Compare nel portico, al termine dello Scalone dOnore realizzato dallarchitetto Flaminio Ponzio nellambito dellintervento architettonico voluto da papa Paolo V con affaccio sul giardino, la statua in granito verde Giovane atleta di Francesco Messina (1934 -1992). Da un lato i giardini, dallaltro il Cortile dOnore dove si fronteggiano sotto il Torrino il grande Disco in forma di rosa del deserto di Arnaldo Pomodoro e i due bronzi informali di Pietro Consagra Colloquio mitico del 59 e Miraggio mediterraneo del 61. Latleta classico in riposo, rappresenta lideale conclusione di un percorso allinterno del Palazzo del Quirinale e nei giardini che potrebbe iniziare proprio dalla vista allaria aperta delle sculture di Consagra e Pomodoro.
Liniziativa parte da una constatazione spiega il Segretario Generale Ugo Zampetti il ricco corredo del Palazzo si ferma al Regno dItalia. Ma questo è un Palazzo vivo, vitale, è sempre stato sede della massima magistratura dello Stato, dove svolge le sue funzioni il Presidente, visitato da quando è stato aperto nel 2015 da quasi 500 persone al giorno. Individuata la lacuna, lidea è stata di colmarla inserendo opere darte e di design dal dopoguerra a oggi. Un percorso artistico accanto al percorso storico. Non una mostra però, né unesposizione permanente, ma il Quirinale che si apre al contemporaneo. Unoperazione non solo di valore estetico, ma con radicamento istituzionale affidata alla cura dellarchitetto Cristina Mazzantini.
Ci si è concentrati su alcuni momenti significativi, su alcuni protagonisti del mondo dellarte, dalla Scuola Romana allArte povera, allinformale fino al trasmediale e via elencando, presentando opere in tutti i materiali plastica esclusa. E sullaltro versante si è raccolto quello che ha prodotto lItalia nel campo del design la forma darte più completa degli ultimi settantanni un vera eccellenza italiana per la Mazzantini. Da un lato una collezione darte, pittura, scultura, fotografia, arte tessile, 36 opere di 32 artisti, e dallaltro 32 creazioni di designer italiani, prodotte in Italia da aziende italiane.
Il problema – dice larchitetto Mazzantini era legato anche al Palazzo, un ambiente prezioso, che deve essere capace di comunicare lidentità italiana di oggi, lItalia non sono dei nonni, ma dei figli e dei nipoti e di rappresentare quello che ha fatto lItalia repubblicana, leccellenza dellarte e la quotidianità del design. Ma sempre nel rispetto del luogo che non può essere divisivo. Scelto lartista e lopera si è pensato alla sala più appropriata evitando di fare modifiche in quelle sale che avevano assetti decorativi originali, non modificati nel tempo. Sempre al fine di unintroduzione armoniosa, un dialogo sereno fra presente e passato, fra astrazione e figurazione, fra contemporaneità e storia. Quindi nessun appello ai confronti stridenti, alle provocazioni, ma al contrario la ricerca dellarmonia fra materiali, opere e stili diversi.
E di questo ci si accorge percorrendo le sontuose sale del piano nobile del Palazzo dove tra decorazioni, tappeti, arazzi, consolle, lampadari di Murano, preziosi rivestimenti lignei dei Piffetti non sfigurano gli inserimenti contemporanei che anzi appaiono talvolta in continuità con lantico. Dalle meravigliose lampade di Vico Magistretti nello Studio alla Vetrata del Presidente, allincantevole Trumeau Architettura del 51 di Piero Fornasetti e Gio Ponti nella Sala della Vittoria, al prezioso Concetto spaziale in acrilico e tagli su tela e argento di Lucio Fontana che domina dallalto la consolle dorata e lantico vaso nella Prima sala di rappresentanza. E ancora, escludendo le sale che come quelle sabaude sono rimaste integre, De Chirico, Melotti, Boetti, Accardi, Castiglioni, Aulenti, Fioroni Ci si può chiedere cosa faccia tutto solo il Leone in bronzo di Davide Rivalta al centro della Galleria delle Regioni, e forse si può pensare che controlli tutto il Grande Cardinale seduto in legno di cirmolo dorato di Manzù posto al fondo della Cappella Paolina. E poi altre opere nei giardini. Non cè tutta la nostra storia (manca per esempio il Futurismo che certo è nato prima), ma è un lavoro in divenire e può crescere nel tempo. Un ritardo nei confronti del contemporaneo che è durato nel tempo e si spiega anche con latteggiamento dei Savoia che erano più sensibili allantico, precisa Mazzantini, che ricorda come al Quirinale ci sia un solo Balla e figurativo.
Loperazione Quirinale Contemporaneo non spoglia i musei, anzi rende visibili opere che lo sarebbero di meno e a costo zero. Infatti a seguito di contatti con gli artisti, i loro eredi, le fondazioni, dipinti e sculture sono stati concessi in comodato duso pluriennale e gli oggetti di design sono stati donati dalle case produttrici. Le uniche spese sono quelle relative al trasporto, agli allestimenti e alle assicurazioni.
Visitabile dal 2 giugno 2019 Festa della Repubblica con le consuete modalità.