Parco Archeologico del Colosseo 2018-2019. Al via valorizzazione e promozione a un anno dall’istituzione.

da | 21 Set 2018 | Arte e Cultura, Promozione e valorizzazione

Colosseo dal Tempio di Venere e Roma ©ELECTA Luigi Spina

Sette milioni di euro per garantire ai visitatori maggiore sicurezza e confort anche per i bambini, l’apertura del Museo del Colosseo entro l’anno e del Museo del Foro nel ’19, il ritorno dei concerti estivi a Massenzio, incontri e concerti nella Curia, una serie di iniziative per attrarre nuovo pubblico, i romani e le minoranze, mostre e restauri. In questi giorni ci sarà la consegna dei lavori per il restauro dei sotterranei, sponsor Tod‘s, al vincitore della gara, propedeutici alla realizzazione dell’arena che la Russo immagine non fissa, ma mobile perché dall’alto si devono vedere i sotterranei.

Per illustrare alla stampa i programmi ’18-‘19 e il nuovo logo del Parco Archeologico del Colosseo, nato anno scorso col decreto Franceschini, che comprende anche Palatino, Foro Romano, Domus Aurea, Arco di Costantino e area della Meta Sudan, 77 ettari, 7 milioni di visitatori, la direttrice Alfonsina Russo ha scelto uno spazio insolito e spettacolare, dove si riuniva il Senato, la Curia fondata secondo la tradizione da Tullo Ostilio, riedificata da Silla e poi da Giulio Cesare (detta per questo Curia Iulia), e poi dopo l’incendio del 283 da Domiziano. E’ in questa grande sala, con pavimento in opus sectile originale restaurato negli anni trenta, ai lati bassi ripiani su cui poggiavano i seggi per i senatori, e i cosiddetti plutei di Traiano, che si è tenuta la conferenza. Sottoposta a un restauro leggero guidato l’architetto Maria Grazia Filetici, torna luogo d’incontro, la sua antica destinazione, mentre continuano i restauri delle superfici dipinte della chiesa di Sant’Adriano in cui fu trasformata nel settimo secolo. Per ora l’ingresso è dalla parte posteriore verso via dei Fori Imperiali, ma in programma c’è l’apertura verso il Foro. Un ambiente che al fascino della storia aggiunge oggi un allestimento totalmente reversibile, una sofisticata tecnologia, tutta made in Italy come le poltrone Frau, restituita senza danni per il monumento alla cittadinanza per possibili incontri, conferenze e concerti. Come quello del tenore Francesco Grollo accompagnato da un quintetto di Santa Cecilia con musiche di Verdi, Puccini, Leoncavallo e Mascagni, a fine conferenza. In sala presente il direttore dell’Accademia.

Non a caso visto che fra le novità positive c’è per il prossimo anno il ritorno, dopo quarant’anni, dell’Orchestra di Santa Cecilia alla Basilica di Massenzio per la stagione estiva. In programma un concorso per la progettazione di un palco per spettacoli e per il recupero anche dei sottostanti magazzini delle spezie realizzati in epoca flavia, gli “Horrea Piperataria”, dove anche Galeno aveva una bottega.

Dopo l’omaggio obbligato alla medialità con un nuovo logo, che si rifà ai modelli delle iscrizioni del tempo di Sisto V, un acronimo che ricorda la pianta ovale del Colosseo con i colori della natura e delle architetture, e un nuovo sito web che contiene già in homepage le icone per l’accesso facilitato alle pagine social dell’istituzione, oltre a un appropriato servizio di comunicazione e relazioni con il pubblico per essere al passo coi tempi, la Russo passa in rassegna i grandi temi e i problemi, come la manutenzione, la conservazione programmata, la valorizzazione del verde, i restauri. “La parola d’ordine è tutelare, conservare, curare”, ha detto dopo aver ringraziato gli sponsor per l’allestimento della Curia, precisando che fra gli obiettivi in programma vi è il monitoraggio dei beni. Come? Attraverso un controllo satellitare, una carta del rischio e sopralluoghi con squadre miste su tutti gli elementi antichi e postantichi.

La sicurezza è un grande problema del parco e dei suoi monumenti, da garantire fra l’altro con il piano di regimentazione delle acque. Ed è un grande problema anche del pubblico che lo visita con una media di 30 mila persone al giorno. Da qui l’elaborazione di un piano antintrusione utilizzando tutti i sistemi disponibili, da quelli tradizionali alle moderne tecnologie di riconoscimento facciale. E’ stato elaborato un progetto specifico concordato con la prefettura e le forze dell’ordine, mettendo in bilancio 7 milioni di euro, per risolvere in particolare la situazione che si registra davanti al Colosseo presidiato in ogni ora della giornata da abusivi, venditori ambulanti, “saltafile”, bagarini, guide turistiche non autorizzate e borseggiatori. E’ una questione anche di decoro, come è ben visibile a chiunque metta piede in piazza del Colosseo, che non può essere uno spartitraffico in balia di chiunque. Una situazione ulteriormente aggravata dai lavori per la Metro C.

