Annunciati in contemporanea mondiale i vincitori del Praemium Imperiale 2019

da | 18 Set 2019 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Foto: 1) William Kentridge nel suo atelier a Johannesburg, 2019 © The Japan Art Association / The Sankei Shimbun; 2) Tod Williams & Billie Tsien(U.S.A.)nel loro studio a New York, 2019 © The Japan Art Association / The Sankei Shimbun; 3) Anne-Sophie Mutter a Monaco © The Japan Art Association / The Sankei Shimbu; 4) Anne-Sophie Mutter con Krzysztof Penderecki a Londra, 2000 Per gentile concessione di Krzysztof Penderecki e Anne-Sophie Mutter.

Sono William Kentridge per la pittura, Mona Hatoun per la scultura, Tod Williams e Billie Tsien per l’architettura, Anne – Sophie Mutter per la musica e Bando Tamasaburo per teatro/cinema i vincitori del Praemium Imperiale 2019, “in honor of Prince Takamatsu” che voleva che il Giappone promuovesse la pace nel mondo attraverso le arti. Ogni vincitore che deve essere presente alla premiazione, viene riconosciuto per i risultati conseguiti, per l’influenza esercitata nel mondo dell’arte a livello internazionale e per il contributo dato alla comunità mondiale con la sua attività. Riceverà un premio di 15 milioni di yen (circa 122 mila euro), un diploma e una medaglia conferiti dal Patrono Onorario della Japan Association il principe Hitachi, zio dell’imperatore del Giappone, noto per le sue attività filantropiche. La cerimonia si terrà il 16 ottobre nello splendido complesso architettonico del Meiji Kinenkan di Tokyo. Un premio che si caratterizza per l’estremo rigore della selezione dei candidati e per l’autorevolezza di cui gode in tutto il mondo. E’ considerato il Premio Nobel delle arti.

La Borsa di Studio per Giovani Artisti, 5 milioni di yen (circa 41 mila euro), istituita nel’97 in occasione del decimo anniversario del Praemium Imperiale, è stata data a Demos, un programma di educazione musicale per ragazzi dai 7 ai 12 anni che vivono in zone con carenza di servizi o in aree agricole, gestito dalla Filarmonica di Parigi e selezionato dal Consigliere internazionale del Praemium per la Francia Jean -Pierre Raffarin.

L’annuncio del prestigioso riconoscimento internazionale che viene assegnato ogni anno dalla Japan Art Association a eminenti rappresentanti delle arti, come vuole il regolamento, è stato dato in contemporanea nei paesi dei Consiglieri internazionali, a Londra, Parigi, Berlino, Tokio, New York. E a Roma in un grande albergo di Via Veneto dal Consigliere Internazionale per l’Italia Lamberto Dini. Anno scorso a vincerlo per la musica fu il Maestro Riccardo Muti, questa volta non ci sono italiani. Ma rappresentano comunque una percentuale piuttosto alta. Su 154 premiati, a cui si devono aggiungere i cinque di quest’anno gli italiani sono 16, il dieci per cento. E il prossimo anno l’annuncio principale avverrà proprio a Roma e toccherà a noi scegliere chi premiare fra i giovani artisti. In passato sono stati scelti i talenti della “Juni Orchestra” di Santa Cecilia e l’Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, ricorda il Presidente Dini che sta pensando a quale settore artistico, a quale scuola indirizzarsi. “Non c’è solo la musica”, precisa.

E’ un nome conosciuto in tutto il mondo quello di William Kentridge, e in modo particolare in Italia e a Roma dove ha realizzato il grandioso fregio sul Tevere, partecipando a regie teatrali al Teatro dell’Opera. Sono appena terminate le repliche di “Waiting for the Sibyl” e due anni fa ha allestito per il Costanzi la “Lulu” di Alban Berg. Nato nel’55 da una famiglia ebrea emigrata in Sudafrica, i suoi genitori erano avvocati impegnati nella lotta all’”apartheid”, si è laureato in scienze politiche, ha studiati a Parigi, tentando varie strade. Ha cercato di essere attore, alla fine superati i trent’anni è tornato in Sudafrica e ha cominciato la sua carriera di artista con i disegni in movimento, una tecnica che permette di effettuare cancellazioni e aggiunte a una serie di disegni a carboncino che vengono filmati un fotogramma alla volta e collegati tra loro tecnicamente così da dare uno animazione. Apparentemente una tecnica molto semplice, molto espressiva, che cattura la profondità del tempo. Artista poliedrico, utilizza disegno, performance, musica e scultura per indagare le idee e i costumi del nostro mondo. Temi ricorrenti il cambiamento, la memoria, il tempo.

