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Marina Abramovic a Firenze per “The Cleaner” a Palazzo Strozzi

da | 19 Dic 2018 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Marina Abramovic è tornata a Firenze in occasione della chiusura della performance durata dodici giorni della reperformer Tina Pauliina Lehtimaki che ha interpretato ‘The house with the ocean view’ (che la stessa Abramovic aveva proposto nel 2002 a New York) in tre ambienti aperti ma inaccessibili, senza cibo, possibilità di parlare o di scrivere. La performance ha avuto luogo a Palazzo Strozzi all’interno della retrospettiva “The Cleaner” dedicata alla Abramovic, visitabile sino al 20 gennaio 2019, che ha incoronato l’artista prima donna in mostra nel museo fiorentino segnando un eccezionale record di presenze: oltre 100mila visitatori da settembre ad oggi, di cui 18mila solo negli ultimi dodici giorni con una percentuale del 70% di donne, 50% sotto i trent’anni.

“Questi 12 giorni – ha raccontato la reperformer Tina Lehtimäki – mi sono sembrati un unico lungo giorno, in questa stanza si riceve una grande quantità di energia, si riceve amore e si ricevono lacrime e tutte le emozioni che ci sono tra queste due. Non mi sono mai sentita sola, l’energia che c’era rimaneva con me anche di notte e ripartiva con il pubblico il giorno dopo”.

Marina Abramovic ha voluto raccontare anche le proprie sensazioni vissute quando propose la performance nel 2002: “Quello che fai – ha spiegato – è cominciare a guardare te stessa, a verificare il respiro, cominci a fare attenzione a quelle cose che normalmente trascuri, a dei dettagli. E quindi quando il performer incrocia lo sguardo con il pubblico, quello scambio di sguardi diventa terribilmente importante, perché la fonte di energia è il pubblico stesso”. “È stata una grande emozione venire ieri e guardarla – spiega la Abramovic – sono rimasta solo 5-6 minuti e poi sono tornata per la fine, per me non è facile guardare le performance perché ha un forte impatto emotivo e mi faceva piangere. Anche se non è un’opera dinamica, il pubblico rimane, a volte, ore a guardarla perché cambia l’energia nella stanza, ed è questa la cosa essenziale perché tramite questo processo di purificazione si crea un’energia e il pubblico si trova incapsulato in questa energia”. È importante essere qui perché questa è una mostra diversa da tutte le altre, è viva, qui ci sono 32 ‘reperformer’ che abitano e rendono vivo questo spazio.”

Il direttore di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, ha annunciato che nel 2019 il museo ospiterà un’altra artista contemporanea: la grande artista russa Natalia Goncharova, figura centrale dell’Avanguardia della prima metà del XX secolo, in grado di unire in maniera personale e originale il cromatismo di Matisse e la forza costruttrice di Picasso, il primitivismo di Gauguin, le atmosfere sognanti di Chagall, il dinamismo di Boccioni.

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