Direttore alla Reggia di Caserta. Anche il sindacato dirigenti solleva dubbi sulla trasparenza e sulla procedura adottata

da | 3 Giu 2019 | Arte e Cultura

La questione delle nomine per il rinnovo dei direttori di 3 musei “autonomi” sta prendendo una brutta piega. Ora anche il sindacato Unadis è intervenuto sulla procedura per la selezione dei candidati sollevando dubbi non trascurabili circa la trasparenza e l’applicazione delle norme, dovute, per il corretto iter delle selezioni. Il focus di tutta la vicenda delle selezioni è sempre sulla nomina dell’arch Tiziana Maffei a direttore della Reggia di Caserta. Questa nomina è stata impugnata da uno dei candidati il direttore del servizi I della D.G. musei, Antonio Tarasco, ma proteste sono venute anche da altri candidati. Tarasco però ha prima inviato al Presidente del Consiglio Conte ed al ministro Bonosoli un ricorso in autotutela per l’annullamento della nomina di Tiziana Maffei a direttore della Reggia di Caserta e poi un ricorso al Tar. Tarasco nel ricorso afferma di essere stato escluso nella scelta finale, nonostante aver avuto un punteggio complessivo, per le 2 fasi della selezione, superiore ai tre candidati che hanno composto la terna indicata dalla commissione al ministro Bonisoli per la scelta del direttore da nominare. Il Ministro Bonisoli ha ripetuto in più occasioni, l’ultima al question time alla Camera, che la selezione non prevede la somma dei punteggi ottenuti per ognuna delle fasi della selezione, ma si riparte da 0 punti per ogni fase. “Mi sorprende – ha affermato Bonisoli – che un dirigente del ministero appartenente alla direzione generale dei musei, ignori le ‘sottigliezze’ di questa giurisprudenza. Però, al di là di tutto, vi confermo la bontà della scelta del nuovo direttore della Reggia di Caserta che è Tiziana Maffei, a cui faccio i migliori auguri” (lo riporta Travelnostop 30/05/19).

A questo punto sarà il Tar del Lazio a decidere. Il sindacato Unadis ha però sollevato una serie di quesiti (10) “a garanzia della trasparenza e del merito nel conferimento degli incarichi dirigenziali pubblici, peraltro di livello dirigenziale generale” ed ha posto, per iscritto, al Ministro Bonisoli, le seguenti domande:

1. Se la supposta separazione delle tre fasi concorsuali sia contenuta nella normativa e quale essa sia.

2. Se il bando di selezione pubblica internazionale con cui è stato indetto il concorso autorizzi la commissione esaminatrice a non tener conto del punteggio conseguito con i titoli.

3. Quale sia il punteggio conseguito al colloquio orale da tutti i candidati inseriti dalla Commissione nelle terne all’interno delle quali il Ministro ha scelto di nominare dirigenti generali dello Stato della Reggia di Caserta, della Galleria dell’Accademia di Venezia e del Parco archeologico di Pompei, incluso il punteggio conseguito al colloquio orale dall’arch. Tiziana Maffei.

4. Perché non sono stati resi pubblici i punteggi conseguiti da tutti i candidati selezionati per il colloquio orale e, in particolare, di quelli inseriti nelle terne.

5. Perché la Commissione esaminatrice non ha inserito nelle terne finali i candidati che hanno riportato il punteggio complessivo maggiore pur avendo prima stabilito che sarebbero stati inseriti nella terna “quei candidati che avranno conseguito il punteggio più elevato”. Seppure tale punteggio fosse – in maniera totalmente assurda e contraria ad ogni principio elementale di selezione pubblica concorsuale – solo quell’orale, perché di tale punteggio non vi è alcuna traccia dei verbali della commissione?

6. Seppure dovesse considerarsi prevalente il punteggio conseguito al colloquio in luogo della sommatoria di quello conseguito ai titoli e al colloquio, perché la commissione ha autonomamente stabilito di assegnare, per il colloquio, solo 20 punti e per i titoli ben 80 punti? Se davvero fosse stata più importante la fase del colloquio, perché la Commissione ha assegnato a questa un punteggio quattro volte inferiore?

7. Come può scegliersi un dirigente generale dello Stato reclutandolo in maniera completamente libera e discrezionale, senza alcuna trasparenza, ed attingendo a liberi professionisti e non a dirigenti di ruolo, e senza neanche motivare il perché la dirigenza di ruolo – quella sì selezionata attraverso un normale e rigoroso concorso pubblico – viene scartata?

8. Perché il Ministro Bonisoli non ha ancora reso pubblici tutti i verbali della commissione esaminatrice e tutti i curriculum dei candidati selezionati per i colloqui dei candidati aspiranti alla direzione della Reggia di Caserta, Parco archeologico di Pompei e Galleria dell’Accademia di Venezia? Unadis chiede che siano pubblicati sul sito del Ministero.

9. Perché la commissione esaminatrice di aspiranti dirigenti generali è stata condotta da una commissione formata unicamente da tre storici dell’arte e da due archeologi, senza alcuna integrazione con dirigenti e magistrati pubblici?

10. Come ha fatto una commissione formata da archeologi e storici dell’arte esaminare i titoli dei candidati giuristi ed economisti? Con quale perizia tecnica sono stati assegnati i punteggi dalla Commissione?

“Fin d’ora si anticipa che il sindacato dei dirigenti dello Stato, esprimendo viva preoccupazione per come è stata gestita la procedura di conferimento di tutti gli incarichi dirigenziali generali dei tre importanti musei statali, in mancanza della pubblicazione nel sito istituzionale del MiBAC di tutti gli atti della procedura pseudo-concorsuale in questione, avanzerà formale richiesta di accesso civico. La scelta dei dirigenti per i ruoli di responsabilità determina le sorti dell’Amministrazione. Solo se le procedure di “reclutamento” sono “sane” e si svolgono nel rispetto dei principi di correttezza, buona fede, imparzialità e tutela dell’affidamento, l’azione amministrativa può essere corretta.” è la conclusione del comunicato emesso dall’Unadis che mostra così la volontà di proseguire nell’azione di trasparenza sugli atti prodotto dal procedimento. Riuscirà l’Unadis per primo ad ottenere la chiarezza sulla vicenda, o dovremo aspettare il Tar?