La Gioconda Nuda, dipinto custodito nel Museo Ideale di Vinci (Firenze) che ritrae una figura femminile nuda dalla vita in su nella stessa postura della Gioconda del Louvre, potrebbe finalmente essere attribuito con sicurezza a Leonardo o ad artisti della sua bottega. La prova sarebbe stata fornita dalle indagini condotte dall’ingegnere Maurizio Seracini, celebre nel mondo per le sue ricerche all’avanguardia applicate all’arte; I nostri esami scientifici con gli infrarossi – ha spiegato Seracini riferendosi alle analisi eseguite con il suo staff – hanno evidenziato che in questo dipinto sono presenti fori per il riporto corrispondenti esattamente a quelli del Cartone (il cartone preparatorio con sopra la figura femminile nuda disegnata a carboncino) del Museo Condé di Chantilly, che sarebbe attribuito allo stesso Leonardo e al suo atelier. La paternità dell’opera conservata a Chantilly, realizzata successivamente alla più celebre Gioconda, è stata infatti decretata, dopo vari anni di studio, nel 2016: il disegno è frutto della mano di un allievo di Leonardo, che probabilmente l’ha realizzato sotto l’attento sguardo del maestro, il quale non si sarebbe comunque trattenuto dall’intervenire personalmente in alcuni punti.
Recentemente, inoltre, è stata comunicata un’altra scoperta che riguarda il celebre artista e scienziato toscano: una sua ciocca di capelli, denominata Les Cheveux de Leonardo da Vinci, è stata recuperata oltreoceano e permetterà di procedere alla ricerca del suo DNA; lo hanno annunciato Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Vinci, e la storica Agnese Sabato, presidente della Leonardo Da Vinci Heritage, la quale ha dichiarato che grazie alle analisi genetiche su questo reperto, che saranno incrociate con gli esami sul DNA dei discendenti viventi e delle sepolture che abbiamo individuato negli ultimi anni, è ora possibile fare verifiche per la ricerca del DNA del genio, anche in rapporto alla tomba di Leonardo ad Amboise.