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Ritrovate 300 monete d’oro in un’anfora romana a Como

da | 10 Set 2018 | Arte e Cultura, Conservazione e Tutela

Sono 300 le monete d’oro del IV-V secolo d.C.ritovate in via Diaz a Como, nell’ex cinema Cressoni, durante uno scavo per realizzare una vasca di accumulo dell’acqua per l’antincendio. La scoperta, avvenuta mercoledì scorso, ha riportato alla luce anche un’epigrafe ben conservata e il contenitore stesso delle monete.

Questo tesoro, costituito da 300 monete, equivale alla paga annuale di 15 legionari ed è il più grande quantitativo di monete d’oro romane mai ritrovato in Italia. Il periodo d’appartenenza dovrebbe coincidere con il quarto o quinto secolo d.C., ma sarà possibile affermarlo con precisione solo dopo lo studio e i rilievi della Soprintendenza.

Una «scoperta eccezionale», così l’ha definita il sindaco di Como Mario Landriscina: «Questa scoperta conferma che la città ha in sé tanti tesori nascosti. In questo caso parliamo di uno molto concreto, un patrimonio che cercheremo di gestire al meglio». La stessa anfora che conteneva le monete non è un contenitore di terra cotta, bensì un recipiente in pietra ollare, un materiale litico di colore verde scuro, con ancora coperchio e manici; durante gli scavi, il contenitore è stato danneggiato.

La proprietà su cui è stato effettuato il ritrovamento è in mano a un privato, di conseguenza le operazioni di scavo non sono semplici. In accordo con le parole del sindaco, è la dichiarazione di Luca Rinaldi, direttore della Soprintendenza ai beni culturali: «… questo è un sito molto promettente e il tesoro è solo l’ultimo di una serie di ritrovamenti significativi. […] È ancora presto per trarre delle conclusioni, ma la sensazione è che un tempo lì sotto non vi fosse una villa privata, ma un edificio pubblico».

La Sap Società Archeologica, una società specializzata in archeologia, ha affiancato negli ultimi tre mesi lo scavo. Grazie al loro intervento e alla repentina risposta di Barbara Grassi, responsabile dell’area per la Soprintendenza, gli oggetti riportati in superfice sono stati trasportati dal nucleo Carabinieri tutela patrimonio culturale di Monza per essere analizzati. Oggi, lunedì 10 settembre, alle ore 11:30 a Milano, presso la sede della Soprintendenza Archeologica, si terrà una conferenza stampa per esporre i risultati delle analisi condotte su un campione di 27 monete.

Come ha sottolineato Landriscina, l’obiettivo è quello di far restare le monete a Como: «Abbiamo un complesso che cercheremo di rilanciare e questo pezzo richiederebbe, in tutti i sensi, una cura particolare per il valore storico, numismatico ed economico. Ma siamo pronti ad accoglierlo, si tratterà solo di avere una previsione temporale in modo da allestire tutto il necessario. Io auspico che rimanga alla città dove è stato ritrovato, alla sua collettività». «La cosa più logica – ha dichiarato Rinaldi – è, ovviamente, che tornino a Como nel museo civico», ma il futuro delle monete si deciderà solamente dopo la loro valutazione.

«Anche se non conosciamo l’esatto significato storico e culturale di questo risultato – ha asserito il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli – questa zona è un vero tesoro per gli archeologi. Sono orgoglioso della nostra scoperta». Tutte le scoperte sul territorio italiano rendono orgogliosi, in particolare i cittadini dei luoghi in cui avvengono queste scoperte eccezionali. Quindi è il caso di dare giusta dignità anche al tesoretto di Ordona, composto da 148 monete d’oro, che “temporaneamente” è recluso in un magazzino del museo di Taranto e affidarlo al Museo Archeologico di Ordona.

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