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L’Aquila, il sindaco Biondi risponde alle critiche sull’apertura di una succursale del MAXXI di Roma

da | 12 Dic 2018 | Arte e Cultura

(in foto Palazzo Ardinghelli durante il restauro)

Il sindaco dell’Aquila Pierlugi Biondi, tramite una nota che è stata diffusa ieri, ha assunto le difese del progetto “MAXXI L’AQUILA”, in risposta alle polemiche suscitate dalle dichiarazioni giunte dal professor Alessandro Monti, autore del libro “Il MAXXI ai raggi X. Indagine sulla gestione privata di un museo pubblico”, e da Lucia Arbace, direttrice del polo museale d’Abruzzo.

Il progetto MAXXI L’AQUILA, avviato con la Legge di Stabilità del 2018, che ha stanziato un finanziamento pari a un milione di euro annui dal 2018 fino al 2024, prevede l’apertura (attesa nel 2019) di una succursale del Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma nel capoluogo abruzzese, precisamente all’interno del Palazzo Ardinghelli, restaurato, dopo i danni subiti in seguito al sisma del 2009, grazie a una donazione di 7,2 milioni di euro da parte della Russia. L’iniziativa, come si legge in un comunicato stampa del MAXXI datato 20 dicembre 2017, intende, attraverso l’arte contemporanea, “contribuire alla rinascita di un meraviglioso territorio ferito”.

Alessandro Monti, docente di Scienza dell’amministrazione alla Facoltà dì Giurisprudenza dell’Università di Camerino, nell’articolo “L’Aquila non ha bisogno del MAXXI”, pubblicato sul Manifesto il 27 ottobre di quest’anno, ha affermato che questo progetto si sostanzia in un contesto caratterizzato da persistenti difficoltà logistiche e organizzative (ne sono un esempio l’Archivio di Stato, il Segretariato Regionale per l’Abruzzo e il Museo Nazionale d’Abruzzo) e che bisogna interrogarsi se in una città come l’Aquila, che porta ancora i segni del terremoto, un’iniziativa di questo genere sia la scelta migliore per valorizzare il patrimonio artistico esistente, soprattutto considerate le incertezze a livello gestionale che porta con sé il MAXXI: “La domanda da porsi è se in una città spopolata dal terremoto (da 70mila a 10mila abitanti) sia indispensabile la presenza di un ente di recente istituzione con una controversa esperienza gestionale alle spalle (commissariata per squilibri di bilancio nel 2012) e un decollo tutto da consolidare”; inoltre, sempre secondo Monti, “per allontanare rischi di ‘colonialismo culturale’, il rilancio del sistema museale ed espositivo di arte contemporanea dovrebbe ruotare attorno a pilastri istituzionali autoctoni, riconoscibili”. Tali posizioni sono state poi rilanciate da Lucia Arbace, che ha anche lamentato la mancanza di “un confronto sull’argomento esteso alle altre istituzioni culturali esistenti in città”.

In risposta a queste critiche, il sindaco dell’AquilaPierluigi Biondi ha dichiarato che “il MAXXI, con garbo e facendo leva sui temi della interconnettività, ha da subito amato L’Aquila e gli aquilani, proponendosi non solo come ‘contenitore’ di opere d’arte, ma anche come catalizzatore di idee, proposte, iniziative che l’effervescente panorama cittadino è in grado di esprimere”. “Come si può credere – ha proseguito Biondi – che accogliere e mettere insieme le energie, raccontare L’Aquila e farla raccontare, renderla esempio e motivo di studio, possa rappresentare un esempio di ‘colonizzazione’? Chi lo afferma non comprende – forse perché non la conosce a fondo – la nostra storia di crocevia, fatta di scambio, di dare e ricevere, di consegnare e apprendere un nuovo modello che potrà essere fonte di ispirazione per chi vuole rigenerarsi e reinventarsi”. Tutte le posizioni volte a screditare il progetto MAXXI L’AQUILA, infine, sono per Biondi un’operazione assimilabile a “una sorta di ‘tiro al piccione’ nei confronti di un’istituzione di prestigio e dell’intera città che, forse, s’intende ridimensionare e imbrigliare rispetto alla sete di cultura e ambizione di aprirsi alla comunità nazionale e internazionale”.

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