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Il maestro Daniele Gatti nominato direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma

da | 5 Dic 2018 | Arte e Cultura, Persone e Carriere

La voce che Daniele Gatti sarebbe stato prescelto come direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma era nell’aria da tempo. E si era rinvigorita dopo l’inaugurazione della stagione con Rigoletto , un’opera di repertorio, popolare e notissima, che si prestava a una lettura nuova. Dopo il Tristano un Isolde di Wagner (inaugurazione della stagione ’16-’17) e la Damnation de Faust di Berlioz (12 dicembre-’17), per la terza volta l’apertura dell’Opera è stata affidata al maestro milanese dal curriculum prestigioso, che mira ad alzare il più possibile il livello della qualità dell’opera e far sì che risulti ben chiara l’idea interpretativa. Ed ecco a due giorni dalla prima verdiana l’annuncio ufficiale del Sovrintendente Carlo Fuortes nel foyer del Costanzi alla presenza di Virginia Raggi, sindaco della città nonché presidente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma che si felicita per la scelta di un maestro di fama mondiale. E insiste su due parole “persone” perché il teatro è fatto di persone e “rinascita”, quello che sta facendo l’Opera in modo che Roma torni ad avere un ruolo di capitale della cultura.

“E’ un bellissimo annuncio, dopo parecchi anni il Teatro dell’Opera ha di nuovo un direttore musicale”, dichiara il sovrintendente. Si tratta di un compito importante, rimasto vuoto dal 2009 dopo l’uscita del maestro Gianluigi Gelmetti. Per Gatti è un incarico triennale a partire dal primo gennaio 2019 fino al 31 dicembre 2021, con l’impegno per il maestro di dirigere tre opere all’anno nel 2020 e tre nel 2021. Ma non è escluso che possano essere anche quattro visto che la stagione appena partita è già definita, spiega Fuortes. Che tiene a precisare che non si tratta di una nomina improvvisata. Ci pensava già nel 2015, dopo un anno burrascoso, quando confermato alla Sovrintendenza si rese conto che il teatro stava rinascendo e che c’era bisogno di un direttore musicale, che potesse curare l’orchestra e il coro, cuore del teatro. E subito ha pensato a Gatti ed è andato a Parigi a parlare con lui e dopo la terza opera diretta a Roma gli ha proposto di assumere l’incarico di direttore musicale. Perché un ruolo come questo può essere ricoperto solo da chi conosce il teatro e ha il gradimento degli orchestrali. Cosa che consentirà al maestro Gatti di dedicarsi a pieno all’orchestra e alla programmazione degli spettacoli. “Il rapporto di stima reciproca fra direttore e orchestra è fondamentale”, puntualizza Fuortes e ringrazia il maestro di avere accettato l’incarico.

“Sono non solo onorato, ma profondamente toccato e commosso”, confessa Gatti fra i direttori più richiesti nel mondo, da Amsterdam a Londra, Parigi, Berlino, Salisburgo, Zurigo ma sempre presenta nella scena dei teatri italiani che, dice, gli hanno dato tanto. E ora dopo anni torna a Roma, una città che sente un po’ sua, dove è stato dal ’92 al’97 come direttore all’Accademia di Santa Cecilia. Ha conosciuto Fuortes in occasione di un Macbeth, quando lo invitò per alcuni progetti. Un incontro fruttuoso che lo ha portato ad aprire la stagione del 2016 . E molto positivo con l’orchestra che gli ha manifestato la sua approvazione con una lettera ”bella e inaspettata”, dice il maestro. Poi è arrivata l’offerta, esaminata e valutata con serietà, che ha condotto a “questo matrimonio”. E con una metafora sportiva dice di sentirsi come un “allenatore”, una figura che all’interno di un teatro dovrebbe supportare tutti, non solo l’orchestra ma anche il coro, i maestri collaboratori e coloro che sono impegnati nelle diverse produzioni anche se non dirette da lui. In modo che Roma possa contare su un teatro di eccellenza, di qualità, come merita anche per la sua storia. Fuortes ha allestito una meravigliosa monoposto. “Ma manca il pilota”, gli fa osservare il sovrintendente. “Ora il pilota c’è e mi auguro che vada nel migliore dei modi”, risponde il maestro Gatti.

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