Turismo. Per il Ministero Il Consiglio di Stato non ha bocciato il regolamento. “Lo modifichiamo”

da | 14 Gen 2019 | Turismo

“Un Paese come l’Italia non può non avere un Ministero del Turismo, che non può essere solo una direzione di un altro ministero (il turismo culturale è solo uno dei “turismi”), ma ha bisogno di centralità di governance e di competenza, con una vision e una mission coerenti ai grandi obiettivi di crescita che il nostro Paese può raggiungere.”

Inizia così il capitolo che riguarda il turismo nel “Contratto di Governo” sottoscritto dai due partners che assieme governano il Paese. Poi, per evitare costi aggiuntivi per la creazione di un soggetto autonomo, viene individuato un percorso preciso che prevede 2 momenti consecutivi per l’obiettivo finale, la costituzione di un Ministero del Turismo: “un’iniziale scorporazione delle competenze turistiche fuori dal MiBACT per ricollocarle in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto forma di Dipartimento. Successivamente, attraverso passaggi legislativi graduali e oculati rispetto alle competenze regionali, ma soprattutto con un lavoro costante sulla riorganizzazione delle risorse finanziarie dedicate al turismo (attraverso tutti gli interventi elencati di seguito) si potrebbe creare il Ministero con Portafoglio dedicato al turismo”.

Non manca un numeroso elenco delle buone cose da fare che vanno dalla riorganizzazione dell’Enit compresa una “trasparente misurazione dei risultati”, l’introduzione della Web tax turistica per contrastare le OLTA (OnLine Travel Agency), l’abolizione della tassa di soggiorno, incentivare la specializzazione degli operatori, la decontribuzione alle imprese del turismo che assumono giovani, il wi-fi su tutto il territorio, la revisione delle piattaforme digitali esistenti e la realizzazione di una piattaforma nazionale unica dedicata al turismo e al turista, l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle strutture, e molto altro ancora.

Bene! La strada allora dovrebbe essere quella della creazione di un ministero autorevole in grado di governare l’attuazione di una serie di azioni significative tali da generare un reale cambiamento e spingere la crescita del settore.

Con un D.L. ( n. 86/2018) invece, è stata cancellata la D.G. del Turismo presso il Mibac e trasferite le competenze al Mipaaft con la creazione di un dipartimento e due direzioni generali. 22 persone su 42 dell’ex D.G. del turismo hanno optato per rimanere al Mibac, depauperando le competenze acquisite dall’ex D.G.. L’unico atto formale che ad oggi è stato “partorito”, è il Regolamento di riorganizzazione del ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo che, inviato per un parere consultivo al Consiglio di Stato dal Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato “bocciato” per alcuni contenuti e per altri aspetti formali ( ne abbiamo dato notizia tra i primi nell’articolo pubblicato giovedì scorso).

La notizia ha avuto grande risalto sulla stampa, tanto che il Ministero ha emesso un comunicato con il quale precisa che non è una bocciatura quella che arriva dal Consiglio di Stato quanto l’esigenza di una migliore esplicitazione della riorganizzazione del ministero. “Il Consiglio di Stato non ha bocciato il testo relativo alla riorganizzazione ma esprime l’esigenza di meglio esplicitare le ragioni dello schema come proposto. L’integrazione delle competenze del turismo con quelle già in precedenza proprie del MIPAAFT deriva dalla volontà già espressa dal legislatore in tal senso con il DL n. 86/2018 e le relative modalità attuative devono tenere conto di precisi vincoli finanziari.”, “il Ministero, in spirito di totale e leale collaborazione istituzionale, sta comunque rivedendo il testo alla luce delle osservazioni formulate nel parere, al fine di verificare come poterne tenere conto, nei limiti dei vincoli derivanti dall’indirizzo politico-normativo e di quelli finanziari” si legge nella nota.

Al governo, ricorda il portavoce azzurro Giorgio Mulè, “spiegammo quanto fosse mortificante ritenere il turismo un orpello del ministero dell’agricoltura quando invece costituisce un asset fondamentale della cultura e dell’economia del Paese. Speriamo adesso in una tardiva, ancorché assai improbabile, resipiscenza”. Dello stesso parere il Pd. “Anche il Consiglio di Stato certifica quello che ogni persona sana di mente direbbe: è assurdo che il Turismo sia gestito dal ministero dell’Agricoltura – argomenta il senatore Roberto Rampi -. Ora Conte decida se prenderne atto o difendere l’indifendibile”.

“Il ministro Centinaio ogni giorno fa dichiarazioni sulla rilevanza del turismo e del Made in Italy, ma i fatti dicono che in legge di bilancio non si sono trovate risorse per valorizzare un comparto cosi’ strategico per il nostro Paese. E cosa ancora piu’ grave, la bocciatura arrivata dal Consiglio di Stato mette in evidenza la superficialita’ con cui il governo gialloverde ha traferito il turismo all’Agricoltura. In Italia il turismo e’ un settore complesso ed articolato, non esiste, come sembra pensare il ministro Centinaio, solo quello enogastronomico, perche’ i cittadini scelgono il nostro Paese per il turismo religioso, culturale, ambientale, sportivo, termale, solo per citare alcuni esempi. Si tratta dunque di un sistema intero da valorizzare con politiche serie e mirate, perche’ investire in questo comparto significa occupazione, crescita e coesione territoriale. Sono passati mesi dall’insediamento del governo lega-M5S e ancora non si vedono all’orizzonte politiche di filiera, e dopo una legge di bilancio tra le piu’ scarse per agricoltura e turismo della storia repubblicana, credo che il ministro Centinaio debba fare una seria riflessione. Ancora una volta la propaganda e la demagogia sono i tratti distintivi di un governo che naviga a vista, e non fa l’interesse del Paese”. Cosi’ Maria Chiara Gadda, capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura della Camera.

Ma è l’intervista all’assessore al Turismo e Commercio della Regione Emilia Romagna Andrea Corsini, pubblicata su La Stampa del12/01/2019, a far dispiacere il Ministro Centinaio (La Stampa del 22/12/2018 aveva anche pubblicato l’articolo: “La corte del ministro Centinaio costa oltre un milione di euro”). L’assessore Corsini definisce “bizzarro” l’accorpamento del Turismo alle Politiche Agricole ed Alimentari, indicando il Mise o la Presidenza del Consiglio le due collocazioni alternativamente più opportune. L’azione del dipartimento del Turismo è ad oggi nulla con l’unica eccezione della proroga per 15 anni delle Concessioni demaniali marittime.

Pronto il tweet di replica, non certo istituzionale, all’intervista, da parte del ministro Centinaio: “ strana la vita….mentre elogiavo a Pistoia il suo lavoro lui mi infamava con una intervista vergognosa”. Si associa al tweet il segretario regionale della lega Stefano Crugnola: ““Andiamo avanti con il nostro progetto” anzi iniziamo per davvero..!!”. Iniziamo per davvero? e fino ad ora?