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Duilio Cambellotti. Mito, sogno e realtà

da | 6 Nov 2018 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Foto: 1) Duilio Cambellotti, Bozzetto esecutivo per il manifesto Esposizione Nazionale di Torino del 1898; 2) Duilio Cambellotti, L’avo , 1924;3) Duilio Cambellotti, La storia del secondo Calender originale per l’illustrazione del volume Le mille e una notte, 1912; 4) Duilio Cambellotti, La storia del principe Amed e della Fata Peri-Banu, 1912.

Chiude i battenti giovedì a Villa Torlonia la mostra dedicata a Duilio Cambellotti (1876-1960), maestro insuperabile dell’eclettismo italiano fra ottocento e novecento. Una grande rassegna monografica che offre l’opportunità di conoscere nei suoi diversi aspetti l’opera di un maestra versatile che ha espresso la sua genialità nei più diversi campi. Promossa da Roma Capitale, Archivio dell’Opera di Duilio Cambello di Roma e Civico Museo “Duilio Cambellotti” di Latina è stata curata da Daniela Fonti responsabile scientifico dell’Archivio dell’artista e Francesco Tetro ideatore e direttore del Museo Cambellotti di Latina e organizzata dalla Galleria Russo (catalogo Silvana Editoriale).

Il romano Cambellotti era artista a tutto tondo, qualunque cosa toccasse diventava arte, riuscendo a passare dalla scultura, all’illustrazione (delle “Mille e una notte”), alla pubblicità, alle vetrate, alla ceramica, alla scenografia teatrale. Non era un pittore alla maniera tradizionale, non usava il chiaroscuro, le mezze tinte, il suo linguaggio era immediato, quello dei manifesti, della pubblicità. Artista potente, di grande fascino, Cambellotti è stato scultore in legno, bronzo, terracotta, ha realizzato pitture murali, vetrate, medaglie, maioliche, mobili, arredi. Ha lavorato per il teatro classico di Taormina come per quello di Ostia Antica, per il cinema, per la pubblicità. Ed è stato soprattutto scultore usando diversi materiali, considerato per la sua originalità il vero antagonista del dinamismo plastico di Umberto Boccioni. La sua originalità ebbe modo di manifestarsi nello spettacolo a cui si è dedicato costantemente per tutta la vita, come illustrano le numerose foto di scena e le maquette teatrali. Il teatro espressione di quell’arte totale, completa e comunicativa su cui ha modellato la sua vita. A cominciare da “La Nave” di D’Annunzio, presentata al Teatro Argentina di Roma nel 1908 di cui fu scenografo, costumista, arredatore di scena e movimentatore di comparse. Per proseguire con collaborazioni col Teatro di Ostia Antica e col Teatro Greco di Siracusa. Un artista che attinge al patrimonio del mondo classico reinterpretandolo e reinventandolo per giungere a esiti personalissimi e originalissimi.

Cambellotti era anche attento al sociale, come si direbbe oggi, sensibili ai problemi del suo tempo e impegnato nell’opera di riscatto degli abitanti dell’Agro Romano e Pontino e promotore delle scuole per i figli dei contadini di un’area che era ancora aggredita dalla malaria insieme con Giacomo Balla, Giovanni Cena, Sibilla Aleramo e Alessandro Marcucci.

La mostra è articolata in due edifici distinti. Nel Casino dei Principi è presentata la parte più cospicua della rassegna costituita da circa 2o0 opere che racconta sessanta anni di lavoro dell’artista, nel Casino Nobile è in mostra la sezione dedicata alla scenografia teatrale e una galleria di sculture. A queste due sedi si può aggiungere la visita alla Casina delle Civette e alla sua collezione permanente di vetrate liberty. All’inizio, siamo a fine Ottocento, è il Cambellotti incisore e cesellatore, quindi l’artista che si misura con la modernità nella grafica, nella pubblicità, lavorando per esposizioni, banche, teatri di cui sono espressione splendidi manifesti come quello per l’Esposizione Universale di Tornino del 1898. Gli animali popolano spesso le sue opere. Le rondini appaiono nelle vetrate, in ciotole in terracotta, in oggetti in ceramica, come decorazioni architettoniche di villini e facciate e diventano elementi d’arredo nel Palazzo dell’Acquedotto Pugliese di Bari a cui l’artista donerà uno stile inconfondibile. Gli animali, tutti gli animali, come le piante e la natura, sono amati, studiati e messi al centro del suo mondo plastico e pittorico

Cambellotti è il poeta dei bufali, delle mandrie delle Paludi Pontine vigilate dai butteri intabarrati, dei cavalli al galoppo sfrenato o curvi all’abbeveratoio, dei tori accosciati, una società arcaica che si contrappone agli albori del Novecento alla società borghese e alle sinuose forme liberty. La campagna ritratta dagli artisti eredi di Costa continua ad affascinare l’artista pur sensibile alla società che cambia. Arcaico mondo dell’Agro e modernità sono al centro della poetica di Cambellotti per almeno vent’anni. L’autore della “Conca dei bufali” del 1910, un capolavoro, è anche l’autore del manifesto per “La Nuova Balilla La Balilla dell’Impero” del 1937, il creatore di vetrate, di sfoffe, di ceramiche, di piccoli bronzi e arredi per interni in cui sapientemente mescola forme e materiali diversi come nello stipo del 1925 in legno con inserti in bronzo. Caambellotti disegna il manifesto ufficiale dell’Esposizione Universale del 1911 con l’aquila per il cinquantenario dell’Unità d’Italia, ma è ancora lui a disegnare la Capanna dell’Agro, rappresentazione palese di come vivevano i braccianti delle paludi.

Da non trascurare la dimensione pubblica, la scultura monumentale, le grandi imprese collettive, un’attività intensa concepita come servizio prestato alla collettività. Importanti i lavori per la bonifica delle Paludi Pontine, la progettazione delle città nuove, i palazzi pubblici. Notevoli i cicli pittorici per Littoria (oggi Latina) e per il Palazzo dell’Acquedotto di Bari per il quale progetta pitture parietali, stucchi e arredi per gli interni (1931- 1932)

Villa Torlonia, via Nomentana 70, Roma. Orario: 9.00-19.00

Informazioni: www.museivillatorlonia.it

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