Si tratta della prima e unica sepoltura ritrovata dentro lArena di Verona: un ritrovamento davvero fuori dal comune quello avvenuto allinterno dellarcovolo 31 dellAnfiteatro, in cui i lavori di restauro hanno permesso di ritrovare i resti di un corpo umano, conservato perfettamente e che sarà oggetto di unopera di valorizzazione. Le indagini che verranno svolte nei prossimi tempi permetteranno di ottenere informazioni volte ad individuare il periodo storico in cui si è verificata la sepoltura e le caratteristiche dellindividuo rinvenuto. Nonostante questo, gli esperti della Soprintendenza sono piuttosto concordi sullidentità del corpo rinvenuto: si tratti del corpo di una donna, la cui posizione con le braccia conserte sotto al petto è propria delle sepolture. Anche il periodo storico sembra piuttosto evidente, e si nota dalla profondità dei ritrovamento, che farebbe pensare al periodo tardo antico, tra i III e il VI secolo d.C.
Il ritrovamento si è verificato durante i lavori di restauro che si stanno svolgendo allArena di Verona, con un cantiere articolato che prevede la riqualificazione totale degli arcovoli. Proprio nellarcovolo 31 i ricercatori della Soprintendenza, impegnati nel sopralluogo necessario al restauro, hanno ritrovato segni di bruciatura tra le pareti. Pensavano di trovarsi di fronte ai resti della fornace di un fabbro, come già avvenuto durante altri scavi, e invece hanno rinvenuto una sepoltura, sicuramente successiva al I sec. D.C., periodo a cui risalgono i cocci rotti utilizzati come selciato e spostati, più di 1500 anni fa, per fare spazio alla sepoltura. Questi giorni inizieranno gli studi specifici sullo scheletro che verrà estratto dallarcovolo e portato in laboratorio per analisi e indagini necessarie.
Verrà utilizzato lo strumento del carbonio -14, la metodologia più usata per le datazioni in archeologia e che permetterà di individuare le caratteristiche dello scheletro, dalletà alla corporatura ai motivi della morte. Tra circa un mese sarà possibile ottenere tutte le informazioni necessarie per sapere qualcosa di più di questo eccezionale ritrovamento.
Data la sua eccezionalità, si sta già cercando un modo per promuoverla al meglio e permettere che possa essere ammirata da cittadini e turisti. La prima persona a voler ammirare la scoperta è stato il sindaco Federico Sboarina, che oggi si è recato allArena per ammirare il ritrovamento nel luogo originario. Con lui vi erano lassessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto, il soprintendente Vincenzo Tinè, Brunella Bruno e Irene Dori rispettivamente archeologa e antropologa della Soprintendenza.
“Questo monumento non finirà mai di stupirci. Oggi ci ha regalato una grande emozione, è il primo reperto di questo tipo che in assoluto viene ritrovato all’interno dell’anfiteatro, una scoperta eccezionale e senza precedenti. Ho chiesto alla Soprintendenza di approfondire lo studio anche negli altri arcovoli, i dettagli della sepoltura fanno pensare che potrebbero essercene altre simili. Ora è il tempo delle analisi approfondite, dopodichè sarà valutata la modalità migliore per valorizzare questo reperto e la sua collocazione, che potrebbe arricchire il percorso museale all’interno dell’anfiteatro che prenderà forma alla fine del cantiere”, ha dichiarato il sindaco.
“In questa fase del cantiere sono in corso i lavori per gli allacciamenti ai quadri elettrici e i passaggi dei sottoservizi. Da qui la necessità si scavare su più punti, un lavoro che viene fatto con tecniche di precisione e rispettose del monumento e dei suoi materiali. La scoperta di oggi è inaspettata quanto bene accolta, rende l’Arena ancora più unica, un monumento davvero ricco di storia che abbiamo il dovere di conservare al meglio”, afferma Zanotto. “E’ importante attirare l’attenzione di tutti di fronte a tale scoperta. In archeologia, ritrovare degli scheletri è sempre emozionante, farlo all’interno dell’Arena è qualcosa di unico e davvero eccezionale. Abbiamo già scavato delle sepolture all’interno dell’anfiteatro, ma mai in questa posizione, dentro un arcovolo cieco. Non pensavamo di rinvenire livelli romani conservati in situ, riteniamo che questa sepoltura sia stata inserita in epoca Tardo Antica o Alto Medievale al massimo, tanto che crediamo meriti adeguata valorizzazione”, ha aggiunto Tinè.