Reggia di Caserta. La nomina del direttore è ancora aperta. Si va al Tar

da | 30 Mag 2019 | Arte e Cultura

La vicenda della nomina del direttore della Reggia di Caserta non sembra attenuarsi nonostante le ripetute comunicazione rassicuranti del ministro Bonisoli, ripetute anche oggi (Mercoledi 29) al question time alla Camera. Tutto a posto, nulla è stato fatto fuori dalle regole stabilite dal decreto della D.G. Organizzazione del 23 novembre 2018 che bandisce il concorso; il punteggio assegnato dalla Commissione ai candidati della prima fase (valutazione dei titoli ) non si somma al punteggio conseguito nella seconda fase (colloqui) dai 10 “finalisti” ma il primo punteggio è azzerato e si riparte con la nuova valutazione che porta alla proposta di una terna di candidati tra i quali il ministro sceglie, senza conoscere il punteggio conseguito da ciascun candidato, il nuovo direttore. Questa in sintesi è la posizione del ministero. Eppure più di qualcuno non la pensa nello stesso modo; non solo il prof Tarasco ma anche un’altra candidata, la storica dell’arte Maria Giuseppina Di Monte, direttrice dei Musei Andersen, Praz e Manzù, lamenta la stessa sorte di Tarasco. Di Monte avrebbe conseguito un punteggio complessivo almeno pari a quello della vincitrice e di un punto inferiore allo stesso Tarasco (lo riporta il quotidiano Il Tempo nell’edizione del 29 maggio).

Il prof. Tarasco, da parte sua, non si è limitato al solo atto di autotutela indirizzato al premier Conte ed al ministro Bonisoli (24 maggio 2019) con il quale ha chiesto l’annullamento del concorso e della conseguente nomina dell’arch. Maffei, ma è andato ben oltre; forte del suo convincimento, sostenuto anche dalla sua competenza specifica di professore ordinario di diritto amministrativo, è andato a “bussare” alla porta del TAR del Lazio, preparando un ricorso contro il Mibac “per l’annullamento previa concessione di misure cautelari del verbale n.9 del 5 aprile 2019, concernente la «Procedura di selezione pubblica per il conferimento dell’incarico di livello dirigenziale generale di Direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, della Reggia di Caserta e del Parco archeologico di Pompei, di cui al Decreto del Direttore generale Organizzazione 23 novembre 2018, rep. 1804» nella parte in cui non individua il ricorrente nelle terne dei candidati da sottoporre al Ministro ai fini del conferimento dell’incarico di Direttore degli Istituti oggetto di selezione, ai sensi dell’art. 5, comma 3, del bando della procedura.”
Leggendo i documenti la prima anomalia riguarda la composizione della Commissione di valutazione, composta da 5 membri : 3 storici dell’arte, 1 architetto ed 1 archeologo. Qui ci poniamo la prima domanda: “vista la composizione della Commissione, tra i componenti, chi ha le qualifiche per valutare i titoli dei candidati che hanno competenze ed esperienze soprattutto amministrative? ” Il punteggio alto (61 per le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il punteggio di 62 per la Reggia di Caserta e il punteggio di 61 per il Parco Archeologico di Pompei) ottenuto da Tarasco nella prima fase di valutazione dei titoli a cosa è dovuto?. Questa considerazione sembra dover valere anche per la valutazione del livello di conoscenza della lingua inglese. Chi nella Commissione era “qualificato” per valutare la conoscenza della lingua inglese da parte dei candidati?

Per la Reggia di Caserta, al punteggio di 62 ( valutazione dei titoli) si sommano 17 punti ottenuti da Tarasco nella fase dei colloqui raggiungendo così un totale di 79 punti che è maggiore o uguale (rispetto a Palumbo) dei punteggi ottenuti dai candidati della terna (ipotizzando per questi, il punteggio massimo di 20 nella fase 2). Che nella fase 2 doveva essere attribuito un punteggio lo chiarisce la Commissione con il verbale n. 2 del 7 febbraio 2019 (citato nell’esposto di Tarasco), dove la commissione delibera di attribuire a ciascun candidato “fino ad un massimo di 20 punti (…) per ogni Istituto per il quale ha fatto domanda. Il colloquio è finalizzato ad individuare la terna dei candidati ritenuti più idonei a ricoprire l’incarico di Direttore” . Il verbale n.8 (sempre citato nel ricorso di Tarasco) ribadisce l’importanza del “punteggio più elevato” ai fini della scelta della terna di candidati: “ciascuna terna sarà composta da quei candidati che avranno conseguito il punteggio più elevato. Per tali candidati verrà formulato un giudizio sintetico che evidenzi gli elementi ritenuti più qualificanti ai fini dell’eventuale conferimento dell’incarico” . Il verbale della Commissione non chiarisce però se il “punteggio più elevato” è inteso come somma delle 2 fasi di valutazione ovvero solo come punteggio della seconda fase. Neppure il verbale n. 9 del 5 aprile 2019, chiarisce la questione del o dei punteggi; qui non ci sono punteggi, ne per singola fase ne complessivi, assegnati dalla Commissione ai candidati, ma solo un giudizio che, secondo il ricorso “da aggiuntivo, si è trasformato in sostitutivo”.

La “partita” è aperta; difficilmente il Mibac concederà l’annullamento del concorso; se si, ammetterebbe l’errore “matematico” come lo ha definito Tarasco nel suo ricorso oltre a dover tenere ancora vacante o ad interim (al D.G. musei Antonio Lampis), la direzione della Reggia di Caserta. Più probabile che il Mibac aspetti il ricorso al Tar che con i suoi tempi, a volte molto lunghi, consenta magari il completamento dell’incarico al nuovo direttore. Oppure il TAR accetterà le richieste “misure cautelari” ed allora tutto congelato, per ora.