LUomo vitruviano andrà a Parigi. Si chiude così la vicenda che vede al centro il prestito del disegno di Leonardo da Vinci al Louvre, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte dellartista italiano. O almeno così sembra, perché sulla decisione di concedere lopera al museo parigino, incombe un possibile ricorso da parte dellassociazione Italia Nostra. Il trasferimento è illegittimo, dice Lidia Fersuoch, presidente della sezione veneziana della onlus. Come prevede lart. 66, comma 2, del Codice dei Beni culturali spiega -, non possono uscire dallItalia i beni che costituiscono il fondo principale di una determinata ed organica sezione di un museo, pinacoteca, galleria, archivio o biblioteca o di una collezione artistica o bibliografica, così come non possono uscire i beni suscettibili di subire danni nel trasporto o nella permanenza in condizioni ambientali sfavorevoli. Non solo: Potremmo fare anche un esposto alla Corte dei Conti, questa volta come sezione veneziana, contro il direttore Manieri Elia per danno erariale continua Fersuoch -, a causa del mancato introito per le Gallerie dellAccademia, che per dieci anni non potranno esporre al pubblico lUomo vitruviano.
Lo scambio, di cui si era cominciato a discutere già durante il governo Gentiloni, aveva subito diverse frenate, solo con il cambio di governo e il ritorno di Dario Franceschini è stata accelerata la trattativa nonostante le continue controversie. L’abbinamento di beni culturali e turismo è frutto dell’idea che i monumenti siano una sorta di giacimento da sfruttare: un’idea aberrante che accomuna la cultura al petrolio. Italia Nostra si augura dunque che il governo non voglia di nuovo accorpare il Turismo al MiBAC, anche per i costi che il cambio di denominazione comporterebbe afferma in una nota Mariarita Signorini, presidente nazionale di Italia Nostra. Alla nascita del governo giallo-verde – aggiunge – avevamo salutato l’accorpamento del Turismo all’Agricoltura come una buona notizia perché finalmente ridava dignità ai Beni Culturali e recuperava l’originaria vocazione educativa voluta da Spadolini al momento dell’istituzione del ministero.
Per Signorini il cambio di governo che ha riportato Dario Franceschini al MiBAC con la delega al Turismo impone una riflessione sul rapporto tra turismo, valorizzazione e tutela dei Beni Culturali. Il ritorno adesso di Dario Franceschini al ministero con la delega al Turismo – continua Signorini – fa presagire una inversione di rotta nelle politiche culturali dello Stato. Italia Nostra ribadisce che gli utili della cultura sono principalmente sociali: conteggiarli con gli indicatori del PIL significa sminuire il valore dell’immenso patrimonio culturale italiano. Tutelarlo e trasmetterlo alle generazioni future è un obbligo morale non sono verso i nostri concittadini ma verso il mondo intero. Un mondo sconcertato che vede ancora transitare le Grandi Navi in Laguna, quando tutti sappiamo quanto questo distrugga il delicato equilibrio di Venezia. Proprio questo caso, nella sua sconvolgente cecità, è un esempio di valorizzazione assolutamente negativa. Quando un’intera nazione si piega all’industria turistica di massa e accetta di deturpare e mercificare il proprio patrimonio senza riuscire a elaborare un’alternativa politica che trattenga sul territorio almeno una parte degli enormi utili delle multinazionali e non trasformi le città d’arte in tristi Luna Park di friggitorie e paccottiglia, il futuro non lascia presagire nulla di buono, conclude la presidente di Italia Nostra.