Mibac, avviata intesa con il Getty di Malibù per ottenere la restituzione delle opere trafugate in Italia

da | 24 Mag 2019 | Arte e Cultura

Foto: l’Atleta Vittorioso di Lisippo

Il Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali, presieduto dal ministro Alberto Bonisoli, si è recentemente riunito al Collegio Romano per discutere, tra i vari punti all’ordine del giorno, anche della richiesta di restituizione, indirizzata al Getty Museum di Malibù, non solo dell’Atleta Vittorioso di Lisippo, la statua in bronzo che fu ripescata nel ’64 nelle acque di Fano, nelle Marche, e poi esportata illecitamente negli Stati Uniti dove venne acquistata dal museo americano, ma pure di altre 4 opere, esposte sempre al Getty, che risulterebbero essere state trafugate o esportate senza permesso dall’Italia.

Il 9 maggio scorso è partita dal Mibac una missiva nella quale il Segretario Generale Giovanni Panebianco, ribadendo la piena volontà del Ministero a mantenere vivi i consolidati rapporti con il Getty e a proseguire le collaborazioni già in atto, ha fatto appello al valore della diplomazia culturale, quale mezzo efficace per dirimere le controversie, e ha chiesto un incontro, nel più breve tempo possibile, con i vertici del museo americano per un confronto sulla restituzione all’Italia dell’Atleta Vittorioso, così come sancito da una sentenza della Corte di Cassazione italiana. Alla richiesta il Getty ha risposto che avvierà una verifica con lo staff tecnico e che una risposta sarà inviata “as soon as possible”. Nella stessa lettera è stata anche manifestata la volontà, a seguito di un ampio monitoraggio del patrimonio storico-artistico italiano all’estero, condotto dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, di avviare con il Getty la verifica congiunta della provenienza di quattro reperti esposti sempre nel museo di Malibù; le opere in questione sono una tela del pittore ottocentesco Camillo Miola intitolata “L’oracolo di Delfi”, rubata dall’Istituto San Lorenzo di Aversa tra il ’43 e il ’46, due leoni in marmo d’epoca romana che si trovavano nel Palazzo Spaventa di Preturo, in provincia dell’Aquila, e un mosaico con la testa di Medusa rubato al Museo Nazionale Romano.

Sempre nella stessa riunione del Comitato, è stato anche dato atto della lettera inviata dal Ministero al museo Staatliche Antikensammlungen di Monaco con la richiesta di restituzione di un Trofeo con armi di dimensioni imponenti, composto da una schematica figura umana intagliata nel legno di circa 2,5 metri, abbigliata con una panoplia bronzea di produzione apula o italico-meridionale del IV secolo a.C., riconducibile a scavi illeciti e illegalmente esportato. Su questa opera è stata anche avviata una rogatoria internazionale.