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Restauri e scavi archeologici nella Regione Sicilia: riaprono i cantieri

da | 28 Gen 2019 | Arte e Cultura, Conservazione e Tutela

500 mila euro, 8 cantieri in tutta la regione. La Sicilia inizia alla grande in questo 2019: ripartono dopo 10 anni gli scavi archeologici e i loro restauri. Palermo, Catania, Messina, Enna, Ragusa, Trapani sono le città o province interessate. I lavori inizieranno tra qualche settimana non appena le condizioni metereologiche saranno favorevoli.

La valorizzazione della Regione Sicilia e dei suoi luoghi culturali è al primo posto nelle strategie del governo Musumeci: «Il mio governo – ha sottolineato il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci – ha posto tra i suoi obiettivi la ripresa delle attività di scavo e ricerca che tanto lustro hanno dato, in passato, alla Sicilia. Con questa prima attività, cui seguirà un prossimo corposo finanziamento già progettato, si apre una nuova stagione che consentirà alla nostra terra di ottenere un duplice risultato: arricchire l’offerta culturale del nostro patrimonio archeologico a turisti, studiosi e curiosi e riappropriarsi di una tradizione scientifica indispensabile per lo studio e la conservazione della nostra memoria».

In questi ultimi anni le attività di ricerca e di scavo sono state portate avanti dalle strutture universitarie. E le soprintendenze siciliane? Sebastiano Tusa, attuale assessore dei Beni culturali della Regione Sicilia, ha spiegato che le istituzioni hanno avuto un ruolo di controllo e di sorveglianza, che però è andato a discapito delle eccellenze culturali del territorio. «Le professionalità e le capacità dell’assessorato dei Beni culturali – ha sottolineato Tusa- sono state, a causa di una inaccettabile miopia politica, mortificate e relegate a un semplice esercizio di controllo e sorveglianza. Non è pensabile che le Soprintendenze siciliane, strutture dotate di eccellenti archeologi e tecnici, non avessero la possibilità di continuare attività che ci hanno reso famosi nel mondo».

Quali sono gli interventi previsti?

A Palermo sarà il complesso di San Giovanni degli Eremiti a beneficiare dei fondi stanziati: riprenderanno, infatti, i lavori di studio, cercando di favorire nuove modalità di fruizione per la struttura. A Ramazza, nella provincia di Catania è previsto il restauro e la messa in sicurezza della Villa romana, con le terme annesse di Contrada Castellitto. Nella Villa romana si avrà particolarmente cura dei mosaici. Nella stessa provincia, a Rocchicella-Paliké riprenderanno le operazioni di ripristino dopo le alluvioni.

A Sant’Angelo Muxaro (Agrigento) si completerà lo scavo della necropoli in località Monte Mpisu, e grazie anche all’utilizzo di droni si realizzerà un documentario. Si riprenderanno i lavori anche a Monte Castello. A Pantelleria, nella provincia di Trapani, inizierà lo scavo e lo studio di Mursia, un villaggio preistorico costituito da capanne e con la necropoli realizzata dalla civiltà sesiota.

La Contrada Gerace, nella provincia di Enna, ospiterà un cantiere dedicato alla Villa romana riportata alla luce 25 anni fa, dotata di una pregevole pavimentazione a mosaico. L’impegno iniziale sarà quello di riportare in condizioni ottimali proprio i mosaici e quello di dare una copertura provvisoria agli ambienti della villa, in modo da poter garantire un percorso di visita. Anche a Giarratana, nel Ragusano, sarà una Villa romana del III secolo d.C. ad essere oggetto di restauro.

Invece a Milazzo, nella provincia di Messina, inizieranno gli scavi archeologici nella necropoli greca dell’antica Mylai. I lavori, inoltre, saranno finalizzati ad esplorare l’area circostante e a recuperare corredi per la musealizzazione.

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