Non credeva di parlare nella fossa dei leoni e si dichiara molto emozionata Clementina Panella alla presentazione della mostra Roma Universalis. Limpero e la dinastia venuta dallAfrica (catalogo e guida breve Electa), che ha ideato e curato insieme a Rossella Rea e Alessandro DAlessio. Ma in realtà tutto nasce dalla sua scoperta. Dall86 era impegnata in scavi e ricerche per La Sapienza nelle cosiddette Terme di Elagabalo nel settore del Palatino lungo la moderna via Sacra ( il cantiere è stato chiuso nel 17), quando si è imbattuta in una serie di strutture di fondazione, in cui riutilizzati come inerti nella malta si trovavano frammenti marmorei di altissima qualità dellepoca di Settimio Severo. E stato fatto un tassello nellisolato, un blocco di due metri per due metri e mezzo di altezza, da cui sono emersi 26 oggetti fra cui 13 ritratti, busti, erme, una rarissima a tre teste e frammenti di statuaria. Che ora ricomposti e restaurati si possono ammirare allinterno del Tempio di Romolo. Fra i ritratti ce nè uno di Settimio Severo. Il riuso di materiali antichi per nuove fabbriche tra la fine del sesto e linizio del settimo secolo d. C. era molto diffuso. Una conferma se ce ne fosse stato bisogno della grande importanza dei Severi per la città e della presenza continua del loro intervento, del capostipite Settimio Severo, ma anche di Caracalla e Alessandro Severo.
Roma Universalis, promossa dal Parco Archeologico, organizzata da Electa, progettista architetto Maria Grazia Filetici, più di un evento effimero, secondo le linee programmatiche del Parco archeologico del Colosseo, è una occasione di apertura al pubblico di aree non fruibili del Foro e del Palatino, precisa la direttrice Alfonsina Russo. E sottolinea limportanza del nuovo percorso archeologico presentando la grande rassegna aperta fino al 31 agosto 2019 che si snoda lungo il secondo ordine dellAnfiteatro Flavio e continua al Foro e al Palatino.
La mostra ripercorre le tappe salienti dei quarantanni dimpero (193-235 d.C.) della dinastia venuta dallAfrica, che governò il mondo romano in un momento cruciale, lultimo periodo in cui Roma fu grande. Settimio Severo (193 – 211) è il fondatore della dinastia , nato in Libia a Leptis Magna che si presenta come diretto discendente degli imperatori Antonini e nomina prima del 195 d. C. il figlio Caracalla Caesar e suo erede (211 217 d. C. ). Dopo lintermezzo del prefetto del pretorio Macrino, cui si deve luccisione di Caracalla, è la volta di Elagabalo (218-222 d. C.) e di Severo Alessandro (222-235 d. C.). I Severi nella storia di Roma si definiscono anche per la presenza delle donne della dinastia che organizzano un piccolo senato. Anzitutto Giulia Domna, moglie di Settimio Severo che veniva da Emesa, Homs, in Siria, Giulia Mesa e Giulia Mamea che riportarono in famiglia la porpora imperiale con Elagabalo.
Siamo in un tempo di declino dellimpero di Roma, ma i Severi assicurano un periodo di stabilità, procedendo a importanti trasformazioni nei più diversi campi. In età severiana vennero garantite le forniture di derrate alimentari, assicurata la politica dei trasporti, riformato lesercito e per risolvere la crisi finanziaria ridotto il contenuto di argento nelle monete lasciando inalterato il loro valore. Letà dei Severi costituisce un capitolo a sé stante nella storia culturale e religiosa dellimpero romano. Si assiste a una crescente adesione di liberi e schiavi, uomini e donne, a culti non tradizionali, di carattere escatologico e salvifico e allaffermarsi del cristianesimo con la fioritura di scritti esegetici. Il governo imperiale ha un atteggiamento di sostanziale tolleranza e indifferenza. Cosa che riguarda anche gli ebrei, tanto che a Gerusalemme Settimio Severo fondò una sinagoga. Liscrizione è conservata nello studio del presidente Netanyahu.
Importantissima la loro presenza nel paesaggio urbano e nel campo del diritto. Settimio Severo impegnò risorse considerevoli nel restauro di monumenti danneggiati dagli incendi. Come il Pantheon, il Teatro di Pompeo in Campo Marzio, il Portico dOttavia, la Biblioteca Capitolina in Campidoglio. E il Colosseo che rimase chiuso dieci anni dopo il rogo del 192 d. C.. Quello che vediamo oggi è frutto del loro intervento. A questo si aggiunge ledilizia sacra come il Tempio di Ercole e Dioniso, le due divinità di Leptis Magna, le Terme di Caracalla, le infrastrutture come lAcquedotto Alessandrino, tredicesimo e ultimo acquedotto di Roma costruito da Severo Alessandro.