Per la riqualificazione e riorganizzazione dei flussi e degli accessi dei visitatori, è previsto anche un Centro Servizi finanziato dallo sponsor Tod’s SpA, sta lavorando attualmente il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, come nel recente passato hanno fatto l’Accademia Adrianea e l’Ordine degli Arhitetti. Tra le strutture di servizio ai visitatori, all’ingresso del Foro Romano in via della Salara Vecchia, dove già funziona un punto informativo e una libreria, è prevista l’apertura della Caffetteria del Foro, disponibile anche in orari successivi alla chiusura del Parco.

Fra le aspirazioni della Russo vi è quella di avvicinare il monumento a un nuovo pubblico, non solo i turisti “mordi e fuggi”. E allora bisogna ricorrere al “Parco Bus” per raggiungere le periferie e le categorie disagiate e a tutto ciò che può servire ad avvicinare gli altri, utilizzando canali divulgativi tradizionali ma anche videomapping, realtà aumentata, viaggi nel tempo, spettacoli multimediali. Il primo, allestito nell’anfiteatro della durata di 30 minuti illustra, con immagini tridimensionali, musiche e suoni, il tipo di spettacoli che si svolgevano al Colosseo di cui scrive Marziale nel “De Spectaculis”. Per aiutare lo spettatore all’ingresso viene distribuito un. “libretto d’opera”. E attirare i romani che se ne guardano bene dall’entrare nella mischia. Ben venga a dicembre la tanto attesa card per i residenti che prevede sconti e vantaggi.

Nel frattempo continua la sperimentazione di un nuovo biglietto integrato (S.U.P.E.R.) per visitare Colosseo, Foro Romano e Palatino cui si aggiungono sette nuovi percorsi volti a emozionare i visitatori, come Santa Maria Antiqua e la Rampa di Domiziano e si aggiungono nuovi percorsi individuali o per piccoli gruppi con visita guidata. O nel verde alle pendici del Palatino e sulle orme del grand tour. Entro la fine dell’anno sarà aperto al pubblico, fra gli altri, il “clivus ad Carinas”, una delle più antiche strade di Roma e gli “horrea piperataria”

Nella Domus Aurea si apriranno nuovi spazi per la visita articolata in dodici tappe attraversando interamente la parte della Domus sul Colle Oppio. Eccezionale importanza riveste l’apertura per la prima volta al pubblico di alcune strutture importanti della Domus Transitoria, scavate nel Settecento dai Farnese e all’inizio del Novecento da Giacomo Boni al di sotto della “Coenatio Iovis” della Domus Flavia, conosciute come “Bagni di Livia”. Dopo il restauro e la messa in sicurezza, si prevede un percorso di visita arricchito da video, proiezioni e da un progetto illuminotecnico.

Fra le novità di maggiore interesse l’apertura dei due musei, del Colosseo e del Foro. Quello del Colosseo, curato dagli architetti Francesco Cellini e Maya Segarra Lagunes, in via di allestimento al secondo ordine occupa una parte delle due gallerie perimetrali dedicate alle mostre temporanee, racconta la storia del monumento dalle origini ai nostri giorni e il suo utilizzo, per mezzo di documenti, reperti provenienti dai recenti scavi ,maquette, il grande modello ricostruttivo di Carlo Lucangeli della fine del Settecento, postazioni video e sottofondo musicale.

Riapre dopo oltre quarant’anni il Museo del Foro romano dalla storia travagliata. sarà ospitato nuovamente all’interno del convento annesso alla chiesa di Santa Francesca Romana (primo e secondo piano), in diretta relazione con il Tempio di Venere e Roma di cui occupa fisicamente l’area della Cella. Un museo “green”, all’avanguardia, ecosostenibile, curato dall’architetto Mario Bellini, accoglierà parte dei materiali già musealizzati in un allestimento che si avvarrà delle più moderne tecnologie anche multimediali.

Alle iniziative permanenti si affiancano quelle temporanee, grandi mostre, installazioni e allestimenti da qui al 2020. Entro l’anno “Roma universalis”, l’impero e la dinastia venuta dall’Africa i Severi, l’ultima grande famiglia imperiale, una rassegna ideata da Clementina Panella con Rossella Rea, Alessandro D’Alessio e Marina Piranomonte e l’anno prossimo “L’antico ai tempi delle avanguardie: Giacomo Boni, da Venezia a Roma”, dedicata a uno dei più importanti archeologi italiani tra XIX e XX secolo, primo storico direttore del Foro e del Palatino (dove è sepolto), protagonista di una grande stagione di scavi e di restauri.