All’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, uno dei più importanti e rinomati istituti nel campo del restauro a livello nazionale e internazionale, è arrivata per un intervento di studio e conservazione la Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise) di Marcel Duchamp custodita nella Collezione Peggy Guggenheim a Venezia. Si tratta del primo esemplare di un’edizione deluxe di 20 valigette da viaggio Louis Vuitton in cui l’artista francese ha raccolto 69 riproduzioni e miniaturizzazioni di suoi celebri lavori (tra cui Fontana, il famoso orinatoio rovesciato, e L.H.O.O.Q., la riproduzione fotografica della Gioconda con baffi e pizzetto) realizzate su supporti diversi: pelle, carta fotografica con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro. Oltre alle riproduzioni delle sue opere, nelle 20 valigette dell’edizione deluxe Duchamp ha inserito anche un suo lavoro rivisitato in modo inedito: in quella arrivata all’Opificio, realizzata nel 1941 e accompagnata da una dedica a Peggy Guggenheim, che sostenne economicamente l’artista francese, c’è la riproduzione de Le roi et la reine entourès de nus vites (1912) con una una colorazione differente rispetto all’originale.
Dato il suo carattere polimaterico, la Scatola in una valigia giunta a Firenze sarà sottoposta a un intervento di restauro coordinato dal dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim e dal Settore Materiali Cartacei e Membranacei dellOpificio delle Pietre Dure, che, con il sostegno di istituti di ricerca universitari e del CNR, condurrà inoltre delle indagini diagnostiche sull’opera e provvederà anche alla sua restituzione in forma virtuale.
Già nel 2013 l’Opificio di Firenze e la Collezione Peggy Guggenheim avevano intrattenuto un rapporto di collaborazione per il restauro dell’opera di Jackson Pollock Alchimia. Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio, ha infatti detto, a proposito del restauro della Scatola in una valigia, che quest’opera segna la seconda tappa di questa collaborazione e come tutte le altre opere la procedura prevede di studiare attentamente l’oggetto tramite indagine diagnostica e con gli esperti approfondire lo studio dei significati. Poi sarà questione di individuare le tecniche di intervento adeguate per il restauro. La direttrice della Collezione Guggenheim, Karole Vail, ha invece spiegato che per la fragilità dell’opera e per questioni di spazio non sarà sempre possibile esporla, ma da metà settembre sarà in mostra per tre mesi.