Sul piatto dei finanziamenti pubblici ci sono 1020 mln di euro che andranno a beneficio dei Comuni italiani ( con massimo 5000 abitanti) per il recupero, la valorizzazione ed il rilancio occupazionale dei borghi storici. Due le linee dintervento: Linea A con una dotazione finanziaria di 420 milioni di euro per Progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei Borghi a rischio abbandono e abbandonati e assegnati a 21 borghi, uno per regione; la Linea B, con una dotazione di 580 milioni di euro, dedicata a Progetti locali per la Rigenerazione Culturale e Sociale mira a finanziare interventi per almeno 229 borghi storici, con un finanziamento massimo di 1,6 milioni di euro a borgo. A questi importi si aggiungono 20 milioni di euro destinati allintervento Turismo delle radici il cui soggetto attuatore è il Ministero degli Affari e della Cooperazione Internazionale. Entrambe le azioni non sono ancora state attuate mentre continuano a crescere le proteste degli esclusi ed i ricorsi, in arrivo, dei partecipanti respinti per problemi formali. La scelta dei 21 comuni (linea A) non è certo avvenuta senza contestazioni e polemiche per la mancanza di criteri chiari e insindacabili per la scelta, da parte di ogni regione, dellunico comune beneficiario del finanziamento di 20 milioni. Un biglietto della lotteria da 20 milioni di euro”, lo ha definito il presidente dell’Unione nazionale dei Comuni, comunità ed enti montani (Uncem) Marco Bussone. Per la linea dintervento B stanno arrivando, per i Comuni italiani che hanno partecipato presentando la domanda entro la scadenza del 15 marzo, lettere del ministero della cultura, e della Unità di missione per l’attuazione del Pnrr con cui viene loro comunicata l’esclusione dalla partecipazione al bando per motivi formali. Le contestazioni formali riguardano principalmente la compilazione dellarticolato form di partecipazione ed in particolare, per problematiche legate alla firma digitale degli allegati o dellavviso sottoscritto dai legali rappresentanti di tutti i comuni.
La fondatezza di tali rilievi è di difficile valutazione; anche in considerazione del principio del favor partecipationis, affermato dalla giurispudenza amministrativa, dove in presenza di clausole di un bando o di un disciplinare ambigue o contraddittorie, deve essere privilegiata l’interpretazione favorevole all’ammissione alla gara a vantaggio così, dellinteresse pubblico.
A farsi sentire nuovamente è il presidente dell’Unione nazionale dei Comuni, comunità ed enti montani (Uncem) Marco Bussone: “Se mancano documenti, si richiedano integrazioni. Se vi sono stati errori, anche nella trasmissione, si dia il tempo per correggere. Non si tolgono di mezzo i comuni in questo modo. Peraltro aprendo la strada a decine e decine di ricorsi.