Foto: Mimmo Jodice
Inaugurata nelle sale espositive del Museo di Palazzo Lanfranchi a Matera la mostra Le savoir sur la falaise, fotografie di Mimmo Jodice, uno dei grandi protagonisti della fotografia italiana, fotografo di avanguardia sin dagli anni Sessanta, illustra i luoghi e le storie dellUniversità Suor Orsola Benincasa di Napoli, la più antica libera Università italiana.
La mostra approda nella Capitale europea della Cultura 2019 dopo essere stata allestita, nei mesi scorsi, presso lIstituto Italiano di Cultura di Bruxelles, in virtù della sinergia instauratasi tra il Polo Museale della Basilicata e lUniversità Suor Orsola Benincasa, in occasione dellorganizzazione della mostra Il Rinascimento visto da Sud. Matera, LItalia Meridionale e il Mediterraneo tra 400 e 500, che sarà inaugurata il prossimo 18 aprile nellambito dei grandi eventi di Matera – Basilicata 2019.Le savoir sur la falaise, divenuto il titolo della mostra, è la frase con cui lo storico dellarte André Chastel paragonò i luoghi dellantica cittadella monastica di Suor Orsola a «un nido di fiori e di uccelli sopra una scogliera luminosa dedita al sapere».Aprire le porte di Palazzo Lanfranchi al racconto fotografico della più antica libera Università italiana, non solo arricchisce di contenuti il 2019, ma rilancia il protagonismo dei luoghi deputati alla conoscenza, coinvolgendo, in una rete sempre più stretta e proficua, anche lUniversità degli Studi della Basilicata.Luoghi incastonati tra le pendici del colle Sant’Elmo ed il Golfo di Napoli, che rappresentano un pezzo importante del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico partenopeo e non solo. La cittadella di Suor Orsola, oggi moderno campus universitario in procinto di diventare Patrimonio dell’Umanità certificato dallUNESCO, ospita al suo interno quattro musei (il Museo delle Scienze, il Museo Pagliara, il Museo dell’Opera Universitaria e il Museo del Giocattolo), tre chiese, numerosi giardini (tra cui lo splendido Giardino botanico dei Cinque Continenti) una pinacoteca, biblioteche antiquarie, archivi storici, collezioni di sete, di spartiti musicali, di porcellane e di stampe.Lobiettivo del fotografo napoletano esplora con maestria gli spazi architettonici, la storia dei luoghi, popolata dei fatti e delle persone che lhanno costruita, proponendoci un viaggio nel tempo che conduce direttamente al futuro: una memoria che ambisce a farsi exemplum, a tradurre costantemente il proprio patrimonio nei linguaggi dellumanità di oggi e di domani.I 35 scatti fotografici che compongono la mostra saranno esposti a Palazzo Lanfranchi fino al prossimo 17 marzo 2019, nei consueti orari di apertura al pubblico del Museo (da Lunedì a Domenica dalle ore 9.00 alle 20.00 ed il Mercoledì dalle 11.00 alle 20.00).