Con un comunicato del 20 marzo il Mibac fa sapere che la commissione di studio insediata lo scorso gennaio per un esame della situazione, sta proseguendo il ciclo di incontri con tutti i soggetti interessati alla riorganizzazione del Ministero. Oggi ha tenuto una riunione con un primo gruppo di associazioni domani ne terrà unaltra con un secondo gruppo per illustrare alcuni punti di discussione emersi dai lavori della Commissione, presieduta dal segretario Generale Giovanni Panebianco, proprio sulla riorganizzazione del Mibac. Lobiettivo di questi incontri è quello di raccogliere pareri, condivisioni e proposte da ogni attore coinvolto, al fine di intraprendere un percorso che sia il più possibile condiviso per arrivare al testo definitivo.
Nel dibattito che si sta animando attorno all ennesima riorganizzazione, i rappresentanti di molte associazioni di archeologia, hanno sottoscritto un documento unitario, rivolto al ministro Alberto Bonisoli, per: individuare punti comuni e formulare proposte condivise e innovative.
Unampia rappresentanza del mondo archeologico italiano, operante nel MiBAC, nelle Università, nel mondo delle professioni e delle imprese, ha avviato in un incontro svoltosi l11 febbraio 2019, su invito delle Consulte universitarie di archeologia, una riflessione comune sulla situazione della ricerca, tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio archeologico, con particolare riferimento alla situazione del MiBAC a seguito delle recenti riforme, per cercare di individuare punti comuni e formulare proposte condivise e innovative in grado di superare le criticità del passato e allo stesso tempo di affrontare più efficacemente le nuove sfide della conoscenza, tutela e valorizzazione globale e contestuale del patrimonio culturale, al servizio dei cittadini e del Paese.
Pur partendo da valutazioni diverse, i sottoscrittori del presente documento concordano su alcuni aspetti dellanalisi dellattuale situazione, individuano una serie di criticità e avanzano alcune proposte. Per brevità si sintetizzano i principali punti critici:
1. Larcheologia nel nostro Paese, nonostante un patrimonio assai ricco e complesso e pur contando su una lunga e prestigiosa tradizione, versa in unoggettiva situazione di difficoltà che richiede unanalisi attenta e profonda delle sue cause e risorse significative in termini di investimenti, di mezzi e di personale.
2. Lintroduzione delle Soprintendenze uniche territoriali un passo culturalmente assai impegnativo, sia pur variamente valutato – ha generato problemi legati alla difficile armonizzazione dei vari settori in particolare nella sua applicazione allambito archeologico: procedimenti differenti per tempi e iter procedurali, specificità mal comprese da Soprintendenti che nella maggioranza dei casi non sono archeologi, mancate assegnazioni di pratiche ai funzionari archeologi, interruzione della catena di responsabilità tecnica, costituiscono tuttora uno degli ostacoli principali al funzionamento degli uffici; a ciò non ripara la creazione di figure quali i responsabili di area funzionale (RAF), che così come pensati risultano privi dellautorità necessaria a sostituire almeno in parte il ruolo dei vecchi Soprintendenti di settore. Si segnala pertanto la necessità della riaffermazione di una autonomia tecnico-scientifica del settore archeologico, così come degli altri settori, pur nellambito di una azione di tutela organica e contestuale.
2. Listituzione dei Poli Museali Regionali, pur nellambito del condivisibile progetto di creazione di un moderno Sistema museale nazionale, ha provocato un eccesso di cesura fra tutela e valorizzazione, che, pur richiedendo competenze e personale specificamente dedicato, sono parte di ununica filiera, ha provocato problemi logistici (archivi, magazzini, laboratori di restauro e biblioteche, ecc.) e anche una certa conflittualità tra componenti territoriali dello stesso Ministero, anche a seguito di una insufficiente indicazione dei necessari indirizzi. La separazione tra i luoghi della cultura confluiti nei neonati Poli e le Soprintendenze ha comportato, infatti, linterruzione dei rapporti con i territori di afferenza, vitali soprattutto per le aree e i musei archeologici. Alla creazione delle nuove strutture dedicate alla valorizzazione dei luoghi della cultura a carattere archeologico, poi, non ha fatto seguito unadeguata definizione delle figure professionali necessarie al funzionamento di un museo, con particolare riferimento alla assenza di professionalità intermedie (tecniche, ma anche amministrative).
