni di una comune eredità di principi e valori tangibili e non tangibili e di una stessa visione del mondo. A conferma dell’eccellente collaborazione fra i due paesi, ecco la mostra appena inaugurata “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi” (oltre 300 opere esposte), che è frutto della collaborazione fra la direzione dei musei italiani e la soprintendenza delle Cicladi cui si deve il prestito di 65 opere, alcune mai viste in Italia che escono dalla Grecia per la prima volta. Fra queste la “Maschera di Dioniso”, un bronzo con dettagli in rame del II sec. a.C. che viene da Delos e la grande “Kore” di Santorini del VII sec. a. C. , una fanciulla di suprema eleganza, stretta nella sua lunga veste, la mano al petto, gli occhi a mandorla.
“Tra noi e gli antichi”, recita il sottotitolo della mostra a significare la complessità del rapporto che lega nella storia popolazioni, luoghi, contesti diversi. Tra gli antichi e noi ci sono secoli di trasmissione parziale, discontinua, fatta di oblii, di riscoperte, di recuperi della grande letteratura greco latina, della filosofia, dell’arte, di esplorazioni archeologiche, di recupero delle tracce del passato. Tracce che si trovano ovunque, nel linguaggio, nelle immagini, negli ideali politici ed educativi, nei valori sportivi e perfino nelle nostre rappresentazioni mentali.
Il nostro rapporto con gli antichi è sostanzialmente doppio: da una parte si è costruito secondo un lungo processo storico di trasmissione intellettuale e artistica da cui nasce la nostra cultura classica, dall’altro ha preso la forma di un rapporto di immedesimazione con persone che hanno vissuto molto tempo fa, ma come noi hanno affrontato le vicende della vita, gioiose e tristi.
Vicende che sono giunte fino a noi. Per questo gli antichi ci sembrano allo stesso tempo lontani e vicini. Tradizione e modernità, sono due facce della stessa medaglia e del percorso della mostra che è sostanzialmente una riflessione sul tempo e sulla storia.Promossa dal Ministero della cultura italiano e dal Ministero della cultura e dello sport della Grecia, a testimonianza della collaborazione fra i due paesi, organizzato dalla Direzione Generale Musei e dal Museo Nazionale Romano in collaborazione con Electa, è stata ideata e curata da Massimo Osanna, Stéphane Verger, Maria Luisa Catoni e Demetrios Athanasoulis, con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale.
L’esposizione
Un evento importante con reperti che vanno dal 3°millennio a.C ai giorni nostri, con opere greche, romane, etrusche e italiche, medievali, moderne e contemporanee. La mostra di grande spessore culturale e artistico si distingue per la qualità delle opere distribuite in cinque sezioni, tante quante le Grandi Aule riutilizzate per l’occasione in cui sono stato conservati alcuni degli antichi arredi. In apertura la prima sezione “L’eternità di un istante”, il calco di due vittime anonime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. distese sul pavimento, ritrovate di recente nello scavo della villa di Civita Giuliana presso Pompei che testimoniano per l’eternità la tragedia individuale e collettiva del Vesuvio. Ciò che resta di loro è il vuoto riempito di gesso o di resina che consente di materializzare la loro assenza. E’ l’incipit di un discorso che prosegue, un’eredità antica che si manifesta attraverso continuità e rotture.
Da qui si dipartono due percorsi possibili che visualizzano questo dialogo temporale fra temporale fra l’istante e l’eternità. Nel primo il visitatore è accolto dalle nove muse rappresentate dal sarcofago dell’Isola Sacra a Ostia e su quello incompiuto di Tor de’ Schiavi. A seguire il ritratto di Omero che introduce il tema della trasmissione dei miti del ciclo troiano nel mondo greco, etrusco e romano e della sua eredità moderna e contemporanea. Ed ecco straordinari corredi funerari come quello della tomba del Pittore di Policoro di Eraclea di Lucania.
Nel secondo percorso il visitatore incontra per primo l’altare ossario dell’oculista romano C. Terentius Pistus che per ottantasette anni, vari mesi e giorni, registrò il tempo della sua lunga vita. “La fama eterna degli dei”, seconda sezione, da un lato la guerra fra greci e Troiani con le sue origini, i suoi sviluppi, i suoi protagonisti, le sue tradizioni. Dall’altro la dimensione storica, Heinrich Schliemann che scava a Troia e Micene, e quella mitica, le tradizioni, i miti che si diffondono nel Mediterraneo, Enea nel Lazio. E i valori, i codici sociali, l’amicizia tra gli eroi, l’amore per i familiari, le sofferenze causate dalle guerre diventano patrimonio comune. Ulisse uomo dl multiforme ingegno, sete di conoscenza, attaccamento alla propria terra e alla propria casa, un esempio per tutti.
A seguire “L’ordine del kosmos”.Dal mito alle rappresentazione antiche dello spazio e del tempo che assumono la forma di divinità, di personificazioni, di entità astratte, di categorie spaziali e temporali Nella quarta sezione “Le opere e i giorni” si racconta il rapporto intimo con l’’antico. Malgrado la distanza culturale e temporale che ci separa, sentiamo gli antichi vicinissimi, ci identifichiamo nelle loro vite. Infine l’ultima sezione “Umani Divini” L’antichità ci ha trasmesso un’infinita varietà di modi per rappresentare l’individuo. Dalle statue – stele neolitiche alle raffinate composizioni classiche ed ellenistiche. Un’umanità che si manifesta in tante forme diverse, così come diverse sono le modalità che l’accompagnano nell’al di là, riti, banchetti, sarcofagi e modi per mantenerne la memoria.
A questo sofisticato impianto concettuale si accompagna l’esemplificazione tramite una sapiente scelta di opere ad esso collegate e di altissimo pregio. Fra tutte piace ricordare i due celebri “Corridori” in bronzo di Ercolano, l’altrettanto celebre statua dell’”Arringatore”, il famoso bronzo etrusco conservato a Firenze, il vaso etrusco del IV secolo che ha come tema il ciclo epico di Omero. I nomi di Achille e Aiace sono scritti in etrusco. Si trovava nel grande santuario di Apollo a Delfi l’”ommphalos”, l’ombelico del mondo da cui Pizia diffondeva i suoi vaticini. E ancora il bellissimo busto di “Cosimo I de’ Medici di Benvenuto Cellini del 1546 e nuove scoperte e acquisizioni presentate al pubblico per la prima volta. Come la “Tabula Chigi” (una tabula iliaca), il piccolo rilievo che si riteneva perduto databile fra il I secolo a.C e il I sec. d. C, acquistato dallo Stato per Palazzo Massimo. E il “Carro cerimoniale” (Carro della sposa) con il suo lussuoso rivestimento in bronzo con decorazioni in argento, ritrovato nel 2021 in una villa suburbana a Civita Giuliana a nord di Pompei, per la prima volta in mostra dopo il restauro. E ancora la statua di Ercole del Parco Archeologico dell’Appia Antica. Eccezionale anche il “Gigante” di Mont’e Prama dal Museo Nazionale Archeologico di Cagliari. E’ una delle statue di pietra calcarea realizzate nel periodo tardo nuragico, ritrovate a partire dagli anni ’70 nelle colline del Sinis di Cabras
Terme di Diocleziano – Roma Piazza della Repubblica , 791. Orario: da martedì alla domenica, dalle ore 11.00 alle ore 18.00.
C hiuso il lunedì. Fino al 30 luglio ’23. Informazioni: www.museonazionaleromano.beniculturali.it