Il Comitato ResArte con il sindacato Confsal-UNSA Beni Culturali, sostenendo le criticità sollevate dalle Regioni alla Conferenza Unificata Stato-Regione e dallAnci (associazione dei Comuni), relative il Decreto per la nuova prova abilitante alla professione di restauratore di Beni Culturali, sta preparando un emendamento da presentare al Ministro Bonisoli.
Tale prova, infatti, è profondamente discriminatoria in quanto prevede di abilitare i nuovi aspiranti restauratori a tutti e 12 i settori di competenza, quando sia nei profili formativi professionalizzanti dei corsi universitari, sia per coloro che hanno già conseguito tale abilitazione, (tramite il precedente bando art 182, del 22 giugno 2015) ne sono stati previsti un numero massimo di 3. Pertanto, tale prova costituirebbe una sorta di scorciatoia per coloro che non sono riusciti a conseguire la qualifica (in altri termini tutti quelli che non sono entrati dalla porta principale entrerebbero dalla finestra) e, in modo ugualmente grave, si andrebbe a creare un esercito di restauratori non formati e preparati nei settori a loro riconosciuti.
Di contro, invece, chi ha acquisito la qualifica prevista dal codice dei beni culturali tramite il precedente bando, ha dovuto dimostrare di aver frequentato e superato importanti scuole e università di restauro e presentato certificazioni attestanti anni di esperienza di lavoro sul campo. Ricevendone in cambio decurtazioni di anni di studio e soprattutto penalizzazioni in competenze non riconosciute.
A tal proposito il comitato restauratori resArte di concerto col sindacato CONFSAL UNSA Beni Culturali ha scritto ai Presidenti delle regioni e dellAnci (associazione dei comuni) proponendo un documento comune che comprenda emendamenti da sottoporre al Mibac e MIUR per avere riconosciute le nostre professionalità, i nostri titoli di studio e modificare il codice degli appalti. (Comitato resArte Presidente Grazia Chirico)