Il padiglione russo si ritira dalla Biennale Arte 2022

da | 2 Mar 2022 | Arte e Cultura

I recenti avvenimenti bellici scaturiti tra Russia e Ucraina, hanno portato scompiglio anche nel mondo dell’arte.

Il 28 febbraio infatti,Alexandra Sukhareva e Kirill Savchenkov, artisti del Padiglione russo, che avrebbero dovuto partecipare alla prossima Biennale Arte, hanno comunicato il loro ritiro dalla 59° mostra d’Arte per protesta e solidarietà.

La rinuncia, seppur sofferta, è stata condivisa anche dal curatore del Padiglione russo Raimundas Malasauskas, postata sui suoi canali social.

Il curatore ha così riportato: “Esprimo la mia ammirazione e la mia gratitudine per gli artisti russi Alexandra Sukhareva e Kirill Savchenkov, con i quali ho lavorato per sviluppare il progetto della Biennale. Tuttavia, non posso continuare a lavorare su questo progetto alla luce dell’invasione militare della Russia e del bombardamento dell’Ucraina. Questa guerra è insostenibile sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista emotivo”.

Il curatore nella seconda parte del suo post, spiega di essere nato in Lituania quando era parte dell’Unione Sovietica e di come abbia vissuto il periodo del’indipendenza. Riporta l’enorme difficoltà nel dover vivere tra guerrafondai, sottolineando che questo ritiro dalla Biennale Arte 2022, è una forma di solidarietà per l’Ucraina e per quello che l’intera nazione sta vivendo.

C’è delusione e vergogna nelle parole del Curatore, ma anche nella dichiarazione di Kirill Savchenkov arrivata poco dopo: “Non c’è nulla da dire, non c’è posto per l’arte quando i civili sono sotto il fuoco dei missili, quando gli ucraini sono costretti a nascondersi nei rifugi, quando i manifestanti russo sono zittiti. Come russo non presenterò il mio lavoro al Padiglione Russo della Biennale”.

Alla luce di queste dichiarazioni, il Padiglione russo, permanente nella sede “Giardini” della Biennale di Venezia,rimarrà chiuso per tutta la durata della mostra che si svolgerà dal 23 Aprile al 27 Novembre.

La Biennale che pochi giorni prima si era ritrovata protagonista di una petizione lanciata dai curatori e artisti ucraini (ma non dal ministero della Cultura), per chiedere l’esclusione della Russia dalla mostra, si ritrova oggi ad osservare la situazione da spettatrice.

Nel comunicato del 28 febbraio: “La Biennale di Venezia ha appreso la decisione del curatore e degli artisti del Padiglione della Federazione Russa i quali, rassegnando le dimissioni, annullano di fatto la partecipazione alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte.

La Biennale esprime piena solidarietà per questo atto coraggioso e nobile e condivide le motivazioni che hanno portato a questa scelta, che drammaticamente raffigura la tragedia in cui si trova l’intera popolazione dell’Ucraina.

La Biennale resta il luogo di incontro fra i popoli attraverso le arti e la cultura e condanna chi impedisce con la violenza il dialogo nel segno della pace”.

Per la partecipazione del padiglione ucraino invece, ancora non si hanno notizie ufficiali.

Sebbene i curatori Lizaveta German, Borys Filonenko, Pavlo Makov e Maria Lankro, abbiano comunicato quanto sia difficoltoso lavorare al progetto del padiglione, stanno cercando per quanto possibile di portare a compimento l’opera, nonostante tutti loro si trovino ancora in territorio di guerra.

Hanno aggiunto: “Chiediamo alla comunità artistica internazionale di utilizzare tutta la sua influenza per fermare l’invasione russa dell’Ucraina. Le armi possono ferire i nostri corpi, ma la cultura cambia le nostre menti. Questa guerra è uno scontro di civiltà: un mondo libero e civile è attaccato da quello barbaro e aggressivo. Se continuiamo a essere osservatori passivi della situazione, perderemo tutto ciò per cui lavoriamo e tutta l’eredità dei nostri predecessori: arte, amore, libertà di espressione e capacità di creare. Sostenete l’Ucraina in questo momento difficile”.

Si è aggiunto alle parole di solidarietà per l’Ucraina, lodando la decisione del Padiglione russo, il ministro della Cultura, Dario Franceschini: “Mi sembra una scelta di grande coraggio e impegno civile. Il mondo dell’arte sa da che parte stare”.

Nel susseguirsi di gesti solidali, si è unito anche l’assessore alla Cultura, Mauro Felicori, che assieme a Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, stanno cercando di portare degli artisti ucraini ad esibirsi nei teatri italiani.

Bonaccini ha poi commentato: “visto che ho letto qualche distinguo di troppo in questi giorni afferma il presidente della Regione- credo sia bene affermare che quanto sta facendo la Russia va condannato senza se e senza ma, augurandoci che le diplomazie riescano a trovare una via d’uscita nel più breve tempo possibile”. Forse non tutti si aspettavano una mobilitazione per fortuna così grande il tutto il mondo, perfino in luoghi in cui vieni arrestato”.