Alla fine di questo mese avrà inizio la campagna di restauro del mosaico della Battaglia di Isso, opera simbolica tra i gioielli presenti nel Museo Archeologico nazionale di Napoli. Il restauro, che si concluderà a luglio, verrà svolto con la collaborazione dellIstituto Centrale per il restauro (Icr); le operazioni diagnostiche sono divulgate sul web con lUniversità del Molise (Unimol) e il Center for Research on Archaeometry and Conservation Science (Cracs).
Il restauro, caratterizzato dal principio del minimo intervento e con lobiettivo del mantenimento dellintegrità materiale del mosaico nella condizione in cui si trova, sarà suddiviso in due fasi. La prima verrà svolta tra gennaio e febbraio e garantirà la messa in sicurezza della superficie musiva. Sono previste “un’accurata ispezione visiva e tattile di tutta la superficie, preliminare alle successive lavorazioni; pre-consolidamento delle tessere e degli strati di malta distaccati; pulitura; velinatura con idonei bendaggi di sostegno su tutta la superficie attualmente visibile”.
Successivamente, ed in seguito allinserimento di un tavolato ligneo protettivo e di unadeguata intelaiatura metallica di sostegno, lopera verrà spostata, attraverso un sistema meccanico di movimentazione progettato per loccasione. La seconda fase riguarderà principalmente il supporto dellopera: le operazione verranno svolte, quindi, sulla superficie retrostante dellopera. Conclusa lattività sul supporto, verranno eliminati i bendaggi inseriti nel corso della fase iniziale di intervento e la conclusione del restauro attraverso attività di pulitura, ultimi consolidamenti, trattamento protettivo finale.
“Con l’avvio, nel 2021, del restauro del mosaico di Alessandro, scriviamo insieme una pagina importante nella storia del Museo archeologico nazionale di Napoli e, quindi, della conservazione dei beni culturali. Sarà un restauro grandioso che si compirà sotto gli occhi del mondo. Un viaggio entusiasmante lungo sette mesi: dopo il minuzioso lavoro preparatorio, studiosi ed esperti si prenderanno cura con le tecniche più avanzate del nostro iconico capolavoro pompeiano, raffigurante la celebre battaglia di Isso. La tecnologia e le piattaforme digitali ci consentiranno di seguire le delicatissime operazioni, passo dopo passo, in una sorta di ‘cantiere trasparente’, come mai accaduto prima. Per realizzare una operazione così ambiziosa e complessa è stata attivata dal Mann una rete di collaborazioni scientifiche e di partnership di grande prestigio”, ha dichiarato il direttore del Mann, Paolo Giulierini.
Scoperta nel 1831 nella casa del Fauno di Pompei lopera, con una superficie di 5,82 × 3,13 metri, ornava lesteso pavimento dellesedra ed era centrale in una ricca architettura iconografica. Apparve subito in un buono stato di conservazione e le grandi lacune presenti erano concentrate esclusivamente nella parte sinistra del mosaico, senza che ne risultasse danneggiata la parte principale della raffigurazione. Il 16 novembre del 1844, in seguito a 12 anni di lunghe discussioni, una commissione decretò che il mosaico sarebbe stato portato da Pompei a Napoli, su un carro trainato da sedici buoi.