La relazione approvata oggi a Bruxelles nelle Commissioni Commercio internazionale e Mercato interno del Parlamento europeo con 56 voti a favore, 3 contrari e 4 astensioni, ha lobiettivo di tutelare il patrimonio culturale dei Paesi terzi e contrastare il finanziamento del terrorismo. Le nuove misure, sono raccolte nel testo Cracking down on the illegal import of cultural goods used to finance terrorism. lassociazione americana SAFE (Save Antiquities For Everybody) reputa che tra l80 e il 90% dei beni venduti nei mercati darte abbia origini incerte se non illegali.
“Il traffico illegale d’arte e’ una delle attivita’ piu’ redditizie accanto a quello delle droghe, delle armi e delle merci contraffatte, e favorisce il crimine organizzato, il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro”, spiega l’eurodeputata del Partito democratico Alessia Mosca, coautrice del testo. Secondo lInterpol il traffico di beni culturali è secondo solo al commercio di armi e droga, con un volume di affari che si aggira tra i 2,5 e 5 miliardi di euro lanno.
Nell’Ue ci sono divieti di importazione di reperti archeologici e opere d’arte da Iraq e Siria, ma ancora non c’e’ una normativa quadro per le importazioni dei beni culturali da tutti i Paesi terzi. Il testo, che verra’ votato nella plenaria di fine ottobre per il via libera al mandato per i negoziati con il Consiglio, introdurra’ l’obbligo di ottenere certificati e licenze per importare questo tipo di beni.
Forte l’opposizione dei conservatori britannici, che stanno frenando anche in Consiglio. “Nonostante la forte resistenza dei conservatori al Parlamento europeo – sottolinea Mosca – siamo riusciti a ottenere il sostegno a una relazione che per la prima volta introdurra’ regole comuni per l’importazione di beni culturali nell’Ue dai Paesi terzi. (fonte ANSA)