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Riapre il Parco Archeologico e Culturale dell’antica “Tusculum”. Il luogo primitivo dell’anima

da | 6 Mag 2019 | Arte e Cultura, Promozione e valorizzazione

Ha riaperto. al pubblico il 10 aprile il Parco Archeologico e Culturale dell’antica “Tusculum” situato all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani che incanta il visitatore per le sue bellezze paesaggistiche e per le sue rovine. Archeologia, natura, storia e una invidiabile posizione strategica che tanto peso ha avuto nelle sue vicende, hanno fatto di questo “luogo primitivo dell’anima”, come lo definì Fosco Maraini, una meta ineludibile per tanti studiosi italiani e stranieri. La leggenda vuole che la città latina di Tusculum sia stata fondata da Telegono, figlio di Ulisse e della Maga Circe, una città importantissima, conquistata da Roma nel 496 a. C. con la battaglia del Lago Regillo che sconfigge la Lega Latina, diventa poi residenza estiva della Roma dei potenti, Cicerone, Tiberio, Plinio, Lucullo. Petrarca andava alla ricerca della villa tuscolana di Cicerone e chi ci viveva sapeva che in passato doveva esserci stato qualcosa d’importante. Studiosi ed eruditi nel ‘700 e nell’800 hanno dibattuto a lungo per localizzare la grande città antica che fu importante anche nel Medio Evo. Il casato dei conti di Tuscolo era molto potente e non mancarono papi tuscolani. Ma il 17 aprile del 1191 la città viene totalmente rasa al suolo dal ricostituito comune dell’urbe che volendo porre sotto il proprio controllo tutto il territorio circostante cerca di abbattere i centri maggiori, Palestrina, Tivoli e Tuscolo. Tuscolo viene abbandonata e cade nell’oblio pur essendo una località ben nota alle fonti classiche.

Nell’Ottocento, Luciano, uno dei fratelli di Napoleone compra la villa Rufinella, che nella voce popolare era ritenuta la Villa di Cicerone, oggi Villa Tuscolana, e inizia gli scavi trovando del tutto casualmente il teatro. Allora si pensò di essere di fronte a Tusculum, un’ipotesi confermata dal ritrovamento di una fistola con una scritta durante gli scavi del marchese Luigi Biondi finanziati da Casa Savoia che aveva comprato la proprietà e che continuò le ricerche. Questo spiega perché molti reperti si trovino nel Castello di Agliè in Piemonte. A Biondi seguì Luigi Canina, ma a metà dell’Ottocento gli scavi s’interruppero definitivamente. Riprenderanno, salvo una breve stagione negli anni ’50, con l’intervento della Scuola Spagnola di Storia e Archeologia giusto 25 anni fa. E siamo ai giorni nostri. Dopo un lungo periodo di abbandono e di saccheggio dei reperti, nel 1984 la Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini acquistò la proprietà (circa 50 ettari) dai principi Aldobrandini e dieci anni dopo stipulò un accordo con la Escuela Espagñola de Historia y Arqueologia en Roma del CNR spagnolo per avviare un progetto di ricerca archeologica che dura tutt’ora, finanziato dalla Comunità Montana con un milione e 200mila euro. Venticinque anni di collaborazione fruttuosa fra gli enti di ricerca dei due paesi e la Soprintendenza .

I resti dell’abitato dell’antica “Tusculum” che rientra nei comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone e Montecompatrioccupano un pianoro che si estende in senso est-ovest, a nord della via Latina, dominato dalla rube dell’acropoli posta a 670 metri di altezza. Dal ’94 a oggi si lavora nell’area del Teatro, parzialmente scoperto nell’800, è stata riportata in luce parte della Basilica, scoperto il tempio dedicato a Nettuno e si sta lavorando anche sugli alzati per far capire al visitatore com’era. Grazie alle rilevazioni aeree e geofisiche si può ricostruire tutto in 3D. Di grande ausilio saranno anche leggeri pannelli informativi.

Le recenti ricerche attestano l’occupazione di questa area fin dall’età arcaica per giungere al periodo medievale quando si riutilizzano le sue strutture di età repubblicane e imperiale. La città che si estendeva nel punto cruciale di collegamento fra due strade importanti, aveva dato vita a una sorta di Foro Boario, di grande mercato. E sotto sono stati scoperti pavimenti in mosaico bianchi e neri, affreschi, vasche, latrine e decori. Nell’area monumentale romana ci sono molte epigrafi e marmi. 20 le campagne di scavo con un approccio multidisciplinare che hanno condotto a interessanti scoperte. Avendo intuito dalle rilevazioni aeree un lungo allineamento sotto al terreno è stata portata in luce, impostata sulle colonne delle antiche terme romane, una chiesa di epoca medievale con annessa necropoli e gallerie sepolcrali che la prossima campagna di scavi dovrebbe svelare completamente , mentre fuori le mura che ora sono state individuate (si potrà capire quanti potevano essere gli abitanti), vi sono le domus più ricche.

Potenziate le strutture per la fruizione del Parco da parte del pubblico, riorganizzata l’area attrezzata, curate e messe in sicurezza le alberature, il nuovo percorso si presenta particolarmente suggestivo. Dall’antica via dei Sepolcri arriva sul basolato del Decumano per raggiungere il Foro, l’area dei tempietti, le botteghe, i resti del tempio di Nettuno, la fontana arcaica e il Teatro del 75 a. C. scavato parzialmente nella montagna, con la cavea a semicerchio divisa in quattro settori che può contenere oggi 350 persone (allora molte di più), splendido esempio di architettura classica romana.

Strada Provinciale 73 b – Monte Porzio Catone (Roma). Orario: da maggio a settembre tutti i sabati e domeniche dalle 9.30 alle 19.30; ottobre tutte le domeniche dalle 9.30 alle 16.30; novembre tutte le domeniche dalle 9.30 alle 13.30; dicembre, gennaio e febbraio apertura per gruppi su prenotazione.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.tuscoloparcoarcheologicoculturale.it

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