Il primo incontro di ieri a Milano tra il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, e i rappresentanti dell’industria libraria, nell’ambito di un tavolo ha l’obiettivo, nel giro di due mesi, di scattare una fotografia del settore, modificare o rafforzare le norme e gli incentivi e aumentare il numero di lettori. Oltre al ministro Bonisoli e ai rappresentanti del Mibact, hanno partecipato al tavolo i principali attori del settore: Aie (Associazione italiana editori), Ali, Sindacato italiano librai e cartolibrari, Adei, Emme Libri e Amazon per il digitale.
In questo primo incontro, un secondo è già in programma l’11 febbraio sempre a Milano, “abbiamo ascoltato le principali esperienze e sensibilità del settore editoriale italiano – ha detto Bonisoli -, per ricostruire la situazione attuale dell’industria”. Nei prossimi incontri gli esponenti del settore, insieme al ministero, decideranno con quali strumenti agire per aiutare il mondo del libro, se con una nuova norma o con la modifica di quella esistente, o anche rafforzando gli incentivi.
Ieri il problema “che abbiamo condiviso è che le librerie chiudono – ha aggiunto Bonisoli – e non credo che lo facciano per colpa del digitale. Dobbiamo chiederci come il mercato può crescere e come tutti i soggetti possono essere coinvolti”. Tra i “principali compiti di questo tavolo poi – ha concluso Bonisoli – c’è il sostegno alla lettura, da capire se con iniziative nuove o rafforzando quelle che ci sono già”.
Venerdì a Venezia gli editori di Aie presenteranno la fotografia del mercato editoriale del 2018. “Nella storia dell’editoria è la prima volta che si mette in piedi un tavolo così – ha fatto notare Alessandro Dalai, consigliere del ministero per le industrie culturali e creative -. Dobbiamo arrivare al 90% di lettori come in Francia, c’è uno spazio enorme su cui dobbiamo lavorare”. Per il ministro, “questo è il momento giusto per fare un tavolo come questo perché c’è un nuovo governo, abbiamo appena chiuso la finanziaria e iniziamo a lavorare alla prossima”.
“Siamo molto soddisfatti dell’incontro di ieri, in cui fra l’altro è la prima volta che un ministro riconosce le aziende editoriali come imprese e quindi in grado di generare valore”: è il commento di Paolo Ambrosini, presidente di Ali Confcommercio, al termine dell’appuntamento di Milano con Bonisoli.
“Ali Confcommercio – sottolinea Ambrosini – ha ribadito al ministro la centralità della libreria e l’importanza di proseguire nella definizione di un criterio equo di distribuzione del tax credit, del divieto di cross merceologico, della fissazione di un aggio per i libri di scolastica”. È stata, inoltre, rimarcata l’importanza di un intervento sistemico per il mercato che ha visto il ministro Bonisoli disponibile a proseguire nel consolidamento della collaborazione con la filiera per definire gli obiettivi del prossimo futuro.
I rappresentanti dell’industria editoriale italiana hanno espresso preoccupazione per “il rallentamento” del sistema che “risente dell’andamento dell’economia italiana ed europea – nelle parole di Ricardo Franco Levi, presidente di Aie, Associazione italiana editori -. La sfida che ci troviamo davanti è quella di fare crescere il mercato e anche i lettori”.
“I primi segnali sui risultati dell’anno 2018 dell’industria editoriale libraria – prosegue Ricardo – evidenziano una sostanziale tenuta del settore nel quadro di un generale rallentamento dell’economia ma questo non basta: occorrono misure forti per ridare centralità alla lettura nel futuro del Paese”.
“Per questo – sottolinea Levi – è fondamentale sostenere e allargare la domanda di cultura. I linguaggi ormai sono i più diversi: in molti di questi settori si è già intervenuti. Considerata l’importanza del libro è indispensabile una politica che rafforzi libro e lettura, a partire dalla conferma della 18app, che si è rivelata uno strumento prezioso, e dalla straordinaria iniziativa di promozione della lettura che, da quattro anni, è #ioleggoperché. Non chiediamo contributi per gli editori ma promozione della lettura, sostegno – anche fiscale – a librerie e biblioteche, investimenti per l’innovazione”.
“Il libro – ha proseguito – è un elemento fondamento della società della conoscenza. È uno strumento di cittadinanza. Per questo va riaffermato il suo valore nell’istruzione e nella formazione lungo tutto l’arco della vita, per garantire democrazia e competenze necessarie per lo sviluppo nella società della conoscenza. È una battaglia di civiltà in cui muoversi insieme e davvero con forza”.