Leonardo: Schmidt, faremo ricerche anche sugli altri disegni

da | 24 Apr 2019 | Arte e Cultura

Anche gli altri disegni di Leonardo custoditi agli Uffizi saranno sottoposti all’esame dell’Opificio delle Pietre dure, il prestigioso laboratorio di restauro di Firenze. Dopo aver scoperto che il genio di Vinci dipingeva e scriveva con entrambe le mani grazie alle ricerche sul “Paesaggio 8p” verranno eseguite nuove analisi sulla restante collezione. A gruppi le opere lasceranno il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, dove sono conservate al riparo dalla luce e in condizioni di massima sicurezza.

La campagna diagnostica a cui saranno sottoposte impiegherà esami scientifici non invasivi che consentiranno di sciogliere i residui dubbi: i disegni furono effettivamente realizzati tutti di pugno di Leonardo oppure intervennero anche allievi della sua bottega? Intanto durante la presentazione del sodalizio tra Confindustria Firenze e Assolombarda, il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt ha annunciato: “Nelle prossime settimane invieremo all’Opificio la ‘Testa di Vecchio con Giovane’, per gettare nuova luce sul funzionamento della mente di questo immenso artista”. La collaborazione, prende il nome di “Genio & Impresa” e sarà promotrice dell’evento organizzato in onore del quinto centenario della morte di Leonardo venerdì 3 maggio a Palazzo Pitti di Firenze.

Quindi, mentre la restante collezione sarà sottoposta alle strumentazioni più sofisticate dell’Opificio delle Pietre dure, si discute ancora sull’esportazione del famoso autoritratto di Da Vinci: “Uomo Vitruviano”, il disegno più danneggiato e delicato di Leonardo. L’assessore alla cultura della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, si schiera con la rappresentante del Governo che nelle settimane scorse ha negato il prestito al Louvre di Parigi del capolavoro conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

“Va bene favorire gli scambi di opere tra le grandi istituzioni culturali internazionali – ha dichiarato l’assessore – purché sia assolutamente salvaguardata l’incolumità delle opere che vengono concesse e che tale concessione non causi un danno a chi li detiene stabilmente. Questo, purtroppo, si verificherebbe se l’autoritratto venisse prestato al museo francese: il fragilissimo disegno, infatti, dopo essere stato esposto per tre mesi a Parigi necessiterebbe, secondo una valutazione degli esperti, di un riposo di almeno dieci anni. Una condizione inaccettabile e troppo penalizzante per Venezia, per le Gallerie dell’Accademia e per il pubblico italiano a cui l’opera verrebbe di fatto sottratta per un decennio”.