Turismo, presentato lo studio della Banca d’Italia ”Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo”

da | 12 Dic 2018 | Turismo

“Il Turismo genera oltre il 5% del pil e circa il 6% dell’occupazione totale. Ad esso e’ riconducibile il 40% delle esportazioni di servizi; il suo saldo con l’estero e’ strutturalmente in avanzo ed e’ pari a quasi un punto di pil e a circa un terzo dell’avanzo commerciale complessivo dell’Italia” lo afferma Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d’Italia alla presentazione dello studio ”Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo”, elaborato dalla Banca d’Italia e durato oltre due anni. Lo studio è stato presentato ieri martedi presso il Centro Carlo Azeglio Ciampi a Roma. Presenti relatori di alto livello, tutti “addetti ai lavori”. Dopo la presentazione dello studio da parte del vice direttore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta, sono seguiti due gruppi di discussioni sui temi: “ Il peso del turismo in Italia, le caratteristiche della domanda e la capacità ricettiva” e l’altro “ Il turismo per vacanze, il patrimonio artistico e culturale e le politiche per il turismo in Italia”.

Tutti concordi nel considerare il settore del turismo in forte espansione, con grande potenzialità ma con il “freno tirato” o addirittura trascurato, per molte ragioni, che lo studio ha analizzato e spiegato. Afferma ancora Panetta: ””Il nostro Paese e’ tradizionalmente una delle mete turistiche piu’ ambite al mondo grazie alla sua storia e all’immenso patrimonio di bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche ma dobbiamo chiederci se stiamo valorizzando al meglio questa ricchezza naturale, quali siano i possibili margini di miglioramento e quali gli strumenti idonei a cogliere le opportunita’ disponibili”. Analizzando i dati degli ultimi venti anni, vediamo che la quota dell’Italia sulla spesa turistica mondiale ha subito un calo percentualmente più sostenuto rispetto ad altri paesi europei nostri concorrenti. L’inversione di tendenza, rivolta verso la crescita, è iniziata nel 2011 con un ritmo piuttosto sostenuto di circa il 30%. L’espansione degli ultimi anni e’ stata sostenuta soprattutto dai flussi provenienti da paesi al di fuori dell’Unione europea. Quote crescenti hanno registrato in particolare gli Usa, il Canada, l’Australia, il Giappone, e la Cina. Tra i paesi di provenienza europei si segnala soprattutto il recupero della Francia, della Gran Bretagna e soprattutto della Germania, che ha consolidato la sua preminenza come paese di origine dei turisti stranieri in Italia.

Sul fronte delle criticità, lo studio evidenzia che vaste aree dell’Italia, in particolare il Mezzogiorno, non traggono beneficio, rispetto alle potenzialità del loro territorio, dai movimenti turistici internazionali. Paradossalmente, proprio qui nelle regioni meridionali dove sono ubicati oltre la meta’ dei siti archeologici italiani, un quarto dei musei, quasi l’80% delle coste, i tre quarti del territorio destinato a parchi nazionali, il turismo vale solo il 15% della spesa totale dei turisti stranieri in Italia.

