Le città d’arte continuano a registrare dati positivi e si confermano un pilastro del turismo italiano: anche nel 2018 è stato rilevato un aumento sia degli arrivi (44,4 milioni, 600mila in più rispetto al 2017)che delle presenze, le quali, passando da 110 milioni a 113,4 milioni (di cui il 60% è composto da visitatori stranieri), hanno rappresentato oltre un quarto (il 26,3%) delle presenze complessive in Italia (430 milioni nel 2018). La crescita di arrivi e presenze nelle città d’arte è andata inoltre di pari passo con la crescita dei visitatori nei musei, monumenti e aree archeologiche statali. Nel 2018, infatti, il loro numero è aumentato di oltre 5 milioni, raggiungendo la quota record di 55,5 milioni; un incremento straordinario, che corona anche in questo caso un periodo di lunga crescita: dal 2010 al 2018 i visitatori di musei e monumenti sono stati 18,2 milioni in più, con un aumento sia dei visitatori paganti (+61%) che non paganti (+40%). In salita anche gli introiti dei musei che, al lordo della quota spettante al concessionario del servizio biglietteria, sono quasi raddoppiati, passando dai 104,5 milioni di euro realizzati nel 2010 ai 229 milioni del 2018 (+119%). Ad aver stimato questi risultati è stato il CST (Centro Studi Turistici) di Firenze, nell’ambito delle ricerche condotte per Confesercenti in occasione della presentazione, tenutasi ieri, dellaXXIII Borsa delle 100 città darte, organizzata da Confesercenti e Assoturismo con il sostegno di ENIT e APT Emilia Romagna ed il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali, che questanno si terrà a Bologna, a partire dal 30 maggio, con lobiettivo di valorizzare e commercializzare i centri italiani che evocano bellezza e cultura. Interessante è anche quanto emerso sullascelta delle destinazioni: quasi 3 turisti culturali su 4 si sono concentrati sulle prime 10 città d’arte d’Italia (Roma, Milano, Firenze, Venezia, Torino, Napoli, Bologna, Verona, Genova e Pisa), ma il 2018 è stato pure l’anno dei piccoli borghi, con 22,8 milioni di arrivi e 95,3 milioni di presenze, per una spesa turistica complessiva stimata in circa 8,8 miliardi di euro, di cui il 57,3% dovuta a turisti stranieri. Anche nel caso dei piccoli borghi, infatti, come per le città darte, sono stati proprio i visitatori da fuori Italia a dare il maggior contributo alla crescita. Tra le principali località di interesse, a registrare la performance migliore nel periodo 2010-2018 è stataMatera, con un aumento boom del 176% delle presenze negli ultimi sette anni, dovuto soprattutto alla domanda straniera (+216%). Nella top 5 delle città darte a maggior crescita turistica seguono poi Napoli (+108,7% sul 2010), Verona (+76,7%), Bologna (+61,3%) e Padova (+60,3%). Roma si conferma invece il miglior punto di riferimento per quanto riguarda i monumenti, con un’affluenza nei siti e nei musei archeologici di 22,9 milioni di visitatori nel 2018, in crescita dell81% rispetto a sette anni fa. I turisti della Capitale a crescere di più dal 2010 sono stati soprattutto quelli provenienti dal Centro e dal Sud America, che sono aumentati del 100,3%: un incremento eccezionale, presumibilmente dovuto alla presenza di Papa Francesco.
Le città darte, come conferma lo studio sul valore turistico di città darte e borghi per il nostro Paese e sull’andamento dei flussi di arrivi negli aeroporti collegati alle città darte a cura del Centro Studi Turistici di Firenze, sono uno dei principali motori del settore turistico italiano, capaci di dare un impulso ineguagliabile al dinamismo del comparto, ha dichiarato il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina. Laumento esponenziale dei visitatori nelle città darte – ha proseguito Messina – non solo certifica la cifra culturale del nostro turismo, ma testimonia anche il buon lavoro svolto dai nostri operatori gratificando limpegno per una strategia che punta alla destagionalizzazione e che sta dando i suoi frutti, con flussi turistici in crescita tutto l’anno.