Il documento antico che meglio illustra il rapporto tra Settimio Severo e Roma è la Forma Urbis di cui si conserva poco più del dieci per cento di frammenti. Si deve a Settimio Severo la pianta catastale di Roma in marmo lunense in scala 1:240 che riproduce tutti gli edifici della città per un totale di 18 per 12 metri. Redatta fra il 203 e il 209 d. C. un caposaldo per lo studio della topografia dellantica Roma, era affissa a una parete di unaula del Tempio della Pace, considerato una delle meraviglie del mondo, che conservava le opere darte più preziose, come il tesoro del Tempio di Gerusalemme .
Nel 212 d. C. Caracalla emana la Constitutio Antoniniana, opera di grandi giuristi come Ulpiano, che porta a compimento il grandioso processo di romanizzazione inteso come unificazione politica di tutti gli abitanti liberi dellimpero e integrazione fra le varie genti del Mediterraneo e dellEuropa. Tutti cittadini romani, vincitori e vinti, soggetti alle stesse leggi. Nelletà dei Severi si afferma una dimensione cosmopolita, i membri del Senato e dellordine equestre sono cooptati da ogni angolo dellimpero. Un evento epocale, una specie di ius soli ante litteram, ricorda la Russo
Di tutto questo racconta la mostra al Colosseo che presenta un centinaio di opere provenienti da musei italiani e stranieri a cominciare dalla parata di busti con cui la dinastia dei Severi si presenta al pubblico, lapproccio più intenso di tutta la rassegna. Eccoli dunque, uomini, donne e bambini, uno accanto allaltro. A dominare il volto corrucciato di Caracalla dal Museo Archeologico di Napoli, seguono il busto loricato di Settimio Severo da Ostia, il ritratto di Giulia Domna dal Museo Kirkeriano, quelli di Elagabolo di collezione Albani, di Alessandro Severo, di Geta bambino. E i padri nobili come Marco Aurelio dei Musei Capitolini. Numerosi i reperti venuti alla luce negli ultimi tempi. Come i frammenti scultorei in marmo lunense ritrovati a piazza Bovio durante i lavori per la costruzione della metropolitana di Napoli. Erano stati reimpiegati nelle murature di una torre ed hanno permesso di ricostruire un arco onorario di età severiana. E poi ci sono le anfore olearie della Betica, trovate a Testaccio, che rifornivano la capitale dellimpero. Nei bolli e nelle anse riportano indicazioni preziose sulla produzione, la commercializzazione dellolio e tra i tituli picti anche le date consolai.
Un altro modo per scoprire la dinastia severiana è iniziare la visita dallArco di Settimio Severo al Foro costruito nel 203 . C. in onore suo e dei suoi figli Caracalla e Geta che celebra le battaglie contro i Parti. Il nome di Geta venne scalpellato dopo la sua uccisione nel 211 d. C. in omaggio alla damnatio memoriae. Si prosegue verso il Clivus ad Carinas, poi verso il Templum Pacis e il Tempio di Romolo per raggiungere le Terme di Elagabalo e infine le Arcate Severiane e la Sala dei Capitelli. Il Vicus ad Carinas, tra i più antichi percorsi di Roma, fin dalletà repubblicana collegava il popoloso quartiere delle Carine sullEsquilino con il Foro, incrociando la via Sacra tra il cosiddetto Tempio di Romolo e la Basilica di Massenzio. Lattuale tracciato è successivo allincendio neroniano del 64 d. C. e alla costruzione nel 75 d. C. del Templum Pacis, poi Foro della Pace. Nel Medio Evo era un impervio viottolo che serviva la basilica dei santi Cosma e Damiano sorta nel VI secolo nella biblioteca del Tempio della Pace. Il Vicus ora reso agibile a tutti consente di vedere dallalto gli splendidi pavimenti in opus sectile con intarsi in porfido rosso, pavonazzetto e granito grigio dellaula di culto che portano ancora i segni del fuoco di cui parla Procopio e sulla parete, oggi parte della facciata della basilica, i fori delle grappe di ancoraggio delle lastre marmoree della Forma Urbis.
Superato il Tempio di Romolo in cui sono esposte le sculture trovate nelledificio noto come Terme di Elagabalo, una specie di galleria ritrattistica, anche se frammentata, in cui spiccano la triplice erma in marmo e il ritratto di Settimio Severo, si raggiunge il sito da cui provengono. Lo scavo ha riportato in luce una storia che va dalletà del ferro alledilizia aristocratica e alle trasformazioni severiane, un complesso importante che resta da interpretare. Non una domus quanto piuttosto la sede di unassociazione di natura civile o militare, un luogo di prima accoglienza di chi si recava al Palazzo.
Roma, Colosseo – Foro Romano Palatino. Fino al 31 agosto 2019. Orario: 8.30 16.30 fino al 15 febbraio 2019; 8.30-17.00 dal 16 febbraio al 9 marzo; 8.30 19.15 dal 31 marzo al 31 agosto. fino al 31 agosto. Chiusura al pubblico 25 dicembre 2018 e 1 gennaio 2019. Informazioni: prevendita e visite guidate 06-39967700 e www.colosseo.beniculturali.it