Sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Dai musei alle biblioteche, a monumenti, parchi e manoscritti rari. I beni culturali sono di diversa tipologia e diversa proprietà: pubblica, dello stato o di enti territoriali, o di proprietà privata. Attorno a questa definizione Open Polis ha elaborato una analisi, sui dati Mibac, sulla spesa dei comuni italiani per i beni culturali presenti nel proprio territorio.
205.443 i beni culturali registrati in Italia, secondo i dati 2017 del Ministero per i beni e le attività culturali. Dei 7.983 comuni considerati dal Mibac nel 2017, solo 575 (7%) non hanno nessun bene culturale sul proprio territorio. Tranne per alcuni beni, la tutela conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale è materia gestita a livello centrale. Nonostante la centralità dello stato, gli enti territoriali hanno comunque un ruolo nella gestione del patrimonio culturale rilevabile anche nei loro bilanci. Le amministrazioni locali destinano le loro risorse per la tutela e la valorizzazione di beni e attività culturali, tra due azioni principali:
“valorizzazione di beni di interesse storico” comprende le spese per la manutenzione e la ristrutturazione di strutture di interesse storico e artistico. Sono inoltre incluse le risorse destinate alla realizzazione di iniziative per promuovere il patrimonio dell’ente.
“attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” comprende le spese per le attività culturali e il funzionamento di strutture che non sono di interesse storico, ma hanno finalità culturali.
La ricerca ha così ricostruito, partendo dai bilanci dei comuni, la spesa per beni e attività culturali, effettuata dai comuni più popolosi d’Italia nel 2017.
I risultati che emergono, vedono Firenze prima in classifica con 117,51 euro pro capite, seguita da Trieste (93,49) e Milano (81,18). Le città del sud invece chiudono la classifica, con livelli di spesa inferiori ai 20 euro pro capite. Roma è decima in classifica per livello di spesa anche se è prima per numero di beni. Va considerato che gran parte dei beni presenti nel territorio di Roma sono gestiti dal Mibac oltre che da enti ecclesiastici e da proprietari sia pubblici che privati.
I territori del centro Italia hanno complessivamente un maggior numero di beni culturali rispetto ad altre aree del paese. Considerando i dati comune per comune, Roma ha il patrimonio più ampio, con 6.239 beni, seguita da Genova (4.356) e Venezia (3.790). Fanalino di coda dei capoluoghi di provincia è Napoli con 13,53 euro pro-capite, preceduta da Messina con 14,45 euro; poco di più spendono Palermo 17,55 euro e Bari 18,97 euro.