Dal rapporto, la distribuzione della spesa, appare piu’ concentrata di quanto non lo siano le risorse turistiche, con le regioni del Nord est e del Centro che intercettano la gran parte dei flussi internazionali anche grazie alla presenza di Roma, Firenze e Venezia. “Nel 2017- spiega lo studio- l’incidenza di due macroaree sulla spesa degli stranieri era del 27% per il Nord est e del 33% per il Centro”. Per quanto riguarda il Nord ovest, secondo Bankitalia “ha solo di recente visto rafforzarsi la propria posizione nei confronti dei viaggiatori internazionali, arrivando a rappresentare il 25% della spesa, anche grazie ai grandi eventi ospitati da Milano e Torino”. Il settore presenta poi ancora una forte stagionalita’: e’ necessario invece ridurre la concentrazione dei flussi nei mesi estivi. Si tratta di un problema che puo’ essere attenuato espandendo l’offerta di soggiorni con motivazioni culturali e di breve durata, anche al di fuori dell’alta stagione. Progressi possono essere conseguiti sviluppando segmenti quali il Turismo congressuale e fieristico. La valorizzazione dei territori, infine, richiede servizi di trasporto efficienti, in grado di collegare i principali punti di accesso al Paese. In ultimo, ma non d’importanza, la disponibilità per questi territori, di tecnologie avanzate indispensabili per lo sviluppo del turismo gia’ in atto da parecchio in molti paesi, rappresenta un serio ostacolo nel nostro Paese allo sviluppo di iniziative imprenditoriali innovative e di livello internazionale. Dal punto di vista della distribuzione della spesa, dal rapporto “appare piu’ concentrata di quanto non lo siano le risorse turistiche”, con le regioni del Nord est e del Centro che intercettano la gran parte dei flussi internazionali anche grazie alla presenza di Roma, Firenze e Venezia. “Nel 2017- spiega lo studio- l’incidenza di due macroaree sulla spesa degli stranieri era del 27% per il Nord est e del 33% per il Centro”. Per quanto riguarda il Nord ovest, secondo Bankitalia “ha solo di recente visto rafforzarsi la propria posizione nei confronti dei viaggiatori internazionali, arrivando a rappresentare il 25% della spesa, anche grazie ai grandi eventi ospitati da Milano e Torino”. Anche la spesa dei turisti italiani in Italia “e’ notevolmente concentrata” a livello geografico, con il Nord est che assorbe piu’ di un terzo della spesa totale. Segue il Mezzogiorno con il 25%, “grazie ai buoni risultati del turismo estivo e balneare”. In generale, sottolinea lo studio, “emergono spazi da sfruttare per trarre pieno beneficio dalle potenzialita’ del settore, soprattutto nel Mezzogiorno”.

“E’ necessaria un’informazione statistica sul turismo tempestiva e di alta qualita’, che permetta di monitorare l’evoluzione della domanda e dell’offerta e di valutare l’efficacia delle strategie, pubbliche e private, di sviluppo del settore; la Banca d’Italia e’ pronta a collaborare con le altre istituzioni, mettendo a disposizione il suo patrimonio di informazioni e la sua capacita’ di analisi” – e prosegue toccando il tasto dolente della mancanza di una regia per coordinare le azioni messe in campo da turri i soggetti coinvolti , le Regioni in testa a tutti. ruolo che, anche per il ministro del turismo Gian marco Centinaio, dovrebbe essere affidato all’Enit (quando avrà una nuova governance ed la ridefinizione degli obiettivi strategici, ndr) “Le politiche del Turismo non possono prescindere dal ruolo trainante dei territori dove l’offerta si concretizza” ma “richiedono una guida nazionale per governare macro-fenomeni quali l’apertura di nuovi mercati; per gestire e promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo attraverso tutti i canali disponibili; per affiancare i territori nel disegnare politiche mirate allo sviluppo di prodotti di alta qualita’; per rafforzare la competitivita’ degli operatori, con politiche favorevoli all’innovazione” ha concluso Panetta.

“Sono anni che avvertiamo che il Turismo, uno dei settori economici piu’ dinamici e importanti del nostro paese, non ha goduto dell’attenzione che merita da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Considerazione che vale soprattutto per il Mezzogiorno d’Italia, con il suo immenso patrimonio paesaggistico ed artistico-culturale”. Commenta così il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina le dichiarazioni del vicedirettore generale di Bankitalia Fabio Panetta sul potenziale inespresso del comparto del turismo. “Non e’ piu’ tempo per indugiare: occorre dare vita ad un piano di riqualificazione delle strutture ricettive, dando maggiore attenzione agli aspetti della sicurezza e del rispetto della legalita’ e introducendo incentivi che favoriscano la piena realizzazione di Turismo 4.0. L’Italia non solo puo’ ma deve fare di piu’”.