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“Urlo” di Munch. Il British Museum svela una nuova interpretazione

da | 8 Apr 2019 | Flash News

Il British Museum di Londra ospiterà in primavera, dall’11 aprile al 21 luglio 2019, una grande mostra dedicata al pittore norvegese Edvard Munch (1863-1944), dal titolo “Edvard Munch: Love and Angst”. Si tratta della più grande esposizione dedicata a Munch in Gran Bretagna nell’ultimo mezzo secolo. In rassegna oltre 80 opere, tra cui 50 stampe prestate dal Museo di Oslo.

L’opera più “pregiata” della mostra è una rara litografia del celebre “Urlo”, una stampa in bianco e nero, realizzata da Munch dopo un dipinto e due disegni della sua opera più famosa. Il tema principale dell’esposizione, che esaminerà la complessa personalità dell’artista scandinavo, è il tema della paura, ma anche il tema delle sue donne, presenti nelle sue opere e con le quali Munch ebbe una serie di relazioni difficili.

«L’urlo di Munch è una delle immagini più facilmente riconoscibili dell’arte. La sua intensità emotiva ha fatto la storia, diventando uno dei simboli delle paure umane» si legge nel post pubblicato su Instagram dal British Museum.

Ma la notizia sorprendente, potrebbe essere nell’annuncio ufficiale dato dal British Museum secondo cui il capolavoro “Urlo di Munch”, potrebbe fin ad oggi essere stato mal interpretato. Secondo il museo, il protagonista del dipinto non sta emettendo nessun suono ed anzi, si copre le orecchie per il frastuono che sente.

Per il British Museum, questa teoria troverebbe conferma dall’incisione effettuata dallo stesso pittore sulla litografia in bianco e nero dell’opera di proprietà del museo britannico.

Secondo Giulia Bartrum del British Museum, l’interpretazione popolare dell'”Urlo” potrebbe essere sbagliata, perchè l’immagine rappresenta “chiaramente una persona che sente un urlo, invece che una persona che urla”. In altre parole, la figura di Munch “non sta urlando, ma sta coprendo le sue orecchie sconvolta dall’urlo della natura che la circonda”. Munch sarebbe stato anche ispirato da una mummia peruviana della civiltà Chachapoyas, che aveva una fisionomia simile e la stessa posizione delle mani, vista esposta nel 1889 nel Museo di Etnografia del Trocadero a Parigi. La curatrice della mostra londinese fa anche riferimento, per sostenere la sua ipotesi, a una annotazione che lo stesso Munch ha lasciato dietro l’incisione: “Ho sentito il grande urlo attraverso la natura”. Munch raccontò di essere stato ispirato da una passeggiata sulle rive di un fiordo, durante la quale vide il cielo tingersi di rosso, mentre una possente onda avanzava verso di lui dal mare.