Alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, quattro mostre celebrano Leonardo da Vinci a 500 anni dalla sua scomparsa. Lesposizione, aperta ieri, si articolerà quindi in più parti dalla durata di 3 mesi ognuna per un totale di un anno. Verranno presentati nel complesso 46 fogli, scelti tra quelli più famosi e importanti del Codice Atlantico, in grado di ripercorrere la carriera dell’artista nella sua quasi totalità, dai giovanili anni fiorentini, fino all’ultimo periodo trascorso in Francia, ad Amboise, al servizio di Francesco I. In questa preziosissima collezione si mescolano tutte le discipline coltivate dal grande genio fino a poco prima della morte: l’architettura e l’idraulica, la medicina e l’ottica, la meccanica e l’urbanistica, la geometria e l’astronomia, l’anatomia e le diverse arti figurative. Notevoli sono i progetti di macchine semoventi, di armi sempre più sofisticate, di ingranaggi e di congegni, dei quali Leonardo ha lasciato stupendi disegni che spesso diventano vere e proprie opere darte.
La prima parte della mostra – fino al 17 marzo 2019 – si apre con alcune rappresentazioni legate in modo specifico a Milano, tra cui spiccano la celebre pianta della città, con la visione del centro a volo di uccello, lo studio per il naviglio di San Cristoforo, il progetto per il monumento equestre in onore del duca Francesco Sforza e gli studi per il tiburio del Duomo. Potranno essere ammirati poi gli studi per la costruzione di ali meccaniche destinate a rappresentazioni sceniche e il celebre progetto della cosiddetta automobile di Leonardo.
La seconda parte invece – dal 19 marzo al 16 giugno 2019 – si concentrerà in modo particolare sugli studi d’ingegneria civile: congegni idraulici, macchine per corde, per l’attività tessile, punzonatrici e girarrosti automatici.
La terza rassegna, Disegni di epoca francese dal Codice Atlantico – dal 18 giugno al 15 settembre 2019 -, curata da Pietro C. Marani, approfondirà gli ultimi anni di attività del maestro di Vinci, attraverso una selezione di 23 fogli databili al soggiorno francese di Leonardo, presso la corte di Francesco I. La mostra – afferma Marani – s’incentra sui disegni architettonici e idraulici eseguiti tra il 1516 e il 1518, posti tutti tradizionalmente in rapporto con i progetti del re per una nuova residenza reale da erigersi a Romorantin. Qui il vecchio castello era già stato oggetto di lavori di riammodernamento e restauro negli anni precedenti ma Leonardo rivedrà tutta la parte monumentale e urbanistica, progettando addirittura due palazzi gemelli, uno per Francesco I, l’altro per la regina Claude di Francia, attorniati da canali e padiglioni. Forse questidea non ebbe seguito ma il castello di Chambord, edificato a partire dal 1519, sembra trasmettere qualcuna delle idee di Leonardo per Romorantin.
L’anno terminerà con lesposizione Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche, curata da Benedetta Spadaccini, in programma dal 17 settembre 2018 al 12 gennaio 2020. Tutto nasce dalla necessità di presentare in modo nuovo agli studiosi e al grande pubblico, una selezione di disegni realizzati da questo grande maestro e dagli artisti della sua cerchia – spiega Spadaccini – i fogli sono stati scelti ponendo l’accento sulle tecniche esecutive e seguendo due linee di studio, che si integrano perfettamente, per ampliare la ricerca e attrarre l’attenzione del pubblico non specialistico. Il presupposto fondamentale è presentare quelle che sono state considerate nuove tecniche disegnative, nonché i miglioramenti e le sperimentazioni da lui apportati alle procedure già note. Tutti aspetti, questi ultimi, largamente indagati e sviluppati da una lunga tradizione di studi incentrate sui diversi metodi utilizzati: dalle punte metalliche alle matite e dall’inchiostro ai gessetti colorati, secondo un percorso cronologico e storico-critico che mette in evidenza le singole personalità degli artisti coinvolti.
Unesposizione interessante che tramite il Codice Atlantico ci permette di comprendere in maniera sicuramente più approfondita il genio di Vinci. Questa raccolta stupefacente, donata dal conte Galeazzo Arconati alla Biblioteca Ambrosiana nel 1637, contiene 1119 fogli autografati, per un totale di circa 1750 disegni. In particolare il nome “atlantico” non indica il contenuto del codice, bensì il formato delle grandi pagine (che servivano normalmente per confezionare gli atlanti) su cui erano stati incollati i fogli di Leonardo per meglio conservarli e tutelarli da possibili dispersioni.