Copyright. Mogol: “Inspiegabile perché Italia abbia votato contro”

da | 2 Mag 2019 | Arte e Cultura, Leggi e regolamenti

“Perché? Io la risposta la sto ancora cercando. E non la trovo”. È una domanda che Giulio Mogol, presidente della Siae, ripete più volte, a proposito della votazione sul copyright: il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera definitivo alla riforma e la direttiva è stata approvata senza discussione. L’Italia, però, ha votato contro e da qui, il ‘Perché?’ di Mogol.

“Sta accadendo una cosa nefasta, terribile. La direttiva europea dice che tutti devono pagare la Siae, anche le grandi piattaforme digitali – ha detto Mogol in occasione del suo intervento alla conferenza stampa alla vigilia del Concertone del Primo Maggio, a Roma -. Il Governo italiano ha votato contro, insieme a Slovacchia e altri Paesi minori d’Europa. Questa è un’azione incredibile, io mi domando perché? Perché negare a 20mila giovani iscritti alla Siae, che guadagnano meno di mille euro al mese, il diritto del compenso per il lavoro. Perché accade questo? Sono stato a Strasburgo il giorno dopo che mi hanno eletto presidente della Siae. Avevo fatto preparare dei cartelli, volevo presentarmi come ‘uomo sandwich’, domandando perché stiamo uccidendo la cultura. Poi sono riuscito ad entrare e ho parlato con europarlamentari che dicevano che ci sono delle lobby armate di milioni di euro, hanno usato anche parole come minacce, perché la direttiva non fosse approvata. Nonostante questo, ha vinto l’onestà, è stata approvata”. Ma, prosegue il grande autore, “mi domando perché questo Governo ha votato contro? Perché chi lavora per la cultura non ha diritto ad un compenso?”

Alla domanda se tra queste lobby ci sia la Casaleggio Associati, Mogol ha risposto: “Non è una grande piattaforma, di livello mondiale. Non ci credo. È vero che le lobby hanno fatto pressioni, ma la Casaleggio non è di dimensioni importanti. Credo che non sia questo il motivo. È da ricercare, ma non ho ancora trovato risposta”.

Ricordiamo che il 14 aprile il Consiglio Europeo ha dato il via libera al testo che era stato approvato dall’Europarlamento lo scorso 26 marzo, e che punta a riordinare il settore del diritto d’autore nell’arte e nella divulgazione scientifica adattandolo alle nuove tecnologie informatiche.