Un dottorando italiano della Scuola Normale di Pisa ha riportato alla luce materiali architettonici dellantica Atene mai catalogati e custoditi nei magazzini del British Museum. La scoperta sta conducendo allaggiornamento del catalogo dei manufatti greci antichi conservati nel museo britannico. Lunico studio di tali manufatti risaliva ai cataloghi di A.H. Smith di fine 800.
La ricerca, avviata lo scorso febbraio, ha portato all’individuazione di materiali inediti, custoditi nei magazzini del British Museum e riferibili ad alcuni celebri templi attici non più attestati in loco e trascurati dalla letteratura scientifica. Grazie all’analisi del giovane Giuseppe Rignanese, dottorando in archeologia e storia dell’arte greca e romana, è stato possibile attribuire i frammenti a celebri templi come quello di Apollo a Daphni, situato lungo la Via sacra che collegava Atene al santuario di Eleusi. Fra i materiali architettonici sotto studio si trovano anche elementi di noti monumenti dell’Acropoli ateniese, come il Partenone e lEretteo.
Il lavoro svolto dal dottorando, avrà un grande impatto nel campo dell’architettura antica, portando luce su nuovi aspetti della storia delledilizia ateniese: Grazie anche allo studio dell’archivio spiega Rignanese sarà possibile fornire un catalogo aggiornato di tali reperti, al fine di ridiscuterne le cronologie, le attribuzioni ai rispettivi monumenti e le provenienze. Gli esemplari da me individuati permetteranno di far luce su alcuni aspetti della storia dell’edilizia ateniese con conseguenti implicazioni sulle conoscenze topografiche della Polis.
La ricerca del dottorando allinterno del British Museum è stata avviata grazie alla borsa di studio Erasmus + Traineeship Talent at Work della Scuola Normale Superiore e alla collaborazione della cattedra del professor Gianfranco Adornato con listituzione londinese.
Nei magazzini del British Museum di Londra sono custoditi frammenti di manufatti attribuibili a celebri templi dell’antica Grecia, giunti nella capitale inglese insieme ai leggendari marmi del Partenone acquistati da Lord Thomas Bruce, conte di Elgin, agli inizi del 1800. Ancora oggi, dopo oltre 250 anni dalla sua fondazione, le collezioni d’antichità del British Museum si sono dimostrate un contesto ideale di ricerca per ogni generazione di studenti e di studiosi, una miniera di preziose informazioni sui materiali, un luogo dove analizzare gli oggetti con il supporto dell’ottimo catalogo online, un ausilio tornato utile durante lemergenza Covid-19.
Il lavoro, iniziato a febbraio scorso e coordinato da Peter Higgs, senior curator del Greek and Roman Department del British Museum, è stato interrotto a causa dello scoppio del Covid-19 e riprenderà non appena terminerà l’emergenza sanitaria.