Mibac. Cancellata la regola del “silenzio-assenso” per i Beni vincolati?

da | 8 Apr 2019 | Arte e Cultura, Leggi e regolamenti

Sembrerebbe scongiurato il pericolo legato all’introduzione, nel decreto Crescita, del “silenzio assenso” di 90 giorni ( ma sembrerebbe addirittura entro 60 giorni), per il rilascio delle autorizzazioni, da parte delle Soprintendenze ai privati ad apportare modifiche ai beni con un vincolo culturale. Il Codice dei Beni culturali, oggi, stabilisce un tempo massimo di 120 giorni, prorogabili dalla soprintendenza stessa. Come funziona la procedura del silenzio assenso? Alla richiesta di una autorizzazione per intervenire su un Bene culturale vincolato, la Soprintendenza competente deve rispondere entro il termine di 90 giorni, se non lo fa, l’autorizzazione si considera concessa. Un sistema subdolo per evitare bocciature dalle soprintendenze che non hanno personale e tempo in grado di valutare e fermare eventuali scempi in così poco tempo. Nessuna Soprintendenza sarà mai in grado di compiere un esame serio della richiesta e rispondere in due mesi ( neanche in tre mesi). Il rischio? Che così potranno passare i progetti più “dannosi” per la salvaguardi del Patrimonio. D’altro canto, chi fa richiese o avvia pratiche con le soprintendenze ha diritto a risposte in tempi brevi e prevedibili. Da qui l’ulteriore esigenza ad avviare tempestivamente le procedure per l’assunzione al Mibac, di personale qualificato.

Il ministro dei Beni e attività Culturali Alberto Bonisoli ha bocciato la bozza. Una “manina” ancora una volta ha provato ad inserire una norma contro la volontà del ministro titolare, nello stesso governo.

Questa la norma “incriminata”: «negli anni 2019 e 2020, l’autorizzazione prevista dall’articolo 21, comma 4, del decreto legislativo 22 gennaio 2003, n. 42, relativa agli interventi in materia di edilizia privata, è rilasciata, in deroga a quanto previsto dall’articolo 22, comma 1, del medesimo decreto legislativo 42 del 2004, entro il termine di 90 giorni dalla ricezione della richiesta da parte della soprintendenza. Decorso tale termine, in caso di mancato riscontro della Soprintendenza l’autorizzazione si intende acquisita».

L’avevo gia’ visto in preconsiglio, ci eravamo opposti e questo articolo e’ stato stralciato dal testo dove non c’e’ e non ci sara’”. Cosi’ ha dichiarato il ministro per i Beni e le Attivita’ Culturali Alberto Bonisoli a margine del World footwear congress 2019 in corso al palazzo Reale di Napoli. “Rimane – aggiunge – l’importanza di assicurare che i cittadini abbiamo risposte in tempi brevi e prevedibili. Per questo lavoriamo pancia a terra per assumere le persone che in questo momento alle soprintendenze mancano e non riescono a lavorare le pratiche”.

”Grazie alla determinazione del nostro ministro Bonisoli è stato sventato il pericolo di una norma nel decreto Crescita che avrebbe potuto rappresentare una seria minaccia per il nostro patrimonio culturale. L’idea di far valere, dopo 90 giorni, la regola del silenzio-assenso per le soprintendenze al fine di autorizzare privati ad apportare modifiche ai beni culturali era irragionevole, oltre che potenzialmente molto dannosa. E’ quindi un’ottima notizia il fatto che non sarà più presa in considerazione”. Così i portavoce di M5S nelle commissioni Cultura di Camera e Senato.