Il 21 giugno, presso la Limonaia Grande del Giardino di Bobolia Firenze, ha aperto i battenti la mostra intitolata Larte di costruire un capolavoro: la Colonna Traiana, unesposizione progettata dalle Gallerie degli Uffizi e dal Museo Galileo il cui obiettivo è quello di illustrare il processo di realizzazione del monumento, con modelli in scala sia dellopera che delle macchine impiegate nella costruzione.
Un pezzo eccezionale dellarte innalzato dal genio di Apollodoro di Damasconel cuore di Roma nel 113 d.C. dal primo imperatore di origini iberiche, Traiano, per celebrare la conquista della Dacia.
Il repertorio decorativo della Colonna è stato studiato a fondo, mentre invece non è mai stata prestata altrettanta attenzione alle fasi costruttive del monumento: lestrazione dalle cave di Luni, il viaggio per mare fino al Portus Romae e larrivo alla capitale risalendo il Tevere.
Lesposizione, fino al 6 ottobre mostrerà proprio lanalisi approfondita dei documenti storici, archeologici e iconografici raccontando la colonna in modo inedito e rivisitandone la vicenda costruttiva con criteri rigorosamente filologici. Si spiegano dunque le tecniche impiegate per estrarre i ventinove giganteschi blocchi di marmo nelle cave delle Alpi Apuane; le soluzioni ideate per condurli fino al porto, imbarcarli sulle navi marmorarie e trascinarli fino allarea dei Fori, nella quale era allestito il cantiere.
Come commenta il curatore della mostra Giovanni Di Pasquale La Colonna Traiana, espressione dellabilità artistica delluomo, come altri monumenti dellantichità deve però essere inquadrata anche allinterno delle conoscenze tecniche e scientifiche che ne permisero la realizzazione. La sua costruzione non è che il coronamento di unimpresa che comincia ben più a nord di Roma, in una cava sulle Apuane poi denominata di Fantiscritti, luogo privilegiato per lestrazione di quel marmo lunense che era stato scelto per abbellire monumenti e edifici della capitale e di altre località dellimpero. Le conoscenze che hanno permesso di portare a compimento tutte le fasi di quellimpresa, mai registrate in forma scritta, sono svanite con la fine delle civiltà che le misero in atto. Tuttavia, il dialogo tra fonti letterarie, archeologiche, epigrafiche, iconografiche e numismatiche permette di ricomporre, almeno in parte, i pezzi di quella straordinaria avventura.
Caratterizzata da una complessità architettonica e ingegneristica del tutto rivoluzionaria per il periodo, la Colonna Traiana è espressione degli elevatissimi livelli raggiunti dalla civiltà romana nellarte del costruire. Tra gli obiettivi della mostra vi è anche quello di contribuire a colmare una lacuna scientifica sullargomento, in quanto, sebbene il repertorio decorativo del monumento sia stato nel tempo studiato a fondo, finora non ne è stato esaminato con altrettanta attenzione il processo di realizzazione. Come sottolinea il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, Anche se molti altri frammenti di quellimmenso universo architettonico che fu il Forum Ulpium sono presenti nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi, i due Daci, sentinelle di porfido poste a guardia dellaccesso a Boboli forniscono la prova più evidente del destino che lega il Giardino alla Colonna Traiana e al suo mito. Nessun altro contesto se non il giardino di Boboli (esso stesso, del resto, una sorta di traduzione rinascimentale degli horti imperiali che circondavano Roma), sembra più adatto a far rivivere la fortuna e la fama di un monumento che da sempre è stato sentito come paradigma della gloria della Città Eterna.
Al centro del percorso della mostra vi sono i modelli in scala della Colonna Traiana e delle macchine impiegate nella costruzione. È inoltre possibile ammirare una ricca selezione di reperti originali, con prestiti eccezionali da oltre 20 musei: sono rilievi, mosaici, strumenti scientifici, parti di macchine da cantiere, e un prezioso arazzo che raffigura Traiano mentre discute con Apollodoro di Damasco, autore del progetto della Colonna.
Imponente e solenne – commenta il Direttore del Museo Galileo Paolo Galluzzi – la Colonna Traiana domina lomonimo Foro da quasi due millenni. Eppure tra la massa sterminata dei visitatori che da secoli sostano ammirati davanti al monumento, è esiguo il numero di coloro che si interrogano su come sia stato possibile erigere quella poderosa struttura con i mezzi tecnici a disposizione delle maestranze del tempo. Per questo abbiamo ritenuto opportuno porre al centro del progetto espositivo la ricostruzione della straordinaria avventura delledificazione di quel monumento, in modo da far risaltare lingegno, la sapienza tecnica e il lavoro degli uomini che resero possibile quel conseguimento.
La mostra, progettata dalle Gallerie degli Uffizi e dal Museo Galileo, è curata da Giovanni Di Pasquale con la collaborazione di Fabrizio Paolucci. Catalogo Giunti.
Litinerario espositivo è integrato dai sussidi multimediali prodotti dal Museo Galileo, che illustrano le tecnologie costruttive impiegate dai Romani.
Un sito web dedicato (https://mostre.museogalileo.it/colonnatraiana) ne offre una versione virtuale. La mostra sarà poi affiancata da attività di laboratorio specificamente progettate per le scuole e per altre tipologie di visitatori. Infine, a corredo dellesposizione, sul sito ufficiale delle Gallerie degli Uffizi è consultabile una mostra virtuale (https://www.uffizi.it/mostre-virtuali/sulle-tracce-di-traiano-mostra-virtuale) dedicata alle antichità di epoca traianea presenti nelle collezioni di Uffizi, Palazzo Pitti e Boboli (a cura di Manola Giachi). Le Gallerie degli Uffizi, infatti, conservano un nucleo di sculture provenienti dal Foro di Traiano di grande rarità e importanza, fra le quali si possono ricordare le cosiddette Sabine della Loggia dei Lanzi (in realtà effigi monumentali delle donne della famiglia di Traiano) o i Daci in porfido posti allingresso di Boboli.