Non c’è pace per Frida Kahlo. Ennesima lite sull’immagine dell’artista

da | 25 Giu 2019 | Arte e Cultura, Leggi e regolamenti

Ennesima controversia sorta sui diritti di utilizzo del celebre marchio patronimico Frida Kahlo, nome con il quale è conosciuta Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderon, inquieta artista messicana e icona internazionale di donna indipendente e rivoluzionaria.

La sua immagine è diventata, in questi ultimi anni, un simbolo di ispirazione e di femminismo, ma non solo… anche di merchandising internazionale. Il volto della pittrice è stato prestato per la produzione di un’ampia varietà di oggetti che vanno dai lucidalabbra ai liquori, dai vestiti alle barbie.

Chi però detiene il diritto di utilizzo dell’immagine dopo la morte dell’artista?

La questione è alla base di un procedimento, pendente avanti la corte distrettuale dello Stato della Florida, recentemente promosso dalla società panamense Frida Kahlo Corporation (“FKC”), titolare di numerosi marchi statunitensi che riproducono l’immagine di Kahlo, contro VersaLicensing, società messicana che fornisce servizi di produzione, distribuzione e merchandising di successo, per aver riprodotto su delle magliette il nome e l’immagine della Kahlo.

La causa, in realtà, rappresenta la punta dell’iceberg di una controversia ancor più profonda che da tempo vede contrapposte FKC e Mara Cristina Romeo Pinedo, figlia di Isolda Pinedo Kahlo e nipote di terzo grado dell’artista, già socia di controparte ma nel tempo allontanatasi (“became disaffected”, secondo quanto da lei dichiarato), la quale sostiene di essere la sola titolare del diritto all’immagine di Frida in quanto unica discendenza diretta, e che su tali basi contesta la validità dei marchi di FKC e la legittimità delle registrazioni in capo alla società.

Non è la prima volta che i vari eredi dell’artista si fronteggiano in tribunale. Già in passato, infatti, alcuni di loro avevano agito contro FKC, quella volta attraverso la loro diversa società “Familia Kahlo S.A de C.V”, per bloccare la produzione di barbie rappresentanti Frida autorizzate dalla convenuta, riuscendo ad ottenere così un’ingiunzione temporanea contro la vendita delle bambole in Messico.

La corte della Florida dovrà pronunciarsi a breve, sulla base del diritto invocato.

Se la questione, o una questione analoga, fosse demandata ad un giudice italiano e decisa sulla base della nostra legge, il giudice dovrebbe prima di tutto verificare se chi rivendica il diritto è legittimato a proporre la relativa azione, in particolare sulla base delle disposizioni del codice civile e della legge 633/1941 sul diritto d’autore, relative a immagine (art. 10 c.c.) e ritratto (art. 96 legge autore), che riservano la legittimità ad agire ai congiunti più prossimi, come individuati rispettivamente dall’art. 10 (genitore, coniuge o figli) e dall’art. 96 legge autore (rinviando in merito al disposto dell’art 93: coniuge o figli “o in loro mancanza dei genitori ovvero, in assenza di tali soggetti, dei fratelli e delle sorelle o, quale ultima ratio, degli ascendenti e discendenti diretti fino al quarto grado”).

Il diritto all’immagine è, per sua natura, espressione dell’essenza della persona dell’originario titolare e, per questo, non è trasmissibile mortis causa; la legittimità ad agire per la tutela dell’immagine da parte degli eredi non è si fonda quindi iure successionis, ma bensì iure proprio. Di fatto, coloro che potrebbero attivarsi per tutelare i diritti personali dell’autore defunto non saranno chiamati a tutelare i diritti di costui, ma diritti propri, acquisiti in un’ottica costituzionalmente orientata di solidarietà familiare.

Sempre in tema di diritto all’immagine reclamato da eredi, una certa eco hanno avuto nel nostro paese le cause promosse dagli eredi di Audrey Hepburn, per diversi usi non autorizzati dell’immagine della nota attrice, all’esito delle quali i tribunali aditi hanno riconosciuto la legittimità dei ricorrenti e accolto le loro richieste di risarcimento del danno (così da ultimo anche Trib. Torino, 27 febbraio 2019).

Per la causa sui diritti all’immagine di Frida Khalo non ci resta tuttavia che attendere il responso del giudice statunitense.