Secondo uno studio effettuato dallISTAT il 2017 è stato un anno prospero per il patrimonio culturale italiano. Circa 4.800 musei e istituti similari, pubblici e privati, aperti al pubblico. Di questi, 4.026 sono musei, gallerie o collezioni, 293 aree e parchi archeologici e 570 monumenti o complessi monumentali. Il massimo storico registrato è stato di 119 milioni di ingressi (+7,7% rispetto al 2015) con un incremento maggiore riguardante le opere commemorative e le aree archeologiche. Nel caso di Ercolano e Pompei per esempio l’attrattiva culturale è in proporzione maggiore rispetto alla capacità di accoglienza degli esercizi turistici alberghieri ed extra-alberghieri. Nonostante questo il grande flusso di visitatori ha teso a gravitare intorno ai luoghi di maggiore attrazione portando a una distribuzione molto polarizzata sulle mete più conosciute. Tra queste: Roma, Firenze, Venezia, Milano, Napoli, Torino e Pisa hanno raccolto, nelle loro 369 strutture museali (un terzo dislocate solo nella capitale), quasi 59 milioni di visitatori. Nel Mezzogiorno si concentra invece oltre la metà delle aree archeologiche (50,8%), il 30,7% si trova in Sicilia e Sardegna. A Roma e Firenze si contano quasi 200 strutture tra musei, aree e monumenti, ma anche i Comuni con meno di duemila abitanti (il 27,9% del totale dei comuni) ne accolgono unampia percentuale (il 16,7%). Alcuni di questi hanno nei loro territori sino a quattro o cinque istituti. La rilevazione è stata realizzata dallISTAT anche in base alla nuova convenzione stipulata con lAutorità di Gestione del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, relativa allattuazione del Progetto: Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di coesione 2014-2020.
Il Rapporto presentato oggi parla della straordinaria ricchezza museale dell’Italia e delle sue immense potenzialità, afferma la senatrice Michela Montevecchi (M5S) e vicepresidente della commissione culturaal Senato. I dati parlano chiaro – prosegue – è sempre più evidente come questo sia un settore da prendere in considerazione molto seriamente soprattutto sul piano occupazionale e di investimenti pubblici, in una fase di stagnazione come quella attuale. Il fatto che il record assoluto per il nostro paese di oltre 119 milioni di visitatori che nel 2017 si sono concentrati nelle principali città d’arte e nelle aree di maggiore richiamo ci deve far riflettere sulla necessità di pensare ad un modello di sviluppo che metta a sistema l’offerta culturale con le esigenze di sviluppo sostenibile e interessi tutte le aree del nostro territorio.