Praemium Imperiale 2022. Proclamati i vincitori del “Premio Nobel dell’Arte”

da | 19 Set 2022 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Dopo l’ interruzione per le vicende legate alla pandemia (nel ’21 la consueta premiazione a Tokio è stata sostituita da singole cerimonie nella sede dell’ambasciata del Giappone nel paese di ciascun premiato), torna a Roma, nella consueta cornice di un grande albergo di via Veneto, la proclamazione dei vincitori del Praemium Imperiale 2022, edizione numero 33. “In honor of Prince Takamatsu”, il prestigioso riconoscimento internazionale viene assegnato dalla Japan Art Association (la più antica associazione culturale del Giappone), a eminenti rappresentanti delle arti. L’annuncio di quello che viene considerato il “Nobel dell’arte”, come di consueto, è stato dato in contemporanea nei paesi dei Consiglieri internazionali, a Londra, Parigi, Berlino, Tokio, New York e Roma giovedì 15 settembre.
Istituito nel 1988 (anche su consiglio del presidente e pittore Amintore Fanfani), in occasione del centenario della Japan Art Association il Praemium Imperiale, considerato il più importante e autorevole al mondo, detto il “Premio Nobel dell’Arte”, per l’estrema serietà della selezione, giunge a compimento dopo una lunga e complessa procedura affidata a sei consiglieri internazionali e ai loro comitati incaricati di proporre la rosa dei nomi. Successivamente i comitati di selezione da quelle rose scelgono i vincitori.
I premiati che si aggiungono ai 164 artisti già insigniti del riconoscimento (fra cui molti italiani, gli ultimi due Giuseppe Penone e Riccardo Muti), sono l’artista cinese dissidente Ai Weiwei per la scultura, per l’architettura lo studio guidato dai giapponesi Kazuyo Sejima + Ryue Nishzawa /SANAA , Krystian Zimerman, uno di più raffinati pianisti del nostro tempo per la musica, il regista di “Paris Texas” e il “Cielo sopra Berlino” Wim Wenders per il teatro/cinema e per la pittura il nostro Giulio Paolini, pittore, scultore, fotografo, scenografo teatrale.
Alla Kronberg Academy Foundation è andata la Borsa di Studio del Premium Imperiale per Giovani Artisti, che è stata istituita nel 97 in occasione del decimo anniversario del Praemium. Il premio consiste in un diploma e 5 milioni di yen pari a 38.400 euro.
Ad annunciare il nome dei premiati è stato il Presidente Lamberto Dini in qualità di consigliere internazionale del comitato italiano. Ogni vincitore riceverà un premio di 15 milioni di yen (circa 117.000 euro), un diploma e una medaglia conferiti dal Patrono Onorario della Japan Art Association, il Principe Hitachi, fratello dell’Imperatore, in una fastosa cerimonia che si terrà il prossimo 19 ottobre al Meiji Memorial di Tokio, presenti gli interessati. Solo a questa condizione è possibile avere il riconoscimento. E’ tanto vero che il grande maestro Ennio Morricone non ha avuto il premio solamente perché non garantiva la sua presenza a Tokio al momento della premiazione . Un viaggio troppo lungo? Faticoso? Chissà, peccato.
Nato a Genova, classe 1940, Giulio Paolini ha trascorso gran parte della sua vita a Torino, mostrando fin da giovanissimo un grande talento artistico. Ha studiato graphic design, fotografia, ha progettato allestimenti per il teatro di prosa e la lirica, realizzando nel’60 l’opera che dà avvio alla sua ricerca artistica: “Disegno geometrico”, che si basa sull’indagine concettuale intorno al quadro. La prima mostra personale, che rappresenta l’esordio della sua carriera, si tiene a Roma nel ’64 alla Galleria La Salita. In genere viene associato erroneamente al movimento dell’Arte povera, promosso dall’amico critico Germano Celant (pur avendo partecipato solo ad alcune esposizioni), ma in realtà la sua ricerca prende altre strade. Molte sue opere si ispirano ai capolavori classici, invitando l’osservatore ad abbandonare le certezze, a chiedersi che cosa stia guardando. Una domanda che mette in discussione proprio la natura dell’arte e il ruolo stesso dell’artista. Opere giovanili come “Giovane che guarda Lorenzo Lotto”(1967), “Mimesi”(1975 -’76), pongono enigmi, interrogativi…Paolini sostiene che ogni artista e ogni opera dialogano col passato e con il futuro.
Giulio Paolini è in sala all’annuncio del premio. Ben consapevole di tanto onore, risponde amabilmente alle tante domande dei giornalisti, curiosi di apprendere dalla sua viva voce i segreti della sua arte e che cosa farà domani. Parte da lontano l’artista, da tre termini riportati in latino e giapponese sulla prima pagina del catalogo del Praemium Imperiale: “Pulchrum, Creatio, Inspiratio”, che “meriterebbero di essere commentati a lungo”, precisa. Una triade di parole opportune: bellezza, creazione, ispirazione. Sono la vita di un artista. E ammette di essere fortunato, ha potuto occuparsi sempre di quello che lo appassiona.
Anche in questo periodo è in piena attività. Così. mentre al Museo del Novecento di Firenze si è appena chiusa la sua mostra “Quando è il presente?”, sta preparando un’esposizione personale a Roma all’Accademia di San Luca che avrà come punto di riferimento proprio l’idea e la storia di Accademia, Con tutte le incertezze che la cosa implica, vorrebbe “dare un contributo a ciò che andrebbe rispettato e riqualificato”.
Molte le domande dei presenti che spaziano dalla nascita della sua passione per l’arte al mercato dell’arte. “E’ instabile, è meglio non occuparsene, ma senza demonizzarlo”, risponde l’artista. Cosa pensa dei nuovi linguaggi tecnologici? chiede. qualcuno. “L’alfabeto dell’arte ha un suo corso autonomo, l’arte guarda se stessa, la sua storia e quello che la riguarda, non si preoccupa dell’osservatore, l’arte va per conto suo, fa da sé”. E sa benissimo che è qualche cosa che cambia vestito, ma questi aspetti mutevoli sono le sfaccettature di una verità che sta dentro. “Certo – prosegue – l’arte è collegata alla vita, ma mantiene una sua memoria e prospettiva”. E torna sull’idea di Accademia che “è quasi un dato archeologico nella lingua dell’arte di oggi. Ma non è sepolto, va riconosciuto e ridiscusso”, prosegue. “C’è una potenzialità diversa dal passato, ma può rigenerarsi. Perché non chiedersi se sia possibile trovare nuove regole?”
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