Firenze, Palazzo Niccolini: ritrovati gli affreschi di Angelo Michele Colonna

da | 11 Set 2020 | Arte e Cultura, Conservazione e Tutela

A Firenze è stato ritrovato l’importante ciclo di affreschi del pittore Angelo Michele Colonna per Palazzo Niccolini, attuale sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Dell’opera era stata persa traccia dal 1956. A dare l’annuncio è la Soprintendenza all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio per la città metropolitana di Firenze.

Il ciclo venne eseguito nella seconda metà del XVII secolo nell’ambito dei lavori di ammodernamento commissionati da Filippo primo marchese di Ponsacco e Camugliano, allora proprietario del palazzo. Si tratta di quadrature, ovvero architetture dipinte che ricoprivano pareti e soffitti della galleria di Palazzo Niccolini.

Qualche anno prima Angelo Michele Colonna (Cernobbio 1604 – Bologna 1687), pittore celebrato dalle corti italiane e straniere, aveva già affrescato alcune sale di Palazzo Pitti per i Medici.

Nel 1956, quando fu intrapreso il restauro di Palazzo Niccolini – per destinarlo a sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche – si decise di modificare la galleria che ospitava il ciclo per ricreare una loggia aperta, gli affreschi furono strappati e trasportati su tela. Purtroppo non vennero riposizionati e gli studi ne persero ogni traccia. Le recenti ricerche effettuate dall’architetto Clausi, funzionario della Soprintendenza, all’interno dell’archivio Niccolini hanno riportato alla luce i pagamenti ad Angelo Colonna stimolando la ricerca degli affreschi. È stata quindi avviata una ricognizione all’interno dei depositi, a cura dell’architetto Clausi in collaborazione con la dottoressa Vanessa Gavioli, responsabile dei depositi, e con l’architetto Hosea Scelza, funzionario competente per territorio, conclusasi con il ritrovamento del ciclo decorativo così come si presentava al momento della rimozione.

Gli affreschi, ad oggi, presentano diverse alterazioni della cromia originale e la Soprintendenza del ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (Mibact) ne ha caldeggiato il restauro presso il Provveditorato alle opere pubbliche.

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