Nella foto: una vista del Museo M9 Mestre
Il 1° dicembre a Venezia è stato inaugurato il nuovo multimediale Museo M9 Mestre, dedicato alla cultura italiana del Novecento. Per certi versi, si tratta di un inedito a livello nazionale ma anche e soprattutto europeo in quanto fa largo uso dell’innovazione tecnologica al servizio della cultura, del retail e dell’intrattenimento per un progetto di rigenerazione urbana con impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dellefficienza energetica e della sostenibilità ambientale, come si legge sul sito del museo: la Fondazione di Venezia regala alla città, al paese, al mondo un museo della nazione perché gli italiani conoscano il secolo che più ha contribuito a creare la loro identità odierna, nella convinzione che la conoscenza è la base indispensabile per progettare il futuro individuale e collettivo.
Un museo simile mancava, sinora, allItalia, si continua a leggere. Nellideare e realizzare il Museo del Novecento (M9), la Fondazione di Venezia ha inteso colmare questa lacuna, creando un luogo nel quale gli italiani possono non solo riscoprire da dove vengono ma anche capire che il passato, ricco ma contradditorio, apre alla costruzione del futuro.
Uniniziativa partita dalla Fondazione di Venezia nel 2010 con un concorso internazionale per la progettazione di M9. Sei prestigiosi studi europei, prosegue il sito, chiamati a progettare un intervento sostenibile, in cui le nuove architetture dialogano con il recupero degli edifici storici, intervento affidato, infine, a Polymnia Venezia, società strumentale della Fondazione di Venezia e ispirato a esperienze internazionali di rigenerazione urbana per un format innovativo nel quale cultura multimediale, architettura sostenibile, tecnologia, servizi per i cittadini e forme innovative di commercio viaggiano sullo stesso binario per generare occupazione, crescita e benessere per la collettività.
Nello specifico: Lintervento prevede la realizzazione di tre nuovi edifici, il principale dei quali dedicato a funzioni museali, il recupero di un ex convento tardo cinquecentesco e la ristrutturazione di un edificio direzionale degli anni Settanta. È così che M9 crea un dialogo con il passato, restituendo alla città unarea non del tutto valorizzata.
Quindi, un investimento di 110 milioni di euro e 950mila ore di lavoro, secondo lAnsa, per restituire alla terraferma lagunare, figlia povera del centro storico, un luogo multimediale che racconti lidentità dei cittadini con un nuovo respiro internazionale, ricorrendo alle moderne e avanzate tecnologie a partire dai 276 pannelli fotovoltaici che garantiscono 86.000 kwh di energia solare per finire, visivamente, con i 20 mila elementi in ceramica di 13 colori che rivestono le facciate. Auditorium, spazi per esposizioni permanenti e temporanee, aree per i servizi e l’intrattenimento, insomma, quello che serve per essere una Smart City in miniatura.
Secondo il Ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli: Qui sta succedendo qualcosa di molto interessante perché è una delle sfide che abbiamo in Italia: fare qualcosa di nuovo, di contemporaneo, sulla base di quello che cè già, cioè sembra una cosa semplice da fare ma nel nostro Paese non lo è, noi partiamo da un patrimonio che nessun altro ha. Quindi quando lo facciamo dobbiamo farlo con grande intelligenza, creatività e anche con senso di opportunità. Il Ministro ha sottolineato come questa sia una sfida veramente a livello mondiale: ci sono alcune cose che ho visto al Museo afroamericano di Washington, luso delle ombre, il digitale applicato all’interattività, veramente molto interessanti.
Bonisoli ha aggiunto, poi: Di solito si pensa a Venezia e si parte da Piazza San Marco però cè una città attorno, una realtà molto importante sulla terraferma, dove le persone abitano e i cittadini ci sono e hanno come tutti gli altri bisogno di attenzione da parte delle istituzioni, di cultura, di servizi di eccellenza.