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“Banksy. This is not a photo opportunity”. La mostra a Palazzo Medici Riccardi a Firenze

da | 14 Ott 2018 | Arte e Cultura, Mostre ed Eventi

Per la prima volta una mostra esamina e analizza le immagini originali di Banksy all’interno di un quadro semantico esaustivo che ne veicoli origini, riferimenti, relazioni tra gli elementi, implicazioni e piani di pertinenza.

La mostra è organizzata a Palazzo Medici Riccardi a Firenze dal 19 ottobre al 24 febbraio 2019. Ci sono le sue immagini più celebri; una rigorosa selezione delle migliori 20 immagini finora prodotte, quelle che hanno decretato il successo mondiale di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro tempo.

A completamento del percorso espositivo, il pubblico ha a disposizione un’infografica sulla cronologia dell’artista, ampie schede storiche sulle opere con documentazione fotografica, i “black books” originali, poster originali di sue mostre, banconote contraffatte, palloncini “I am an imbecile” usati a Dismaland e una selezione di video.

Nessuno conosce il suo viso, non esistono foto che lo mostrino. Bansky esiste attraverso le sue opere di grande potenza etica, evocativa e mediatica. Originario di Bristol, Banksy rappresenta il più grande caso di popolarità per un artista vivente dai tempi di Andy Warhol con il quale si crea un legame quasi ereditario. Nel 2007, Banksy in persona produce la mostra londinese ‘Warhol vs Banksy’ al The Hospital in Covent Garden.

Afferma Stefano Antonelli (curatore assieme a Gianluca Marziani): ”Sostiene Alvin Gouldner che libri e i giornali hanno favorito la nascita delle ideologie, ovvero la nascita di un discorso razionale sulle idee. Radio, Tv e Cinema, invece, hanno avviato il declino di questo discorso, trasportando lo spazio di elaborazione dal simbolismo concettuale del leggere al simbolismo iconico del guardare. In questa prospettiva Banksy avvia la sua produzione che sfrutta il potere persuasivo, pedagogico, propedeutico, critico ed ermeneutico dell’immagine per attivare un pensiero critico e popolare da lui stesso definito ‘entry-level’. Il lavoro dell’artista sembra entrare in tensione sul piano polarizzato sul quale opporre immagini di produzione artigianale (B. Groys) al flusso soverchiante di immagini industriali (la pubblicità), utilizzando la cifra del ‘détournement’ situazionista, attraverso un potente strato di tipico ‘british humor’, pratica che lui stesso battezzerà come ‘Brandalism'”

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