Foto: sala del Capitano del Popolo, Siena
Sono 478 le opere darte di autori italiani del 900 che un collezionista, che resterà un anonimo fino alla firma del passaggio, ha donato al Comune di Siena. Il valore dellintera collezione è valutato 1,75 mln di euro. La raccolta contiene opere che rappresentano un ampio panorama della produzione del secondo Novecento e di alcuni dei movimenti che l’hanno contrassegnato: movimento spaziale, l’informale, il concettuale, il neoconcretismo ed è costituita da artisti italiani di grane valore come Lucio Fontana, Emilio Vedova, Roberto Crippa, Gianni Dova, Renato Guttuso, Valerio Adami, Agostino Bonalumi.
Le opere in un primo momento andranno in un caveau a Padova per ulteriori accertamenti sullo stato di conservazione in attesa della progettazione di una mostra da allestire nel complesso museale di Santa Maria della Scala, come indicato dal donatore, dove verranno esposte 250/300 opere della collezione .
Il Consiglio comunale ha approvato, lunedì scorso, la delibera per l’accettazione delle opere nonostante le critiche dellopposizione che ha chiesto un approfondimento, tramite una perizia, circa la la qualita’ e il valore di ogni singola opera oltre a considerare lonere per la conservazione ed il mantenimento.
Anche le condizioni richieste dal donatore hanno generato molte polemiche: la raccolta donata deve essere esposta in maniera unitaria, completa e permanentemente, in spazi individuati e ristrutturati all’interno del complesso museale di Santa Maria della Scala. Curatore della mostra dovra’ essere Alberto Zanchetta (35mila euro per un triennio) e costi di trasporto, assicurazione, allestimento e valorizzazione sono a carico del Comune.
“Si tratta – ha illustrato De Mossi nell’aula consiliare – di una donazione meramente liberale che, pur prevedendo alcuni impegni di spesa come quello relativo alla copertura assicurativa, alle spese di deposito e trasporto, arricchirà, considerevolmente, il patrimonio artistico della città”. Il sindaco ha ricordato che “altri musei erano interessati a questa collezione ma la donante ha scelto Siena e questa opportunità non va persa”. De Mossi ha ricordato i controlli effettuati sulle opere: “Abbiamo un’autocertificazione della persona che dona, le verifiche del notaio Viapiana di Bologna, comprensive dell’antiriciclaggio”, oltre alla perizia effettuata dall’esperto nominato dal Comune. “La volontà espressa dal donatore – ha concluso il primo cittadino di Siena – affinché la sua collezione privata diventasse collezione pubblica, e quindi accessibile, aperta a chiunque voglia visionarla e ‘avvicinarsi’ ad artisti che testimoniano movimenti e tendenze nate nel periodo successivo la seconda guerra mondiale rafforza, in maniera determinante, la funzione educativa che in certi ambiti è tenuto a svolgere un Ente pubblico. Il Comune di Siena si troverà, quindi, a custodire un patrimonio culturale nazionale di grande valore storico ed estetico che andrà ad aggiungersi a quello già esistente all’interno dei musei cittadini, così da promuovere appieno un’azione culturale estesa.