3. Desta preoccupazione la prospettiva della cessione delle competenze in materia di beni culturali ad alcune Regioni (secondo quanto previsto dal rinnovato art. 116, comma 3 della Costituzione), che comporterebbe una forte compressione delle competenze direttamente esercitate dal Ministero in una materia in cui, al contrario, occorre una gestione nazionale, unitaria e paritaria. In particolare, non appare adeguato, dal punto di vista tecnico-scientifico, normativo ed istituzionale, il livello di discussione prodotto nellambito del recente esame delle proposte di legge di autonomia differenziata presentate da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Altrettanto sinteticamente si indicano alcune proposte suscettibili di ulteriori approfondimenti:
1. Pur conservando limpianto delle Soprintendenze uniche territoriali, possibilmente a base regionale e dirette da dirigenti di livello generale, sarebbe necessario porre al vertice delle aree funzionali (archeologia, architettura, paesaggio, arte, demoetnoantropologia, musei) dirigenti di livello non generale, con competenze tecniche specifiche, in grado di gestire appieno le specificità della componente archeologica dei Beni Culturali e di relazionarsi in modo autorevole con gli enti locali responsabili della programmazione territoriale. La tutela andrebbe comunque riferita, sia per le strutture museali che per i musei autonomi, alle SABAP.
2. In tale assetto unitario i musei dovrebbero costituire un settore, strettamente correlato con gli altri settori disciplinari. A tali soprintendenze uniche sarebbe auspicabile lattribuzione di autonomia amministrativa e organizzativa sul modello dellattuale Soprintendenza ABAP di Roma.
3. Analogamente, a livello centrale sarebbe opportuna lunificazione delle attuali DG APAB e Musei in ununica DG del Patrimonio Culturale, con a capo un DG unico econ dirigenti di livello non generale a capo dei vari settori specialistici, con il compito di indirizzo, coordinamento e valutazione della qualità dellazione di tutela e valorizzazione.
4. Si ritiene opportuna la conservazione dei Musei e Parchi autonomi, con una revisione delle procedure di selezione dei direttori, affidate a commissioni di alto profilo tecnico-scientifico con il compito di valutare e scegliere non una terna da sottoporre al DG o al Ministro ma il vincitore della selezione, con contratti a tempo determinato.
5. La SNP dovrebbe occuparsi specificamente della formazione permanente di tutto il personale tecnico e amministrativo, compresi i dirigenti chiamati a svolgere ora funzioni diverse e in particolare della formazione in ingresso dei funzionari neoassunti, tramite concorsi pubblici a cadenza periodica ravvicinata, che seguiranno corsi di preparazione retribuiti per la durata di un anno, al termine del quale, superata unapposita prova, prenderanno servizio con contratto a tempo indeterminato.
6. Si ritiene strategico un maggiore e più efficace rapporto di collaborazionecon le Università e MIUR, in centri di ricerca e di alta formazione, sulle linee di quanto indicato dal recente incontro tra CSBCP e CUN, che non devono andare disperse.
7. Si ritiene necessario garantire maggiormente il lavoro e la professione degli archeologi e degli altri professionisti dei beni culturali mediante una serie coordinata di misure specifiche, ad esempio attraverso la costituzione di un Tavolo permanente tra il MiBAC e le associazioni di categoria.
I sottoscrittori si dichiarano disponibili ad approfondire questi e altri temi nel corso di una audizione e eventualmente con la produzione di altri specifici documenti.
Salvo Barrano, Associazione Nazionale Archeologi; Andrea Camilli, Assotecnici; Alessandro Pintucci, Confederazione Italiana Archeologi; Andrea Cardarelli, Consulta universitaria di Preistoria e Protostoria; Paolo Liverani, Consulta universitaria di Topografia Antica; Maura Medri, Consulta universitaria per lArcheologia del mondo classico; Giuliano Volpe, Consulta universitaria delle Archeologie postclassiche.