Ha sessant’anni l’artista palestinese britannica Mona Atoum che lavora con materiali diversi e spesso non convenzionali, usando anche la carta. Andata a Londra dalla Palestina e lì rimasta bloccata dalla guerra, decide di viverci. Nel corso degli anni ha sviluppato un linguaggio fatto di oggetti familiari, della vita quotidiana, gli oggetti di cucina, che vengono trasformati in qualcosa di minaccioso, pericoloso. Le interessa il perturbante, quando una cosa è del tutto normale c’è un evento traumatico che crea sentimenti di disagio, ansia e terrore, contraddizioni che destabilizzano. Ha vinto il premio d’arte Hiroshima e la visita in Giappone le ha dato nuova ispirazione. E’ considerata un’artista fra le più importanti a livello globale, le sue opere sono in tutte le principali collezioni. Insignita del premio Mirò, ha tenuto una grande mostra al Centre Pompidou di Parigi, a Londra, Chicago, Venezia. Vive a Londra e trascorre i suoi giorni lavorando, lavorando, lavorando.

Premio per l’architettura a due architetti americani Tod Williams e Billie Tsien che lavorano insieme dal ’77 e vivono a New Work dove hanno fondato un celebre studio di architettura che porta il loro nome. Si rivolgono in genere a committenti istituzionali, musei, associazioni, scuole. Sono convinti che l’architettura sia un atto di profondo ottimismo e cercano di lavorare per coloro che condividono questa loro opinione. Sentono di mettersi a servizio dei loro committenti, che incarnano gli stessi valori. “La gente dice che le costruzioni progettate da noi sono come persone. Cerchiamo di fare in modo che esprimano il senso di appartenenza”. Due personalità molto diverse, lui il tipico americano del Mid -West lei una cinese americana nata nello stato di N Y si definisce di cultura americana e di temperamento cinese. Le loro opere sono soprattutto negli Stati Uniti. Da ricordare “The Barnes Foundation” un museo esempio della loro filosofia in cui si fondono elementi diversi. Il loro progetto si basa sul concetto di “Galleria in un Giardino, Giardino in una Galleria”. Tutti i loro edifici hanno ottenuto importanti riconoscimenti . Nel 2016 l’ex presidente Obama ha annunciato che saranno loro a progettare l’”Obama Presidential Center” a Chicago. Il loro obiettivo è lasciare segni positivi sulla terra.

Il premio per la musica è andato alla violinista tedesca Anne – Sophie Mutter , 56 anni, considerata fra le più grandi del nostro tempo. La sua competenza, la sua tecnica, la sua sensibilità sono indiscutibili, come il suo amore per la musica ad ampio spettro. Fin da ragazzina un talento precoce, ha debuttato nell’81 con il maestro von Karajan che la chiamò a suonare alla Filarmonica di Berlino con cui continua a esibirsi. Ha suonato con grandissimi maestri, Seiji Ozawa, Zubin Meta, Daniel Barenboim, può vantare un repertorio vastissimo costituito dai classici fino ai contemporanei. Da 35 anni gira con un violino Stradivari. A 34 ha anni dato vita a una fondazione per scoprire e sostenere nuovi talenti, che si è trasformata in Fondazione Anna- Sophie Mutter che mette a disposizione lezioni di musica e borse di studio e offre ai giovani l’opportunità di suonare con lei. Nel 2011 ha avviato il progetto Mutter’s Virtuosi, un ensemble sotto la sua direzione artistica per trasmettere alle generazioni future ciò che ha ricevuto dai grandi maestri che ha avuto. Nel corso delle tournés in Europa, nord America, Asia, esegue con i virtuosi musiche classiche e contemporanee. Insignita dell’ordine francese delle arti ha ricevuto prestigiosi premi.

Premio teatro / cinema all’attore giapponese Bando Tamasaburo, nato nel ‘50 Una leggenda, considerato uno dei più grandi attori del Teatro Kabuki. Ammirato come il massimo rappresentante degli attori “onnagata”, attori che si specializzano nell’interpretazione dei ruoli femminili. Celebre per la sua grande capacità di rappresentare la grazia e la bellezza femminile ed esprimere lo spirito del personaggio che rappresenta. Nel corso degli anni ha interpretato tutti i personaggi che incarnano il fascino e la magia del Teatro Kabuki. In Giappone la sua popolarità non ha pari, tanto che ha ricevuto il riconoscimento di “Tesoro nazionale vivente” concesso a personalità che rappresentano al massimo lo spirito e l’essenza del Giappone. In patria, per la sua forza creativa, è conosciuto come un maestro della propria arte e un ambasciatore della cultura giapponese nel mondo. Ma la sua creatività non si ferma al Kabuki, ha vestito anche i panni di Desdemona e ha avuto collaborazioni con artisti come Béjart, Baryshnikov e con registi internazionali come Wajda che lo scelse come protagonista maschile e femminile del suo “Nastasja” da Dostovskij.

Informazioni: www.preamiumimperiale.org

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