Foto: Costanzo Jannotti Pecci presidente di Federterme
Anche Federterme è stata chiamata allaudizione sul ddl delega al governo in materia di turismo. Il presidente Jannotti Pecci ha evidenziato lapporto che il turismo termale può dare per lincremento dei flussi turistici particolarmente per i periodi di destagionalizzazione. E evidente che con il turismo sanitario si potrebbero anche accrescere i flussi turistici nei mesi di bassa stagione favorendo la destagionalizzazione, senza considerare che la filiera della salute è un settore che attiva la produzione di beni e servizi di comparti diversi (white economy) come attesta la crescita documentata del peso degli acquisti a maggior valore aggiunto come i servizi professionali, le telecomunicazioni, linformatica, le strumentazioni mediche. Ma bisogna che le forze parlamentari di tutti gli schieramenti decidano di riconoscere priorità allindustria del turismo, per lapporto economico ed occupazionale atteso; fare presto e bene è utile e possibile con la indispensabile volontà politica. ha spiegato il presidente Jannotti Pecci. Nella seconda parte dellaudizione il presidente ha elencato quelle azioni concrete che il ddl turismo dovrebbe prevedere:
Trasporti dedicati ed attrezzati per le categorie più fragili, soprattutto in termini di accessibilità, tempi e costi
Abbattimento delle barriere linguistiche e creazione di contact point nei Paesi di origine con idonee iniziative di comunicazione/narrazione
ICT e e-health e correlate iniziative formative
Favorire unofferta sanitaria integrata tra le diverse strutture sulle quali si articola il percorso di cura/riabilitazione e le relative destinazioni (che a livello area UE potrebbe interessare oltre 3.500.000 persone).
Mentre il Presidente di Federterme spiegava alla commissione le potenzialità del turismo termale per leconomia del turismo e per loccupazione, sulle agenzie passava la notizia che LInps chiude i rubinetti alla terme, grido di attenzione lanciato soprattutto dal sindacato Cgil con la Filcams di Parma, assieme al locale Patronato Inca, denunciano infatti “un’altra ingiustificabile ingiustizia” a danno del sistema termale. Spiega il sindacato, che “l’Inps, a differenza dell’Inail, non ha firmato i protocolli operativi specifici riguardanti la ripartizione degli oneri tra servizio sanitario nazionale e gli enti previdenziali e assicurativi al fine di garantire il diritto alle alle cure termali”. A rischio dunque il rimborso delle spese di viaggio e soggiorno (che sono appunto prestazioni economiche accessorie) di chi si cura alle terme su prescrizione medica. Si rischia di colpire ulteriormente un settore gia’ in crisi, gia’ endemicamente non prospero”, avvisano Filcams e Inca. Basta guardare a quanto sta accadendo a Salsomaggiore Terme, citta’ che per decenni e’ stata punta di diamante nel panorama nazionale e non solo: le ex Terme di Salsomaggiore e Tabiano sono dal 2015 in concordato, mentre l’Istituto Baistrocchi nei mesi scorsi ha avviato richiesta al Tribunale per un percorso simile. Non resta pero’ che fare appello perche’ l’Inps “immediatamente riveda la propria decisione e affinche’ in Parlamento si agisca per ridare al termalismo l’importanza e la strategicita’ che merita, sia dal punto di vista della salute che del turismo dicono la Filcams di Parma e il Patronato Inca.