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Il Turismo esperienziale vale 40 miliardi in Europa

da | 15 Ott 2018 | Turismo

Al TTG Travel Experience, conclusosi 2 giorni fa, si è parlato di turismo, in particolare di turismo esperienziale. Scelto da un turista su tre, il turismo esperienziale vale 40 miliardi di euro in Europa. La Cna chiede al ministro Centinaio un riconoscimento, nel frattempo a Firenze partirà un master di primo livello di turismo esperienziale.

Durante il convegno “Viaggio in Italia. Cambia lo scenario competitivo” è intervenuto sulla questione del turismo esperienziale Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Balneatori: «[…] abbiamo due richieste per il ministro Centinaio: innanzitutto il riconoscimento giuridico dell’imprenditore turistico esperienziale, una figura veramente innovativa che deve avere la sua dignità e il suo riconoscimento. E poi un potenziamento dei trasporti. I turisti riescono a raggiungere davvero bene solo le città toccate dall’alta velocità e non tutte le altre, come borghi e piccole città che potrebbero davvero trovare nel turismo esperienziale un volano eccezionale».

Ma che cos’è il turismo esperienziale? Se dapprima il turista veniva accompagnato, magari da un’agenzia turistica, in una rilassante vacanza che serviva per staccare dalla quotidianità e riprendere fiato, ora non è più così. Il turista è al centro del suo viaggio. È lui che decide, secondo le sue esigenze, voglie, capricci dove andare, quando andare e per quanto tempo restare in luogo.Il turista cerca un’esperienza unica, da qui il termine esperienziale, ricercata e mai vissuta. È alla perenne ricerca di un ricordo memorabile da mettere nel suo bagaglio, come per sottolineare di essere differente dagli altri, perché ha fatto quella particolare esperienza. Il turismo esperienziale si basa proprio su questa esigenza del viaggiatore. In qualche modo cerca di coinvolgere il turista in alcune attività, magari una lezione di cucina o una vendemmia. Il turista, quindi, vuole entrare in contatto con il luogo della sua vacanza. Le aziende devo essere in grado di rispondere a questa domanda che potrebbe essere sempre maggiore. E se poi si riesce a creare un frammisto di turismo classico, di cui il bel paese è pieno, e turismo esperienziale, si può essere certi di segnare a vita il turista.

Come ha suggerito Luca Toni, presidente nazionale Cna Turismo e commercio, si dovrebbe prevedere un corso di studi dedicato al turismo esperienziale: «Stiamo lavorando con l’università di Firenze per far partire l’anno prossimo ilmaster di primo livello di turismo esperienziale: si tratta di una realtà che vogliamo ufficializzare, professionalizzare e ampliare e di conseguenza siamo i primi, in linea con Centinaio, a voler combattere abusivismo e illegalità anche per difendere il nostro grande artigianato. Dobbiamo tutti insieme eliminare l’abusivismo e ancora di più il sommerso che porta lavoro nero e non rispetto delle garanzie e di conseguenza ne va l’immagine del nostro Paese. Per questo il turismo esperienziale merita un riconoscimento».

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