E stato pubblicato dal Mibac e scadrà il 10 gennaio 2018, lavviso pubblico per la formazione dellelenco dei revisori dei conti da nominare nei collegi di 22 musei autonomi. I siti interessati, i cui membri dei collegi hanno terminato il periodo di tre anni di mandato, sono i primi 20 della riorganizzazione del 2016 voluta dal precedente ministro Dario Franceschini oltre alla soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma e il Parco archeologico di Pompei; 22 in tutto. Più precisamente: la Galleria Borghese, le Gallerie degli Uffizi, la Galleria Nazionale dArte Moderna e Contemporanea di Roma, le Gallerie dellAccademia di Venezia, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, la Reggia di Caserta, la Galleria dellAccademia di Firenze, le Gallerie Estensi di Modena e Ferrara, le Gallerie Nazionali darte antica di Roma, il Museo Nazionale del Bargello, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il Parco archeologico di Paestum, il Palazzo Ducale di Mantova, il Palazzo Reale di Genova, il Polo Reale di Torino, la Galleria Nazionale delle Marche e la Galleria Nazionale dellUmbria.
Anche i sindacati hanno manifestato apprezzamento alliniziativa del ministro: Costituire un elenco di professionisti del settore significa prima di tutto evitare di incorrere con le nomina che spesso si sono rivelate in profondo conflitto dinteressi con lamministrazione dei Beni culturali. Il nostro sindacato, carte alla mano ha recentemente dimostrato che al Mibac essere revisore dei conti era ed é ancora (fino a quando non saranno destituiti i vecchi) privilegio di pochi intimi.Un plauso va al ministro Bonisoli che con grande lucidità ha saputo anche captare il nostro messaggio.
In fatto di trasparenza amministrativa comunque cè ancora molto da fare; vogliamo ricordare al ministro e al segretario generale Mibac, Panebianco, che solitamente un direttore generale in carico non può ricoprire il ruolo di revisore dei conti di una società in house come Ales Spa da cui riceve dei servizi. Questo avviene ancora come abbiamo avuto modo più volte di denunciarlo ha così dichiarato Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal Unsa Beni Culturali.