Sono tanti I rumors che indicano Tomaso Montanari a successore di Eike Schmidt direttore degli Uffizi (il cui mandato si conclude in autunno.) e delle Gallerie dellAccademia non appena sarà attuata la riorganizzazione del Mibac voluta dal ministro Bonisoli, E lo stesso Montanari che, in una intervista allAnsa, smentisce questa possibilità dando 2 principali motivazioni: “La prima e’ che disapprovo radicalmente la riforma Franceschini” mentre la seconda “e’ che non sono e non sono mai stato alla ricerca di altri lavori; sui musei aggiunge: oggi sono in mano alla politica” e si dice incompatibile, stante la situazione attuale, a dirigerne uno. Nei giornali si legge che sarei ‘in pole position’ non per i miei studi di storia dell’arte o per le mie riflessioni sul patrimonio e sui musei, ma perche’ ‘vicino ai grillini.
Lo scorso mese è stato nominato presidente del Comitato tecnico scientifico per le Belle Arti del Mibac e nominato nel Comitato scientifico degli Uffizi. Relativamente ai due recenti incarica precisa Montanari che: come presidente del comitato scientifico per le Belle Arti: al Mibac, la nomina è universitaria”. Quanto agli Uffizi, precisa il professore, “ho accettato di stare nel consiglio scientifico perche’ e’ un posto che non ha retribuzione ne’ potere: e’ un posto dove esprimere motivato e leale dissenso, in scienza e coscienza. Il ministro Bonisoli me l’ha chiesto per garantire una visione opposta a quella di Franceschini-Schmidt e cosi’ ho accettato”. Il vero fronte su cui e’ necessario impegnarsi, sottolinea Montanari, “e’ la partita per la tutela del patrimonio, quel patrimonio diffuso e fuso con l’ambiente di cui parlo nel brano che e’ stato scelto per la maturita’.
Sulle voci della sua nomina agli Uffizi, prosegue: “Mi pareva francamente assurdo” “mi sembrava di dover commentare il nulla. Poi pero’, visto il moltiplicarsi degli articoli sui giornali e visto anche il conseguente moltiplicarsi degli attacchi nei miei confronti, mi sono scocciato”. Critico sulla scelta del Mibac di accorpare gli Uffizi con le Gallerie dellAccademia che definisce “demenziale”. “Si puo’ fare politica fuori dai palazzi, anzi si deve”, ripete. Cita Pasolini quando nel ’74 scriveva “il coraggio intellettuale della verita’ e la pratica politica sono due cose inconciliabili, in Italia”. Nel 2019, sorride amaro, “il coraggio intellettuale della verita’ e’ incompatibile anche con la direzione di un museo.