Musei di Berlino: vandalizzate 70 opere. Sospettato un complottista di estrema destra

da | 23 Ott 2020 | Arte e Cultura

Foto: il Neues Museum, uno dei musei interessati © Wolfgang Kumm / dpa

Lo scorso 3 ottobre, mentre la Germania festeggiava il trentesimo anniversario dell’unità tedesca (avvenuta nel 1990), 70 opere conservate nell’Isola dei musei di Berlino venivano vandalizzate. Tra i principali sospettati individuati dai media tedeschi c’è uno chef cospirazionista di estrema destra, ma le autorità non hanno ancora individuato i responsabili.

Sarcofagi egiziani,sculture antiche edipinti del XIX secolo sono stati colpiti gettando un liquido oleoso che ha lasciato macchie visibili sulle opere custodite al Pergamonmuseum, al Neues Museum e all’Alte Nationalgalerie,tre dei cinque musei che compongono l’isola dei musei della capitale tedesca, dichiaratapatrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1999. La Fondazione per il patrimonio culturale prussiano e la polizia di Berlino hanno confermato l’avvio di un’indagine per individuare l’autore o gli autori degli atti vandalici. Si tratta “di uno dei più estesi attacchi alle opere d’arte e alle antichità nella storia del dopoguerra in Germania” spiega il settimanale amburghese Die Zeit in un’inchiesta che apre il sospetto su Attila Hildmann, un celebre cuoco vegano sostenitore di estrema destra e di alcune teorie antisemite nonché uno dei più noti sostenitori dell’infondata teoria cospirazionista QAnon. Gli investigatori ribadiscono che per ora gli autori sono ignoti, ma i media tedeschi hanno indicato una presunta pista. Ad agosto e a settembre scorso, lo chef sul suo canale Instagram – che conta più di 100 mila follower – aveva definito il Pergamonmuseum “il trono di Satana”, nonché “centro del satanismo mondiale e dei criminali del coronavirus” dove gli adoratori del diavolo responsabili della pandemia “compiono sacrifici umani e violentano i bambini” poiché il museo ospita una ricostruzione dell’Altare di Zeus. Ci sarebbe perciò un probabile movente di attacco alla cultura e alla storia secondo quanto riportato lo scorso martedì dal settimanale Die Zeit e dall’emittente radiofonica Deutschlandfunk.

Le opere sono state colpite senza seguire “una trama comprensibile” spiega la vice direttrice dei musei berlinesi, Christina Haak. Sono stati colpiti capolavori come papiri egizi e una Nefertiti in una teca di vetro, l’Altare di Pergamo, la Porta di Mileto, e le cornici di alcuni dipinti di Monet, Manet eRenoir. Gli investigatori non sono riusciti quindi ad individuare neanche l’ipotetico movente e nei filmati della videosorveglianza non ci sarebbero elementi utili al riconoscimento dei responsabili. A complicare le indagini ci sono l’assenza di una rivendicazione scritta e la vendita dei biglietti avvenuta in loco, senza la prenotazione che avrebbe consentito l’identificazione. Dopo che i media hanno diffuso la notizia, la polizia ha lanciato un appello a chiunque fosse stato nei musei e avesse visto qualcosa.

L’attacco era stato tenuto segreto dalle autorità per facilitare le indagini. Uno sfregio clamoroso al cuore del patrimonio artistico della capitale, che adesso imbarazza tutti: dagli addetti alla sicurezza, fino ai vertici della politica. Il tema della sicurezza dei musei è dibattuto da tempo, a marzo del 2017 vi fu il furto del “Big Maple Leaf”, una moneta del valore di ben 3,75 milioni di euro, sottratta da una vetrina. I ladri probabilmente riuscirono ad entrare da una finestra, ad oggi la moneta risulta ancora scomparsa.

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